ALIFE. Palloncini rosa e gialli, passeggini ma niente romanticherie, tranne la consegna di alcune rose rosse. Persino un bel spicchio di luna, lassù, a rendere omaggio al “genio femminile”, per usare le parole di papa Woityla. “Le donne scendono in campo” è stato il titolo della manifestazione della lista “Vivi Alife” in piazza Santa Caterina. «E’ la prima volta che accade e mi sento onorato di essere accanto a queste sette donne in lista. E’ il segno del cambiamento, di quel cambiamento che vogliono gli alifani», ha detto il candidato sindacale Daniele Cirioli (nella foto)sul palco insieme a quelle candidate, la quota maggiore in rosa nelle tre liste. E dopo pochi minuti, e prima dell’intervento del capitano “sindacale”, spiegano le ragioni dell’impegno come lavoratrici, mamme, mogli. Ad aprire la serie degli interventi Annnunziata Melillo: «Sono tante le cose che non vano e sono ignorate. ci hanno accusato di non essere laureate ma sono madre di tre figlie con un’attività e ho gestito un bilancio familiare, fatto quadrare i conti. Questo conta anche nella gestione di un comune. I valori di umiltà, rispetto, onestà non si imparano sui banchi di scuola». Maria Feola ha invitato le giovani donne a farsi avanti, prendendo spunto da una lettera di una ragazza su un blog locale, proponendo un ufficio di orientamento informativo oltre ad un giornale-notiziario. Alessandra Angellilo ha messo in rilievo l’importanza di imprese verdi al femminile, aziende didattiche. Giuseppina Rao ha sottolineato la «sensibilità all’ascolto delle donne, cosa utile per allargare la partecipazione in particolare l’associazionismo. Occorre rimboccarsi le maniche per migliorare lo stato delle cose la presenza di tante donne è senza precedenti. Da qui l’appello all’impegno ed al voto per il cambiamento». Così invece Nisio che ha dichiarato: «Sono orgogliosa di essere italiana ed alifana» raccontando la sua esperienza di emigrata in Inghilterra dove è nata e del ritorno in patria. «Sono andata a scuola, all’estero, senza mai interruzioni per l’acqua o il riscaldamento che mancano, o l’inagibilità delle scuole. Qui i diritti sono negati e sapete perché: per incompetenza perché non si sanno usare i fondi per i nostri figli. Forse le mie figlie devono fare le valigie, come ha fatto mio padre 60 anni fa. Non è cambiato niente».Una denuncia per altro appello ad un «voto libero e senza vincoli». Fino all’intervento finale di Daniela Pece che ha riassunto i temi e le ragioni della presenza delle donne nella lista “Vivi Alife”, evidenziando l’entusiasmo di impegnarsi con Cirioli: «Il suo sogno è il nostro: quello di fare il bene di Alife».
MI.MA
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