Arriva la ’Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie’ grazie alla quale datori di lavoro italiani o stranieri lungo-soggiornanti potranno regolarizzare fino a 2 badanti e 1 colf italiane o extracomunitarie pagando un contributo forfetario di 500 euro per ciascun lavoratore.
I ministri dell’Interno Roberto Maroni e del Welfare, Maurizio Sacconi, traducono così, con un emendamento al decreto anti-crisi in discussione nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, l’intesa già raggiunta nei giorni scorsi per sanare la questione posta in prima istanza dal sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, e relativa ai rischi per le famiglie derivanti dall’introduzione del reato di immigrazione clandestina nel nostro ordinamento previsto dal ddl sicurezza. Ecco, in pillole, il provvedimento. Dichiarazione di emersione - Un datore di lavoro italiano, europeo o extracomunitario in possesso di permesso di soggiorno (e dunque in Italia da almeno 5 anni), che, alla data del 30 giugno di quest’anno avesse alle proprie dipendenze da almeno 3 mesi lavoratori italiani o extracomunitari, come colf o badanti, può fare dall’1 al 30 settembre 2009, può fare una "dichiarazione di emersione" per regolarizzare questo rapporto di lavoro con una domanda all’Inps nel caso di tratti di lavoratore italiano o europeo e allo sportello dell’immigrazione per un lavoratore extracomunitario. La dichiarazione comporta un versamento di 500 euro. Requisiti per la richiesta e soglia reddito - La domanda viene fatta on line e deve comprendere, pena l’inammissibilità, anche l’attestazione di un reddito imponibile non inferiore ai 20.000 euro in caso di famiglia con una sola persona che percepisce uno stipendio e non inferiore a 25.000 euro per un nucleo familiare con più persone che lavorano. Nel caso la richiesta sia per il sostegno a persone portatrici di handicap o non autosufficienti allo sportello unico per l’immigrazione va presentato anche un certificato medico, dell’Asl o del medico di base, che attesti la patologia. Requisiti dei lavoratori - Non possono essere ammessi alla procedura di emersione i lavoratori extracomunitari nei confronti dei quali sia stato emesso un provvedimento di espulsione o che risultino condannati, anche in via non definitiva per reati penali.
Con domanda rinuncia a quella in dl flussi - La domanda di emersione comporta la rinuncia a un’eventuale richiesta di messa in regola per questo tipo di lavoratori fatta nei dl flussi 2007 e 2008. Carcere fino a 6 anni per falsa regolarizzazione - Chi faccia domanda avvalendosi di documenti falsi viene punito con il carcere da 1 a 6 anni. Pena aumentata se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale. Da emersione 267 milioni - Andranno al Servizio Sanitario Nazionale e verranno, poi, ripartiti regione per regione in base al numero di cittadini extracomunitari regolarizzati, i proventi che arriveranno dall’emersione del lavoro nero di colf e badanti per una cifra pari a 60 milioni di euro a decorrere dal 2009 e 200 milioni a decorrere dal 2009.
I ministri dell’Interno Roberto Maroni e del Welfare, Maurizio Sacconi, traducono così, con un emendamento al decreto anti-crisi in discussione nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, l’intesa già raggiunta nei giorni scorsi per sanare la questione posta in prima istanza dal sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, e relativa ai rischi per le famiglie derivanti dall’introduzione del reato di immigrazione clandestina nel nostro ordinamento previsto dal ddl sicurezza. Ecco, in pillole, il provvedimento. Dichiarazione di emersione - Un datore di lavoro italiano, europeo o extracomunitario in possesso di permesso di soggiorno (e dunque in Italia da almeno 5 anni), che, alla data del 30 giugno di quest’anno avesse alle proprie dipendenze da almeno 3 mesi lavoratori italiani o extracomunitari, come colf o badanti, può fare dall’1 al 30 settembre 2009, può fare una "dichiarazione di emersione" per regolarizzare questo rapporto di lavoro con una domanda all’Inps nel caso di tratti di lavoratore italiano o europeo e allo sportello dell’immigrazione per un lavoratore extracomunitario. La dichiarazione comporta un versamento di 500 euro. Requisiti per la richiesta e soglia reddito - La domanda viene fatta on line e deve comprendere, pena l’inammissibilità, anche l’attestazione di un reddito imponibile non inferiore ai 20.000 euro in caso di famiglia con una sola persona che percepisce uno stipendio e non inferiore a 25.000 euro per un nucleo familiare con più persone che lavorano. Nel caso la richiesta sia per il sostegno a persone portatrici di handicap o non autosufficienti allo sportello unico per l’immigrazione va presentato anche un certificato medico, dell’Asl o del medico di base, che attesti la patologia. Requisiti dei lavoratori - Non possono essere ammessi alla procedura di emersione i lavoratori extracomunitari nei confronti dei quali sia stato emesso un provvedimento di espulsione o che risultino condannati, anche in via non definitiva per reati penali.
Con domanda rinuncia a quella in dl flussi - La domanda di emersione comporta la rinuncia a un’eventuale richiesta di messa in regola per questo tipo di lavoratori fatta nei dl flussi 2007 e 2008. Carcere fino a 6 anni per falsa regolarizzazione - Chi faccia domanda avvalendosi di documenti falsi viene punito con il carcere da 1 a 6 anni. Pena aumentata se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale. Da emersione 267 milioni - Andranno al Servizio Sanitario Nazionale e verranno, poi, ripartiti regione per regione in base al numero di cittadini extracomunitari regolarizzati, i proventi che arriveranno dall’emersione del lavoro nero di colf e badanti per una cifra pari a 60 milioni di euro a decorrere dal 2009 e 200 milioni a decorrere dal 2009.
Fonte: Mimmo Russo