 CASERTA (tobia) “Sempre più 
crescenti i compiti che la Regione ha passate alle provincie e quindi 
rappresentano una funzione importate per pilotare la crescita di un 
territorio.” Lo ha detto il presidente della provincia di Caserta  
Domenico Zinzi nel convegno organizzato presso un noto albergo cittadino
 nella serata di Lunedì dall’Ande Associazione Nazionale Donne 
elettrici  presieduta dal Matilde Fusco. Oltre al presidente Zinzi era 
presente all’incontro anche il sindaco di Castelmorrone Pietro Riello.
CASERTA (tobia) “Sempre più 
crescenti i compiti che la Regione ha passate alle provincie e quindi 
rappresentano una funzione importate per pilotare la crescita di un 
territorio.” Lo ha detto il presidente della provincia di Caserta  
Domenico Zinzi nel convegno organizzato presso un noto albergo cittadino
 nella serata di Lunedì dall’Ande Associazione Nazionale Donne 
elettrici  presieduta dal Matilde Fusco. Oltre al presidente Zinzi era 
presente all’incontro anche il sindaco di Castelmorrone Pietro Riello. 
Tema
 dell’appuntamento  che ha visto al presenza di circa cento soci 
dell’associazione “La soppressione delle province ed il Caso Caserta” su
 cui ha relazionato Mauro Nemesio Rossi il presidente del CeSAF, 
maestri  del Lavoro, il centro studi degli insigniti dal presidente 
della repubblica.
Allo stimolo di Matilde Fusco 
che da casertana consigliava al massimo esponente dell’ente provincia di
 evitare che i casertani subissero l’onta del lontano 1927, quando con 
un regio decreto fu cancellata la provincia di Terra di lavoro,  Zinzi 
ha risposto che i casi non sono da mettere a confronto politicamente. In
 quanto a scomparire allora fu solo la provincia di Caserta nel mentre 
oggi sarebbero cancellate tutte. “Un provvedimento lungo da farsi con 
una legge costituzionale – ha spiegato – Che forse non potrà essere 
varato  in  tempi brevi per il fatto che tutto fa pensare che ci saranno
 nella prossima primavera le elezioni politiche.”
Nella
 esposizione che è seguita Nemesio Rossi  ha illustrato i recenti 
documenti trovati dagli  studiosi dell’università di Cassino che 
dimostrano come i parlamentari e le  forze sociali   casertane  del 1926
 non tutti si comportarono lealmente nei confronti della popolazione,  
anzi contribuirono a smembrare quella che era una delle più estese 
province d’Italia.
“Ringrazio il capo del 
governo per la sua lungimiranza per aver fatto di Caserta la Warsailles 
di Napoli  – scrisse pressappoco il sindaco di Caserta di allora Tommaso
 Picazio – Ha  compreso le vocazioni di questa provincia.” 
“Finalmente
 siamo tornati nella nostra terra di origine” – concordò  su un 
settimanale del basso Lazio il ministro della pubblica istruzione di 
Minturno Pietro  Fedele  alludendo alla nascita della provincia di 
Frosinone sorta sulle spoglie di Terra di Lavoro soppressa.