30 novembre 2012

Il presepe ultrapoverissimo di Riccardo Dalisi al Castello di Limatola


 
"Il presepe ultrapoverissimo, coloratissimo. Povero il materiale (latta), povera la tecnica (battuto, forato, cucito). Povero l’artigiano, ora un po’ meno povero. Il disegno veloce, il ritocco cromatico finale e … le luci dentro. I re magi sono quattro; il quarto vuole essere l’ideatore e quello del ritocco a colori abbondanti. Alcuni dei magi sembrano guardare altrove, forse verso la stella cometa, anche se non è ancora apparsa. Il bambino Gesù è raffigurato con un cuore grande, luminoso: il cuore del mondo? Ciò che vale, ciò che guida, è il sentimento... di salvare, anche, un povero che ora è un po’ meno povero, grazie al Natale ed alla tecnica ed al materiale docile, e anche a chi accoglie tutto ciò con… sentimento". È quanto Riccardo Dalisi racconta del suo presepe oggi e fino al 7 gennaio prossimo montato presso il Castello di Limatola. Una istallazione - inaugurata il 23 novembre in occasione dei “Mercatini di Natale” organizzati anche quest’anno dai poliedrici proprietari del Castello - che sta riscuotendo grande successo di pubblico. Intrigano ed emozionano i personaggi che la animano, un bue, un asinello, naturalmente la Madonna e San Giuseppe, la stella cometa, gli angeli, gli zampognari, i re magi (quattro invece di tre dal momento che il quarto è Dalisi stesso), ed un cuore grande e lucente al posto del Bambino Gesù. Le figure del presepe, che col buio si illuminano di luce propria, sono  raccolte in una sorta di grotta ricreata a ridosso delle mura del castello, alla fine di un percorso in salita, quasi iniziatico, lungo il quale sono sistemate altre sculture di Dalisi, gli Incontri, tra quelli esposti nell’ambito della mostra Cavalieri ed oltre, tenuta alla Reggia di Caserta da maggio ad ottobre scorso. Altre grandi sculture, sempre  dell’artista napoletano, popolano poi l’interno  del castello,  guerrieri con tanto di elmi e spade e lance e scudi. Sembrano essere stati da sempre tra quelle mura che hanno il sapore di un enigmatico medioevo: sono elementi di un’esposizione, Cavalieri, organizzata nel maggio scorso dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento che da temporanea sta diventando assolutamente  permanente. Per tornare alle figure del  presepe da cui siamo partiti: tra il dicembre 2008 e il febbraio 2009 sono state protagoniste a Milano, insieme ad altre opere di Dalisi , tutte di “design ultrapoverissimo”, di una mostra organizzata  dalla Triennale Design Museum. Un design in cui viene negato ogni elemento di ricchezza esteriore nei materiali e nelle tecniche di lavorazione; che si caratterizza per un forte legame con la manualità per la semplificazione delle forme, per l’uso di materiali riciclati e per il suo basso costo, ponendosi in contrasto con la meccanizzazione e l’omologazione produttiva. Un atteggiamento culturale, quello di Dalisi, che ha le sue radici nel “Design radicale” degli anni Settanta e nella tecnica povera teorizzata dall’artista e realizzata, appunto già nei primi anni Settanta del secolo appena concluso, attraverso i laboratori fatti in collaborazione con gli abitanti del rione Traiano a Napoli, proseguita poi  con i laboratori di Rua Catalana e del rione Sanità. I personaggi del “presepe poverissimo” , oggi attuali più che mai, vengono definite nell’ambito del catalogo della mostra  Dalisi- Tarantella dal Profondo (Monaco, New York, Berlino 2002-2003) come “gennarielli”. Il fatto è che, ideate e ritoccate da Dalisi, sono state realizzate da tal Gennaro, un artigiano come tanti, "povero, ma oggi un po’ meno povero", artefice inconsapevole di una vera e propria rivoluzione nel campo del design contemporaneo.
Vega de Martini