Caserta. Le persone libere e responsabili non possono piu’ sopportare la dissacrazione e la contaminazione del loro ambiente e della loro vita. I padroni delle “cave” ripetono, con ignominia, che è “bene” , cio’ che è “male”. E che le cave siano il male, da tantissimi anni, gli abitanti di Maddaloni e di Caserta lo sperimentano e lo dichiarano. Il paesaggio spettrale, con i gironi infernali scavati nei monti tifatini, impaurisce e soprattutto ostacola ogni forma di sviluppo urbano a Caserta e a Maddaloni in particolare. L’ambiente è diventato malefico e sembra distendere una minaccia di maledizione sul destino di questa terra e di questa gente. Al punto che qui la storia si è smarrita, non ha osato prendere coscienza di sé, quasi si vergognasse ad esprimersi in un contesto così infelice. A Caserta i monumenti più belli di S. Leucio, di Casertavecchia, di S. Angelo in Formis, della Reggia fino ai Ponti della Valle, non vengono quasi mostrati al turista, perché le cave spaventose, tolgono loro tutta l’estetica e la suggestione dell’arte. Nel maddalonese, in forma più acuta, l’aria diffonde e depone il pulviscolo d’estrazione, rendendo disgustosa la stessa suppellettile delle case. Queste polveri, ad alto contenuto cancerogeno, distribuiscono leucemie, neoplasie ed altri abominii, hanno ridotto ormai Maddaloni a un lazzaretto, dove la “discesa” agli inferi sembra irreversibile. Questa aggressione alla incolumità pubblica, da anni e anni, mette lo sgomento negli animi della popolazione, che da sempre protesta, contesta e si sottomette. Nefasta, perciò, non è tanto l’opera in sé, quanto quel processo di imbonimento, che i padroni adoperano per affermare che l’industria dei loro interessi riesce il beneficio più grande e più genuino degli abitanti del posto. Non ho saputo ancora di reazioni alla intervista del 20 c.m . Il giornale, si sa, è del “padrone”. Del padrone della Cementir, per capirci. Il quale fa e dice quello che vuole, calpestando tranquillamente l’opinione pubblica. Nella recente proposta di ampliamento del terreno estrattivo, egli spiega di non voler abbandonare una comunità che ha fame di occupazione e che lotta quotidianamente contro il degrado e la criminalità. ”Cementir”, egli sostiene, ha voglia di investire, di fare sviluppo, di dare un forte contributo a realizzare opere pubbliche e a curare scientificamente la salvaguardia della natura. Assicura il Comune di riuscire, con moderne tecniche, ad operare una completa riqualificazione territoriale: recupero della passeggiata che da Maddaloni sale al santuario di San Michele; realizzazione di un parco urbano naturalistico; finanziamento di una serie di opere pubbliche come la fogna di via dell’Uliveto, l’edificio – aula consiliare; riattivazione di Via Libertà. Si mette, inoltre a disposizione del comune per organizzare e sponsorizzare eventi legati alla crescita culturale di Maddaloni. C’è anche una nota sulla possibilità di risolvere gravi problemi finanziari del Comune stesso, che non mi sento di commentare. Una vera pesca di beneficenza che avrebbe a disposizione tutti i doni possibili, anche quelli non immaginabili. Di fronte a questo campionario delle seduzione, ci saranno, finalmente il riscatto della “civitas” e la dignità degli uomini liberi, capaci, non soltanto di alzare “il grido di dolore”, ma di dire “basta!” ?
+ Raffaele Nogaro
+ Raffaele Nogaro