Cancello ed Arnone (Matilde Maisto) - "La Pace in Cammino. Se vuoi
la Pace custodisci il Creato...". Manifestazione Marcia per la Pace
Cancello ed Arnone, promossa dal Movimento Internazionale per la Pace e la
Salvaguardia del Creato III Millennio della provincia, in collaborazione con l'
Istituto Comprensivo "U. Foscolo" di Cancello ed Arnone ed il
Patrocinio del Comune di Cancello ed Arnone. Ospite della manifestazione il
padre missionario comboniano Alex Zanotelli. "Beati i Costruttori di Pace
perchè saranno chiamati Figli di Dio!" . Hanno partecipato alla
manifestazione sfilando con le bellissime magliette colorate con i colori della
Pace realizzate appositamente per questa giornata, una rappresentanza degli
alunni dell'Istituto Comprensivo e del Liceo di Cancello ed Arnone.
"Bellissima manifestazione, bellissima giornata. mentre in tutta la
Provincia pioveva, a Cancello ed Arnone c'era un Sole splendente, il Sole della
Pace. Segno di benedizione dal Cielo...La Pace infatti era scesa sulla terra
sui suoi figli che avevano lavorato perchè si potesse realizzare questo grande
"sogno di Pace" in Terra di Gomorra.....". L'Istituto
Comprensivo di Cancello ed Arnone al termine della Manifestazione è stato
premiato. Il Presidente con il Consiglio Direttivo e soci hanno consegnato alla
dirigente scolastica Maria Martucci, in segno di ringraziamento per l'impegno
profuso, l'Attestato in prestigiosa pergamena di Nomina di "Scuola di Pace
del III Millennio, Educatrice ai Valori della Pace e della Solidarietà
attiva". Con l'impegno a proseguire i percorsi iniziati. Sin dall'anno
prossimo infatti si programmeranno una serie di iniziative finalizzate per la
crescita, l'educazione e la formazione dei giovani alunni alla cittadinanza
attiva, alla Pace. elementi fondamentali per prendere coscienza delle cose ed
essere responsabili cittadini del futuro che si mettono insieme per il
riscatto, il rilancio e la rinascita della loro bellissima terra. A Padre Alex
Zanotelli Testimone di Pace del III Millennio, anche in segno di ringraziamento
per il prezioso contributo apportato alla manifestazione, il Presidente con il
Consiglio del Direttivo e i soci hanno consegnato per le mani del Sindaco di
Cancello ed Arnine Pasqualino emerito una bellissima Targa. La manifestazione è
stata veramente bellissima, il lunghissimo corteo risplendente con i colori
della Pace, sembrava un lungo arcobaleno che attraversava tutta la nostra
cittadina, anzi tutto il territorio, da tempo martoriato da ogni tipo di
ingiustizia sociale, di legalità e di vivibilità. Un territorio vittima di ogni
sopruso, finalmente libero di gridare al mondo PACE – SHALOM. La nostra
coscienza di cristiani ci porta ad affermare con decisione che la pace è un
patrimonio universale dell'umanità, conquistato nel corso dei secoli a forza di
dure esperienze di sangue innocente, di lutti irreparabili, di distruzioni
morali e materiali. In quanto tale, essa sovrasta gli interessi particolaristici
delle nazioni e le divisioni politiche dei popoli. L'insegnamento di Don Tonino
Bello, profeta della pace, in nome della quale ha sopportato dileggi e
sacrifici, ci ha confermati nell'idea che alla divisione, fonte di ogni guerra,
bisogna sapere opporre la condivisione dei problemi, superando ogni
ostentazione di potenza, ogni minaccia di sopraffazione, ogni tentazione di
ritorsione terroristica. Allora, invece di abbandonarsi ad avventure che
portano alla distruzione e al dolore, impegniamoci a creare le condizioni
economiche, politiche, sociali perché i popoli, possano progredire sulla via
dei riscatto e della serenità, meta ultima per l’umanità e dovere indiscutibile
delle nazioni più fortunate, presunte portatrici di cultura e di civiltà. A
proposito di Pace, quindi, cerchiamo di fare nostre alcune massime di don
Tonino Bello: «Ama la gente, i poveri soprattutto. E Gesù Cristo»; «In piedi,
costruttori di pace»; «Ascoltino gli ultimi e si rallegrino». Come sappiamo,
Don Tonino è stato un grandissimo pacifista, nonviolento, poeta. Ma anche
riformatore sociale. Anzi, l’ultimo grande riformatore sociale del mezzogiorno.
Ha infranto le regole del buon costume episcopale, frantumato le sbarre
invisibili dell’esclusione sociale, sovvertito l’ordine dei valori dominanti. Come
tutti i grandi riformatori ha misurato la fatica del cambiamento prima sui
problemi concreti, strutturali, quelli che si toccano. La casa, la
disoccupazione, il disagio, le criminalità, lo sviluppo. La polvere e la
strada. E poi le cose che non si toccano, la culture, le relazioni. Lo
scetticismo. Le coscienze. In alcuni suoi scritti egli dice: “A dire il vero
non siamo molto abituati a legare il termine PACE a concetti dinamici. Raramente
sentiamo dire:“Quell’uomo si affatica in pace”,“lotta in pace”,“strappa la vita
coi denti in pace”...Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le
espressioni:“Sta seduto in pace”,“sta leggendo in pace”,“medita in pace”
e,ovviamente, “riposa in pace”. La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante. Più il comfort del salotto che i pericoli
della strada. Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi. Più il
silenzio del deserto che il traffico della metropoli. Più la penombra raccolta
di una chiesa che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte che i
rumori del meriggio. Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che
la pace non è un dato,ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto
di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace
richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di
sacrificio. Rifiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteggiamenti
sedentari. Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la
banale “vita pacifica”.Sì, la pace prima che traguardo, è cammino. E, per
giunta, cammino in salita. Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i
suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici, i suoi
rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così,
occorrono attese pazienti. E sarà beato, perché operatore di pace, non chi
pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. Col
miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa
terra s’intende – pienamente raggiunta. Ritornando alla nostra bellissima
giornata di Pace Padre Alex Zanotelli ha fatto un bellissimo discorso a tutti i
ragazzi, facendoci comprendere come la pace sia, nel contempo, giustizia
sociale e salvaguardia del creato. Nel corso dell’evoluzione della pace – Egli
ha detto – è balenata alle nostre coscienze la convinzione che la pace oggi si
declina inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato. Oggi
abbiamo il privilegio di capire che l’annuncio della Pace si completa, oltre
che con la lotta per la giustizia, anche con l’impegno per la salvaguardia del
creato. Quello della tutela dell’ambiente non è l’ultimo ritrovato delle
strategie del consenso. Non è ammiccamento alle mode correnti. Ma è un compito
primordiale che ci sovrasta come partner dello Spirito Santo, affinché la terra
passi dal “Kàos”, cioè dallo sbadiglio di noia e di morte, al “Kòsmos”, cioè
alla situazione di trasparenza e di grazia. E si realizzerà la splendida
intuizione dì Isaia che, addirittura invertendone l’ordine, aveva collegato
insieme salvaguardia del creato, giustizia e pace: “In noi sarà infuso uno
Spirito dall’alto. Allora il deserto diventerà un giardino... e la giustizia
regnerà nel giardino... e frutto della giustizia sarà la pace” (Is 32,15-17).