PIEDIMONTE MATESE. Il re è nudo! Il re è nudo! Con queste parole l’innocente fanciullo, nella folla, ebbe il coraggio di ripristinare la verità, a dispetto di quanti col capo chino continuavano a professare l’inverosimile bellezza dell’inesistente abito del sovrano…
Hanno pressoché lo stesso sapore le parole dell’articolo del prof. Fusco, apparso recentemente sulla stampa, nelle quali l’ “ex” amministratore matesino, sulla falsariga delle pesanti affermazioni proferite nell’imminenza della visita sul Matese del Presidente Bassolino, ha mostrato uno squarcio significativo sulle inefficienze del sistema politico locale.
Non sta a chi scrive addebitare responsabilità, non solo politiche, della situazione attuale, poiché è lo stesso autorevole Autore ad identificare più o meno chiaramente amministrazioni, uffici se non anche personalità responsabili della pessima situazione, politica e sociale, in cui versa la provincia ed in particolare l’alto Matese. Per quanto riguarda, in particolare, la gestione dell’ambiente, le scorse giornate hanno dimostrato la totale inutilità della istituzione del Parco Regionale del Matese, di cui non pochi si lamentarono sin dalla sua nascita nel 1993, forgia di vincoli edilizi (men che per i palazzinari sul lago Matese e per le stesse Amministrazioni locali – vedasi ristorante abbandonato sul lago di Gallo e tanti altri…) e che, quando si è trattato di mettere in campo azioni positive di tutela ambientale non ha risposto alla sua naturale azione.
Basti pensare all’insabbiamento, tra Regione, Provincia, Parco e Comunità Montana del Matese, delle Guardie Ambientali Volontale (cd. G.A.V.), una sorta di “ronda verde” gratuita che avrebbe costituito una occasione di “presenza attiva” del Parco sul territorio e di formazione per i giovani. Ebbene, di questa esperienza, dopo una prima fase di selezione, non si è saputo più nulla. Ad oggi il Parco appare uno scolorito ente, collocato in una bellissima torre d’avorio di S. Potito, senza né arte né parte, che appare sui giornali quando si procede al pietoso ufficio della ripartizione delle cariche, insieme a Comunità Montana, consorzi e simili, dopo ogni tornata elettorale; sarei felice di essere smentito! Inoltre, lo si dica con chiarezza: l’attività di pulizia e le opere antincendio fatte dalla Comunità Montana del Matese nei boschi sono fatte poco e male e ciò lo si afferma senza timore di smentita, osservando gli effetti, osservando come di recente si sia verificato un incendio proprio nei boschi dei Zappini (proprio nelle zone di recente rimboschite…ma questa è un’altra storia…). Lo si dica con altrettanta chiarezza: non stupisce come il popolino, lontano dalla politica, abbia plaudito alle proposte governative di totale chiusura di questi carrozzoni! Non ne vede l’utilità, anzi, addossa a questi Enti un malcostume diffuso… Qualche breve notazione anche sulle esigenze di formazione, gestita dai più diversi enti pubblici, semi – pubblici (il nido ideale degli sprechi della p.a.) e privati; l’insieme delle attività tenute nella zona del Matese si sta dimostrando la più grande presa in giro degli ultimi anni per i giovani del posto, che cadono in un vortice vizioso di “corsi di formazione per iscriversi ad altri corsi di formazione”, non si sa bene finalizzati a che cosa…Se il sistema del lavoro, anche locale, sia pubblico sia privato, non è in grado di assorbire neanche in minima parte il prodotto di quella formazione, perché insistere con selezioni dai titoli roboanti (esperto di…, master di…, specializzazione in…) che costituiscono la forma più becera di sfruttamento dei giovani, al fine pressoché esclusivo di avvantaggiare più i formatori che i formati! Tanta la disperazione, che nel tam tam tra i giovani disoccupati, si sono scambiati i corsi di formazione tenuti dalla Comunità Montana (o meglio dalla società Ruralia) come le selezioni per i nuovi B.A.I.F., e, sia chiaro, non sono mancate strumentalizzazioni nel corso dell’ultima tornata di elezioni amministrative proprio in