On.Aldo Patriciello |
“Politica e sport si incontrano a Londra
grazie alle Olimpiadi. Si perché quello dei giochi olimpici non è solo un
appuntamento sportivo bensì un momento di incontro e confronto, tramite gli
atleti, tra le diverse culture nel rispetto delle diversità che le
contraddistinguono superando i confini politici e incoraggiando la ricerca di
soluzioni pacifiche, così come una sana competizione sportiva, per le criticità
che affliggono la nostra società”. Così
l’On. Aldo Patriciello all’apertura dei giochi olimpici di Londra. Una
posizione condivisa dall’intero Parlamento Europeo (tra i cui scranni diversi ex
atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi) in quanto proprio nel febbraio di
quest’anno ha promulgato, in Sessione Plenaria,
una risoluzione sulla “Dimensione europea dello Sport” con lo scopo di
rinforzare l’identità europea promuovendo e organizzando ogni anno la “giornata
europea dello sport” oltre a sostenere i programmi di scambio dei giovani
atleti. “Grazie a questa risoluzione che detta
delle linee guida sia per lo sport di
base che per ciò che concerne lo sport professionistico – commenta Patriciello
– potremmo contribuire a tracciare una
dimensione continentale dello sport perché abbiamo riconosciuto quanto
quest’ultimo contribuisca a realizzare degli obiettivi strategici dell’UE
poiché pone in rilievo valori pedagogici e culturali fondamentali e costituisce
un vettore di integrazione nella misura in cui coinvolge tutti i cittadini,
come nel caso delle Olimpiadi, a prescindere dal sesso, dall’origine etnica,
dalla religione, dall’età, dalla nazionalità, dalla condizione sociale o
dall’orientamento sessuale. Abbiamo voluto, inoltre, enfatizzare la dimensione
dilettantistica e associativa dello sport perché pensiamo che sia proprio
questo aspetto, del tutto volontario, a veicolare l’importanza della funzione
sportiva che coinvolge 35milioni di persone non professioniste. Una risoluzione
che riconosce allo sport, spronando la Commissione europea ad intervenire, il
ruolo di contenitore e promotore di valori ed obiettivi fatti propri dal
Parlamento Europeo”. Il
testo enfatizza la funzione sociale e promozionale dello sport e, rientrando
fra le competenze dell’UE così come previsto dal Trattato di Lisbona, specifica
anche i vantaggi dal punto di vista sanitario, sociale, culturale ed economico.
Nella
risoluzione viene specificato, infatti, quanto lo sport contribuisca in maniera
determinante alla protezione della salute nella società moderna rappresentando
un elemento essenziale per un’istruzione di qualità, in grado di aiutare anche
i cittadini più anziani alla realizzazione personale e che contribuisce,
altresì, al risparmio di una quota importante della spesa pubblica in ambito
sanitario. Viene specificato, inoltre, quanto lo sport occupi uno spazio
rilevantissimo nell’economia europea, rappresentando, direttamente o
indirettamente e soprattutto in un periodo di profonda crisi, 15 milioni di
posti di lavoro (5,4% della popolazione attiva), per un contributo al PIL
continentale del 3,65% (circa 407 miliardi di euro). I grandi eventi sportivi,
poi, possono contribuire allo sviluppo turistico del paese che li ospita. Nella
Risoluzione vengono trattati anche i problemi legati al finanziamento dello
sport di base, al mondo delle scommesse, alla pratica del doping. Con
riferimento al ruolo sociale dello sport,
il Parlamento esorta la Commissione a proporre, nell’ambito del prossimo quadro
finanziario pluriennale, una dotazione di bilancio destinata alla politica in
materia di sport che dovrebbe altresì beneficiare del Fondo europeo di sviluppo
regionale e del Fondo sociale europeo. Viene espressamente riconosciuto il
lavoro svolto dalle organizzazioni che offrono attività sportive alle persone
con disabilità intellettuali o fisiche, e sono incoraggiati gli Stati membri e
le istituzioni dell’UE a incrementare le sovvenzioni offerte a quelle che
operano per l’integrazione, attraverso lo sport, delle persone a rischio di
esclusione sociale. “Oltre alla valorizzazione della funzione
sociale e formativa dello sport – conclude Patriciello - nel
testo approvato è stato specificato quanto queste due caratteristiche debbano
andare di pari passo. Ai ragazzi deve essere garantita un doppia formazione,
sportiva e civile, incoraggiando gli Stati a valorizzare l’esperienza degli
sportivi, a fine carriera, perché possano porre a vantaggio dello sport in generale
la propria esperienza, all’esito di specifici percorsi professionali. Vorremmo quindi
che venga promosso un “modello sportivo europeo” che, sulla base di regole
condivise, sappia tutelare e valorizzare le realtà locali e formare i giovani
del posto convinti che la valorizzazione
di nuovi talenti rappresenti una delle attività principali delle società
sportive”.
Bruxelles, Ufficio Stampa
On. Aldo Patriciello