23 giugno 2011

Mozzarella di bufala Dop islamica.


Castel di Sasso. Nasce la prima mozzarella di bufala campana Dop certificata "halal", prodotta cioè nel rispetto delle leggi islamiche. Questa mattina il direttore del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Antonio Lucisano, e l'imam Abdallah Massimo Cozzolino, direttore della moschea di Napoli e presidente dell'associazione culturale islamica "Zayd Ibn Thabit", hanno consegnato all'azienda "La Baronia" di Castel di Sasso, in provincia di Caserta, la prima certificazione in Italia di conformità "halal", sostantivo arabo che significa "lecito", ovvero che il prodotto può essere consumato dai musulmani osservanti ed è conforme ai dettami del Corano e della Sharia. Le comunità di fede islamica sono in aumento non solo in Italia ma anche nel resto del mondo e da studi di settore è emerso che i consumatori di prodotti a marchio "halal" costituiscono un mercato di circa 2 miliardi di persone, che fa registrare una crescita mondiale dei consumi superiore al 10 per cento annuo. Per alcuni Paesi islamici quello "halal" è un requisito doganale imprescindibile per l'entrata e la commercializzazione di alcuni generi alimentari. Si calcola che il mercato delle certificazioni "halal" sia 4 volte più esteso di quello delle certificazioni biologiche. Alla luce di ciò, il Consorzio di Tutela ha sottoposto all'attenzione dei caseifici la possibilità di certificare l'azienda al sistema di gestione "halal", in modo da favorire la penetrazione del prodotto in segmenti di mercato di fede islamica, in Italia e all'estero. "Il risultato - spiega il direttore del Consorzio, Lucisano - è un esempio virtuoso della capacità di coniugare tradizione del prodotto e innovazione del mercato, che offre nuove opportunità da cogliere senza intaccare l'eccellenza della mozzarella di bufala campana Dop. Resta intatta infatti la qualità del prodotto, garantita dal pieno rispetto del disciplinare, ma, come Consorzio, ci apriamo a una nuova sfida globale, venendo incontro a una domanda crescente di una fetta significativa di consumatori". Gli unici Enti deputati al rilascio del marchio sono le associazioni culturali islamiche presenti in Italia, che in collaborazione esclusiva con il Tuv Italia certificazioni, predispongono specifici audit in azienda. "Per la prima volta a livello internazionale - sottolinea Roberto Passariello, responsabile Food Italia di Tuv - un'associazione islamica, un ente di certificazione istituzionale e un Consorzio di Tutela hanno collaborato per realizzare un disciplinare tecnico che rispetta non solo le leggi islamiche ma anche le norme internazionali". Le differenze della mozzarella di bufala "halal" non sono da ricercare nel prodotto ma nel percorso lavorativo, che prevede vincoli dettati dalla religione islamica, come ad esempio l'utilizzo di prodotti senza alcol per la pulizia degli impianti o l'indicazione della data di produzione oltre a quella di scadenza. "Ma la novità fondamentale è la verifica, da parte della comunità islamica, della correttezza dei procedimenti e dell'assenza di sostanze che, pure inavvertitamente, possono rendere il prodotto non lecito per l'Islam", commenta l'imam Cozzolino e conclude: "Questa iniziativa per noi è anche il segnale dell'attenzione di istituzioni e aziende verso la tutela delle minoranze religiose. Finalmente tra gli scaffali della grande distribuzione potremo comprare prodotti con il marchio halal, un passo in avanti anche nell'ottica dell'integrazione tra comunità". 

Fonte: Vini & Sapori