Il pensiero del Vescovo Di Cerbo per papa Benedetto XVI.
PIEDIMONTE MATESE. La notizia delle 
dimissioni del Papa Benedetto XVI, ci ha stupito. L’abbiamo accolta 
increduli e con un po’ di tristezza, perché una persona cara, il Capo 
visibile della Barca di Pietro, che ha guidato le nostre anime nel mare 
della storia contemporanea e ci ha confermato nella fede, con grande 
umiltà si fa da parte,
 riconoscendo che la sua fragilità lo rende impari a continuare il 
compito che il Signore gli aveva affidato circa otto anni fa.  Personalmente, lo avevo incontrato il 31 gennaio scorso, in occasione della Visita ad Limina,
 che come Vescovo della Diocesi di Alife-Caiazzo, gli avevo reso in 
segno di comunione. Lo avevo trovato, come sempre, lucido, timido e 
gentile, ma molto affaticato. Congedandomi da Lui, con un moto di 
tenerezza,  mi era venuto spontaneo dirgli: “Grazie Padre Santo per 
quanto fa per la Chiesa!”. Era un modo per esprimergli la vicinanza 
spirituale mia e della Diocesi che mi aveva affidato circa tre anni fa, 
di fronte a quelle sue spalle curve sotto il peso delle “supreme chiavi”
 e a quel suo sguardo sereno, ma pensoso, che esprimeva insieme amore 
per la Chiesa e consapevolezza della gravità della propria altissima 
missione. Con il passar delle ore, il gesto di Papa Benedetto mi 
appare sempre più nella sua grandezza. In un mondo assetato di potere, 
Lui si è fatto da parte per dirci con i fatti che si è sempre sentito un
 “umile servo della Vigna del Signore”, che il Regno di Dio viene prima 
di tutto e che non bisogna aver dubbi a “passare la mano”, quando 
sospettiamo che la nostra persona può diventare di ostacolo al bene 
della Chiesa. Nei prossimi giorni, commentatori di ben altro spessore
 ci faranno meglio comprendere quanto è avvenuto oggi  in Vaticano, ma 
sommessamente mi permetto di affermare che in questo 11 febbraio 2013 
siamo stati spettatori di una cosa semplice e grande: una pagina 
evangelica. Grazie, Papa Benedetto XVI, per averci testimoniato 
ancora una volta la bellezza di sentirsi “servi inutili” e di mettere 
Cristo e il bene delle anime al primo posto! 
 Mons. Valentino Di Cerbo