11 luglio 2019

Conferenza stampa di presentazione del DDL “Modifiche alla legge 10 marzo 2000, n. 62, in materia di finanziamento del sistema integrato scolastico”


Su iniziativa delle Senatrici di Forza Italia, Sandra Lonardo (nella foto) ed Alessandra Gallone si è tenuta presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama, la conferenza stampa di presentazione del DDL “Modifiche alla legge 10 marzo 2000, n. 62, in materia di finanziamento del sistema integrato scolastico”, depositato dalla Sen. Lonardo come prima firmataria. Alla conferenza hanno partecipato, come relatori, anche i Sen. di FI, Lucio Malan, Roberto Berardi e Paola Binetti, l’On di FI, Valentina Aprea, e Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche. “L’obiettivo di questo disegno di legge - spiega la Lonardo - è quello di migliorare le scuole statali e paritarie, assicurando però una perfetta mobilità tra le stesse e quindi una sana competizione.  Il modello cui vorremmo ispirarci è quello utilizzato in campo sanitario: con la possibilità per il paziente di scegliere se farsi curare in un istituto statale o in una struttura accreditata”. “Per rendere effettivo questo meccanismo anche nella scuola, - prosegue - occorre un sistema di finanziamento che sia capace di coprire i costi delle prestazioni. Per questa ragione proponiamo la copertura della spesa efficiente di sostenibilità, un costo standard capace di spingere verso l’alto la qualità di tutti gli istituti. Non un parametro meramente ragionieristico o statistico, ma una proposta che nasce dall’analisi di casi viventi di processi educativi e scuole virtuose, performanti, ma anche efficienti, per dare ai cittadini libertà di scelta educativa ed una formazione di loro gradimento”. “Si tratta di una proposta che non nasce per tagliare ma per aumentare i posti di lavoro stabili. - commenta - Attualmente il costo corrente medio per lo Stato per uno studente della scuola statale è di 6.400 euro e il costo medio per lo Stato per uno studente di una scuola paritaria è di 532 euro. Applicando il costo standard di sostenibilità, invece, si spenderebbe meglio secondo un meccanismo più plurale, più orientato alla libertà, più efficiente e anche avente maggiore equità”. “Ovviamente - conclude - il nostro ddl è solo il primo solco tracciato, siamo aperti al confronto con quanti vogliano migliorarlo ed arricchirlo, trattandosi di un cambiamento epocale che darebbe equità e libertà”.