17 dicembre 2009

LA STORIA DELL'EMIGRAZIONE DELLA COMUNITA' DI SAN POTITO SANNITICO IN UN VOLUME DI NICOLINO LOMBARDI.


SAN POTITO SANNITICO. Proseguono gli appuntamenti del periodo natalizio per la vivace comunità di San Potito Sannitico. Domenica 20 dicembre, alle ore 19, nella Chiesa dell’Ascensione, si terrà la presentazione del libro DESIDERIO DI MIGLIOR FORTUNA – lo stato, i nomi ed il volto dell’emigrazione da San Potito Sannitico, patrocinato dall’Amministrazione Comunale e dalla Fondazione Pierluigi Conte. Autore del libro il prof. Nicolino Lombardi, già curatore e promotore, nel 2004, della precedente pubblicazione SAN POTITO SANNITICO: da Villaggio Rurale a Città del Parco. La pubblicazione, dedicata dall’autore «a tutte le madri straordinarie», ripercorre il fenomeno dell’emigrazione nella comunità di San Potito Sannitico negli ultimi centoquarant’anni: ne analizza le cause, riporta le testimonianze fotografiche e verbali, racconta le modalità, l’atto di richiamo, il passaporto, l’affido, da notizia dei vettori e delle compagnie di navigazione. Ma si sofferma anche sugli aspetti più emotivi del fenomeno, quali la condizione della donna e le dure ricerche dei familiari, così come le nostalgie e le passioni degli emigranti. Queste pagine sono, per l’autore, il frutto delle forti emozioni provate nell’attività di ricerca e nelle ore trascorse ad ascoltare testimonianze ed a raccogliere documenti e fotografie. Perché la realizzazione della pubblicazione è stata possibile soprattutto grazie alla disponibilità di tutti coloro che hanno aperto le proprie case, si sono interessate al duro lavoro di ricerca e, a volte, hanno dato voce anche a ricordi dolorosi. Questo testo vuole essere, per il Sindaco di San Potito Sannitico dott. Angiolo Conte, «un atto di amore nei confronti dei concittadini che vivono all’estero, un segnale per dire: non vi dimentichiamo. Ma vuole anche essere un invito per il mondo della scuola e degli educatori a combattere la xenofobia e quella maledetta presunzione di diversità-identità che ci mette l’uno contro l’altro».


Pietro Rossi