concomitanza delle selezioni. Con la stessa serenità ed onestà, chiediamoci anche perché il posto da B.A.I.F. è tanto ambito: forse perché fa gola a molti giovani un posto fisso, che consente anche di stare al fresco l’estate ed al caldo l’inverno (si badi, comportamenti di una piccolissima minoranza del personale, che pone in cattiva luce il nutrito gruppo di valevoli operai)… È una processione continua, tra uffici e sportelli, quella sezione di partito e quel politico di turno, riprecipitati nella fine degli anni ’80, il periodo forse più buio della storia italiana…per colpa di chi? Nel marasma della politica dell’illusione sembrano essersi persi del tutto gli obiettivi sicuri di ciascuno e di tutti: chi fa formazione professionale sappia formare senza illudere, le scuole pubbliche non diventino discount della formazione professionale, i presidi educhino le giovani generazioni ai saperi classici, senza trasformarsi in procacciatori di progetti e finanziamenti (basti osservare come siamo messi male nelle graduatorie europee sulle materie tradizionali, specie la matematica!), le Comunità Montane facciano presto e bene la forestazione e la manutenzione dei boschi, magari senza appaltarli al 50% di ribasso… Mi corre l’obbligo di segnalare, in merito alla numerazione civica dei comuni della Comunità Montana del Matese (disposto, sembra, dall’ultima giunta esecutiva Bergamin) che a distanza di anni non tutti gli enti hanno provveduto; a Gallo Matese, come in altri comuni, ad esempio non sono state affisse le targhe con i nomi delle strade: su chi grava l’obbligo, ora? Sulla ditta, sulla Comunità, sui Comuni…chissà… È pur vero, egregio Professore Fusco, che chi è senza peccato, scagli la prima pietra, biblico detto che, in quanto docente, chi più di Lei può interpretare. Fermo restando che era ed è suo diritto professare le sue idee e considerazioni con lo scritto e con ogni altro mezzo, non ci sfugge come il suo passato politico sia legato a doppio nodo alle vicende delle quali oggi si schernisce: Presidente del Consiglio della Comunità Montana nel “dopo – Manera” per più anni, portando questa carica eminentemente interna sui giornali e sovrapponendosi mediaticamente allo stesso presidente della Giunta (prima Missere e poi nei vari Pepe, Pepe bis…), assessore comunale a Fontegreca (possiamo ipotizzare una piena collaborazione con Montoro, nel frattempo divenuto il funzionario amministrativo del Parco del Matese), seppur per breve tempo gestore dei progetti formativi… Scusi l’ardire, forse sarebbe stato meglio agire quando si poteva, dove si poteva…(magari chiudendo anche come si deve il progetto Life Time…). Ad ogni modo, ribadendo il suo diritto di dissentire, pare che abbia dato (sfortunatamente per tutti) l’addio alla politica…o no?
reporter1970@libero.it
Hanno pressoché lo stesso sapore le parole dell’articolo del prof. Fusco, apparso recentemente sulla stampa, nelle quali l’ “ex” amministratore matesino, sulla falsariga delle pesanti affermazioni proferite nell’imminenza della visita sul Matese del Presidente Bassolino, ha mostrato uno squarcio significativo sulle inefficienze del sistema politico locale.
Non sta a chi scrive addebitare responsabilità, non solo politiche, della situazione attuale, poiché è lo stesso autorevole Autore ad identificare più o meno chiaramente amministrazioni, uffici se non anche personalità responsabili della pessima situazione, politica e sociale, in cui versa la provincia ed in particolare l’alto Matese. Per quanto riguarda, in particolare, la gestione dell’ambiente, le scorse giornate hanno dimostrato la totale inutilità della istituzione del Parco Regionale del Matese, di cui non pochi si lamentarono sin dalla sua nascita nel 1993, forgia di vincoli edilizi (men che per i palazzinari sul lago Matese e per le stesse Amministrazioni locali – vedasi ristorante abbandonato sul lago di Gallo e tanti altri…) e che, quando si è trattato di mettere in campo azioni positive di tutela ambientale non ha risposto alla sua naturale azione.
