"Il
 presepe ultrapoverissimo, coloratissimo. Povero il materiale (latta), 
povera la tecnica (battuto, forato, cucito). Povero l’artigiano, ora un 
po’ meno povero. Il disegno veloce, il ritocco cromatico finale e … le 
luci dentro. I re magi sono quattro;
 il quarto vuole essere l’ideatore e quello del ritocco a colori 
abbondanti. Alcuni dei magi sembrano guardare altrove, forse verso la 
stella cometa, anche se non è ancora apparsa. Il bambino Gesù è 
raffigurato con un cuore grande, luminoso: il cuore del mondo? Ciò che 
vale, ciò che guida, è il sentimento... di salvare, anche, un povero che
 ora è un po’ meno povero, grazie al Natale ed alla tecnica ed al 
materiale docile, e anche a chi accoglie tutto ciò con… 
sentimento". È quanto Riccardo Dalisi racconta del suo presepe 
oggi e fino al 7 gennaio prossimo montato presso il Castello di 
Limatola. Una istallazione - inaugurata il 23 novembre in occasione dei 
“Mercatini di Natale” organizzati anche quest’anno dai poliedrici 
proprietari del Castello - che sta riscuotendo grande successo di 
pubblico. Intrigano ed emozionano i personaggi che la animano, un bue, 
un asinello, naturalmente la Madonna e San Giuseppe, la stella cometa, 
gli angeli, gli zampognari, i re magi (quattro invece di tre dal momento
 che il quarto è Dalisi stesso), ed un cuore grande e lucente al posto 
del Bambino Gesù. Le figure del presepe, che col buio si illuminano di 
luce propria, sono  raccolte in una sorta di grotta ricreata a ridosso 
delle mura del castello, alla fine di un percorso in salita, quasi 
iniziatico, lungo il quale sono sistemate altre sculture di Dalisi, gli Incontri, tra quelli esposti nell’ambito della mostra Cavalieri ed oltre,
 tenuta alla Reggia di Caserta da maggio ad ottobre scorso. Altre grandi
 sculture, sempre  dell’artista napoletano, popolano poi l’interno  del 
castello,  guerrieri con tanto di elmi e spade e lance e scudi. Sembrano
 essere stati da sempre tra quelle mura che hanno il sapore di un 
enigmatico medioevo: sono elementi di un’esposizione, Cavalieri, 
organizzata nel maggio scorso dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e 
Benevento che da temporanea sta diventando assolutamente  permanente. Per
 tornare alle figure del  presepe da cui siamo partiti: tra il dicembre 
2008 e il febbraio 2009 sono state protagoniste a Milano, insieme ad 
altre opere di Dalisi , tutte di “design ultrapoverissimo”, di una 
mostra organizzata  dalla Triennale Design Museum. Un design in cui 
viene negato ogni elemento di ricchezza esteriore nei materiali e nelle 
tecniche di lavorazione; che si caratterizza per un forte legame con la 
manualità per la semplificazione delle forme, per l’uso di materiali 
riciclati e per il suo basso costo, ponendosi in contrasto con la 
meccanizzazione e l’omologazione produttiva. Un atteggiamento culturale,
 quello di Dalisi, che ha le sue radici nel “Design radicale” degli anni
 Settanta e nella tecnica povera teorizzata dall’artista e realizzata, 
appunto già nei primi anni Settanta del secolo appena concluso, 
attraverso i laboratori fatti in collaborazione con gli abitanti del 
rione Traiano a Napoli, proseguita poi  con i laboratori di Rua Catalana
 e del rione Sanità. I personaggi del “presepe poverissimo” , oggi 
attuali più che mai, vengono definite nell’ambito del catalogo della 
mostra  Dalisi- Tarantella dal Profondo (Monaco, New York, 
Berlino 2002-2003) come “gennarielli”. Il fatto è che, ideate e 
ritoccate da Dalisi, sono state realizzate da tal Gennaro, un artigiano 
come tanti, "povero, ma oggi un po’ meno povero", 
artefice inconsapevole di una vera e propria rivoluzione nel campo del 
design contemporaneo. 
Vega de Martini
