08 maggio 2010

Messaggio dell’europarlamentare Aldo Patriciello per la Festa dell'Europa.


VENAFRO. Messaggio dell’europarlamentare Aldo Patriciello (nella foto) per la Festa dell'Europa.

Sessanta anni fa, il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, proponendo alla Germania, all´Italia ed ai Paesi del Benelux di partecipare alla creazione di una comunità di interessi pacifici, compiva un atto storico: quello di tendere la mano all´avversario sconfitto dalla guerra da poco finita azzerando, al contempo, l´incubo del passato mediante la creazione di nuova era nei rapporti internazionali. Un´Europa, quindi, non più dilaniata, come é avvenuto per lunghi secoli, da cruenti conflitti e discordie di ogni specie ma un insieme di gente affratellate da identiche istituzioni democratiche e da un comune sentire nell´ambito di una grande entità sovranazionale. Da allora la giornata del 9 maggio é diventata, come la bandiera che sventola sui nostri edifici e come l´inno alla gioia, uno dei simboli nei quali tutti noi cittadini europei ci riconosciamo. Una comunità quella europea, che a distanza di sessanta anni comprende 27 paesi, cinquecento milioni di cittadini, ventitré lingue ufficiali. E´ proprio questa diversità la vera ricchezza della nostra Europa. Imparare a conoscerla, ad apprezzarla, ad amarla é indispensabile per sentirci pienamente cittadini europei.
Certo, le diversità sono state anche fonte di dissensi, di momenti di tensione politica ed istituzionali tipici della convivenza di Stati in un´unica famiglia. Ciò nonostante, malgrado le difficoltà riscontrate in questi primi sessanta anni di vita, l´Unione europea, grazie all´"humus" di valori condivisi noto come "acquis communautaire" é diventata, come preconizzava Altiero Spinelli nel Manifesto di Ventotene del luglio del 1941, "la creazione più grande ed innovatrice sorta da secoli". I nostri padri fondatori hanno realizzato qualcosa di veramente unico, riuscendo nel compito storico di rendere la guerra tra le nazioni europee concettualmente impensabile e materialmente impossibile. Da sessanta anni i popoli europei hanno, infatti, rinunciato alla guerra come strumento di risoluzione delle proprie controversie rendendo l´UE il più grande spazio di democrazia politica e di potenza economica esistente al mondo. L´Europa che abbiamo ereditato nasceva dalle ceneri del conflitto mondiale ed aveva l´obiettivo di ricucire e rilanciare le economie dilaniate dalla guerra ma anche di difendere le proprie libertà dalla minaccia della guerra fredda. Ora occorre fare i conti con le sfide della globalizzazione. Per rispondere alle esigenze di trasformazione é giunto il momento, grazie anche al Trattato di Lisbona che permetterà all´Europa di sfruttare appieno le proprie potenzialità, che l´UE si serva del suo peso e della sua determinazione per contribuire in modo sempre più determinate alla creazione di un migliore e nuovo ordine mondiale”.



Fonte: Comunicato Ufficio stampa On. Aldo Patriciello