Basti pensare all’insabbiamento, tra Regione, Provincia, Parco e Comunità Montana del Matese, delle Guardie Ambientali Volontale (cd. G.A.V.), una sorta di “ronda verde” gratuita che avrebbe costituito una occasione di “presenza attiva” del Parco sul territorio e di formazione per i giovani. Ebbene, di questa esperienza, dopo una prima fase di selezione, non si è saputo più nulla. Ad oggi il Parco appare uno scolorito ente, collocato in una bellissima torre d’avorio di S. Potito, senza né arte né parte, che appare sui giornali quando si procede al pietoso ufficio della ripartizione delle cariche, insieme a Comunità Montana, consorzi e simili, dopo ogni tornata elettorale; sarei felice di essere smentito! Inoltre, lo si dica con chiarezza: l’attività di pulizia e le opere antincendio fatte dalla Comunità Montana del Matese nei boschi sono fatte poco e male e ciò lo si afferma senza timore di smentita, osservando gli effetti, osservando come di recente si sia verificato un incendio proprio nei boschi dei Zappini (proprio nelle zone di recente rimboschite…ma questa è un’altra storia…). Lo si dica con altrettanta chiarezza: non stupisce come il popolino, lontano dalla politica, abbia plaudito alle proposte governative di totale chiusura di questi carrozzoni! Non ne vede l’utilità, anzi, addossa a questi Enti un malcostume diffuso… Qualche breve notazione anche sulle esigenze di formazione, gestita dai più diversi enti pubblici, semi – pubblici (il nido ideale degli sprechi della p.a.) e privati; l’insieme delle attività tenute nella zona del Matese si sta dimostrando la più grande presa in giro degli ultimi anni per i giovani del posto, che cadono in un vortice vizioso di “corsi di formazione per iscriversi ad altri corsi di formazione”, non si sa bene finalizzati a che cosa…Se il sistema del lavoro, anche locale, sia pubblico sia privato, non è in grado di assorbire neanche in minima parte il prodotto di quella formazione, perché insistere con selezioni dai titoli roboanti (esperto di…, master di…, specializzazione in…) che costituiscono la forma più becera di sfruttamento dei giovani, al fine pressoché esclusivo di avvantaggiare più i formatori che i formati! Tanta la disperazione, che nel tam tam tra i giovani disoccupati, si sono scambiati i corsi di formazione tenuti dalla Comunità Montana (o meglio dalla società Ruralia) come le selezioni per i nuovi B.A.I.F., e, sia chiaro, non sono mancate strumentalizzazioni nel corso dell’ultima tornata di elezioni amministrative proprio in concomitanza delle selezioni. Con la stessa serenità ed onestà, chiediamoci anche perché il posto da B.A.I.F. è tanto ambito: forse perché fa gola a molti giovani un posto fisso, che consente anche di stare al fresco l’estate ed al caldo l’inverno (si badi, comportamenti di una piccolissima minoranza del personale, che pone in cattiva luce il nutrito gruppo di valevoli operai)… È una processione continua, tra uffici e sportelli, quella sezione di partito e quel politico di turno, riprecipitati nella fine degli anni ’80, il periodo forse più buio della storia italiana…per colpa di chi? Nel marasma della politica dell’illusione sembrano essersi persi del tutto gli obiettivi sicuri di ciascuno e di tutti: chi fa formazione professionale sappia formare senza illudere, le scuole pubbliche non diventino discount della formazione professionale, i presidi educhino le giovani generazioni ai saperi classici, senza trasformarsi in procacciatori di progetti e finanziamenti (basti osservare come siamo messi male nelle graduatorie europee sulle materie tradizionali, specie la matematica!), le Comunità Montane facciano presto e bene la forestazione e la manutenzione dei boschi, magari senza appaltarli al 50% di ribasso… Mi corre l’obbligo di segnalare, in merito alla numerazione civica dei comuni della Comunità Montana del Matese (disposto, sembra, dall’ultima giunta esecutiva Bergamin) che a distanza di anni non tutti gli enti hanno provveduto; a Gallo Matese, come in altri comuni, ad esempio non sono state affisse le targhe con i nomi delle strade: su chi grava l’obbligo, ora? Sulla ditta, sulla Comunità, sui Comuni…chissà… È pur vero, egregio Professore Fusco, che chi è senza peccato, scagli la prima pietra, biblico detto che, in quanto docente, chi più di Lei può interpretare. Fermo restando che era ed è suo diritto professare le sue idee e considerazioni con lo scritto e con ogni altro mezzo, non ci sfugge come il suo passato politico sia legato a doppio nodo alle vicende delle quali oggi si schernisce: Presidente del Consiglio della Comunità Montana nel “dopo – Manera” per più anni, portando questa carica eminentemente interna sui giornali e sovrapponendosi mediaticamente allo stesso presidente della Giunta (prima Missere e poi nei vari Pepe, Pepe bis…), assessore comunale a Fontegreca (possiamo ipotizzare una piena collaborazione con Montoro, nel frattempo divenuto il funzionario amministrativo del Parco del Matese), seppur per breve tempo gestore dei progetti formativi… Scusi l’ardire, forse sarebbe stato meglio agire quando si poteva, dove si poteva…(magari chiudendo anche come si deve il progetto Life Time…). Ad ogni modo, ribadendo il suo diritto di dissentire, pare che abbia dato (sfortunatamente per tutti) l’addio alla politica…o no?
reporter1970@libero.it