PIEDIMONTE
MATESE - Siamo chiari fin da subito, dichiara il Presidente della
Consulta del Matese Dott. Vincenzo D’Andrea, da tre anni non viene dato
seguito alla procedura di costituzione del Parco Nazionale del Matese,
istituito con la Legge 205 del 27.12.2017. Il motivo è che la Regione Campania
persevera nel sottrarsi al confronto sulle proposte di perimetrazione e di zonazione
(un Parco Nazionale è suddiviso in zone con regole più o meno stringenti in
relazione al grado di antropizzazione) formulate dal Ministero dell’Ambiente
sulla base degli studi effettuati dall’Istituto Superiore per la Protezione e
la Ricerca Ambientale (ISPRA). O, se lo fa, circoscrive il confronto in una
camera caritatis, limitata ad una sola parte del territorio del Matese campano,
e con discussioni approssimative che nulla hanno a che vedere con gli argomenti
scientifici e/o socio-economici richiesti dal Ministero dell’Ambiente (MATTM).
È evidente che l'identificazione di un territorio quale “area protetta”
presuppone che vi siano valori naturali e paesaggistici a rischio di
compromissione, che lo Stato intende salvaguardare. Di conseguenza, il tempo
non è un fattore neutro: in tre anni si è perso tanto, sia occasioni di
miglioramento sia l’opportunità di tutelare quei luoghi di elevato valore non
ancora alterati o contaminati, ma fortemente a rischio di degrado. Tutte le
aree comprese nella recente perimetrazione del Parco Nazionale del Matese
fornita da ISPRA, e con la quale concordiamo perfettamente, sono continuamente
penalizzate dai ritardi di esecuzione delle principali operazioni di avviamento
del Parco Nazionale e, ancor più, dalla scarsa consapevolezza del valore
potenziale intrinseco di un Parco Nazionale, anteponendo l’idea di “vincolo” a
quello di “tutela e valorizzazione”. Va compreso quale sia la reale idea di
“vincolo”, inteso verosimilmente come il timore di non poter sfruttare irresponsabilmente
il nostro decantato territorio! Noi crediamo che questa insana e ingiustificata
paura di non poter gestire le cose in modo approssimativo o addirittura
illecito, stia scatenando la rincorsa allo sfruttamento in questi mesi di
“attesa”, come sta accadendo nella Valle del Tammaro, dove l’aggressione è
tuttora in pieno svolgimento: con molteplici allevamenti intensivi, in essere
ed in ampliamento, ed impianti eolici fortemente invasivi sul territorio e sul
paesaggio. Ma siamo ben coscienti che la stessa “paura” vorrà procrastinare la
nascita del Parco Nazionale del Matese per poter ancora una volta attuare uno
sviluppo INSOSTENIBILE del territorio, tanto in Molise (pensiamo ai progetti di
sviluppo, lontani dalle esigenze reali dei tempi attuali, di Campitello Matese)
che nel Matese casertano (progettazioni di strutture e sistemi con rischio di
eccesso di invasività senza alcun reale beneficio). Il tutto in nome di uno
“sviluppo” che, oltre a non aver mai compreso le potenzialità del territorio, è
ormai obsoleto e estraneo a qualsiasi visione di sviluppo sostenibile
riconosciuta da tempo nelle strategie nazionali e europee. Ben lontano dal
concetto di reale e durevole del “Green Deal”, ormai sulla bocca di tanti ma
nella consapevolezza di pochi. Oltre alla devastazione paesaggistica, le aree
già individuate da ISPRA come da tutelare rischiano di subire un consumo di
suolo senza precedenti. Fare presto il Parco Nazionale del Matese è una
esigenza imprescindibile anche per fermare il crescente consumo di suolo
rilevato annualmente a livello nazionale e in atto ad un ritmo inaccettabile,
con conseguente degrado del territorio, perdita delle funzioni degli ecosistemi
naturali e danno idrogeologico, sanitario e climatico. Il Matese sudorientale
vede alcuni comuni ai primi posti delle graduatorie regionali con punte
superiori di oltre 50 volte la media nazionale in mq annuali pro capite! I casi
di Morcone e San Lupo sono al riguardo eclatanti. Il termine ultimo per
produrre osservazioni alla terza proposta di perimetrazione, presentata da
ISPRA, è scaduto il 31 ottobre, con ulteriore deroga al 30 novembre: quali
osservazioni sono pervenute dunque dalla Regione Campania e dalla Regione
Molise? La Provincia di Benevento risulta aver chiesto una proroga per individuare
un percorso condiviso con le Regioni Molise e Campania, senza tuttavia aver
prodotto sinora alcuna osservazione di merito tecnico-scientifica. La VII
Commissione del Consiglio della Regione Campania (Ambiente) avrebbe invece
richiesto, con i soli Sindaci già appartenenti al Parco Regionale del Matese,
una ulteriore proroga fino a 6 mesi, con proposte di perimetrazione e zonazione
approssimative, fuori luogo rispetto ai criteri di esistenza di un Parco
Nazionale secondo il principio della norma sulle “Aree Protette” (L.394/91 e
s.m.i.). A nostro avviso, Conclude il Presidente della Consulta Vincenzo D’Andrea,
si tratta di un “balletto” istituzionale indecoroso ed irresponsabile che non
conduce a soluzione efficace: laddove, sin dall’inizio, occorreva dar vita ad
un confronto tecnico finalizzato ad approfondire e nel caso adeguare alle
“Valenze Ambientali” del territorio, la proposta di perimetrazione, in un pieno
allineamento fra le Regioni, le Province, ed i 64 Comuni interessati, si è
voluto invece produrre una frammentazione del percorso, utile solo a dar voce a
interessi campanilistici, a portatori di interessi contrari alla tutela del
territorio e a bacini elettorali. Noi riteniamo che ulteriori rinvii siano
estremamente pregiudizievoli per il Patrimonio territoriale da custodire, non
abbiano ormai alcuna motivazione ragionevole e sostenibile sul piano tecnico –
scientifico e siano funzionali solo a favorire interessi e a logiche che nulla
hanno a che vedere con un processo attuativo di un Parco Nazionale. Non sarà
certo la nascita del Parco Nazionale del Matese il capro espiatorio delle
istituzioni per giustificare un mancato sviluppo socio-economico del
territorio. Noi continueremo a sostenere quanto invece essa rappresenti
finalmente una possibilità concreta per le comunità che vivono il Matese di
intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile, proficuo e duraturo nel
tempo, nel pieno rispetto delle peculiarità e delle ricchezze del territorio,
disarmando chi ancora non possiede la necessaria evidenza e conoscenza di
un’area meravigliosa troppo spesso relegata all’anonimato. Sarà piuttosto una
pessima governance, frutto di un percorso partecipativo troppo spesso
ostacolato e corrotto, a rischiare di determinare ciò che alcuni ambienti
politici territoriali paventano. Verosimilmente quegli stessi ambienti politici,
responsabili dei ritardi e delle distorsioni del processo attuativo della legge
istitutiva, che potrebbero reclamare ai vertici dell’Ente figure inadatte e
controproducenti nell’attuare gli scopi gestionali e propositivi di un Parco
Nazionale. Cosa già vista in tante occasioni, come nel Parco Regionale del
Matese che, per questo, ha creato sfiducia, malcontenti e diffidenza,
influenzando anche chi non ha mai vissuto in un’Area Protetta. È da qui che
bisogna partire, prima di “fare” il Parco! Da attenti e consapevoli stakeholder
del territorio matesino saremo incisivi col Ministro dell’Ambiente, non
accettando ulteriori proroghe controproducenti. Allo stesso modo agiremo sulle
Regioni, affinché si riapproprino del ruolo di programmazione di uno sviluppo
armonico ed equilibrato del territorio.
Pietro
Rossi