ALIFE. La
Cattedrale di Alife affollata e silenziosa ha riflettuto ancora una volta il
clima di comunione e di serenità “venuto” dal Convegno diocesano di una settimana
fa, e ha colto nelle parole di Mons.
Valentino Di Cerbo un nuovo invito e una nuova sollecitazione ad incarnare
la parola di Dio. Come un anno fa, anche questa volta, dalla chiesa di
Santa Caterina di Alife, il clero e i fedeli in processione hanno raggiunto il
sagrato della Cattedrale. Qui il Vescovo ha dato inizio alla celebrazione e poi
chiuso la porta che simbolicamente, lo scorso anno, dava inizio ad un nuovo
percorso pastorale e spirituale per la Diocesi. Pochi giorni fa il Papa ha
dato inizio all’anno della fede e in ogni diocesi italiana le comunità si sono
ritrovate per ripartire dal dialogo con Dio. Così ha chiesto anche Mons. Di
Cerbo alla sua comunità: “Davanti a lui porremo il nostro tempo, così
ambiguo e così ricco di fermenti di umanità, e le grandi trasformazioni sociali
e culturali, che hanno cambiato il nostro modo di accostarci alla vita e di
gestirla e che ci stimolano ad annunciare il Vangelo con coraggio e creatività
nuova. Soprattutto gli chiederemo di aiutarci a non pensare che la fede si
trasmette moltiplicando iniziative e occupando spazi pubblici. Questo modo di
fare ci illude di dare alla presenza della Chiesa e del Vangelo un certo
prestigio sociale e un certo potere sugli uomini, ma qui “nella casa”, in un
contesto di intimità che nasce quando i chiude la porta e la famiglia si trova
insieme, Egli ci ricorda che non il prestigio mondano ottenuto dai credenti, ma
solo l’intimità con Lui ci forma e ci introduce a quel modo di pensare,
di vivere e di sperare che costruisce vita nuova e salvezza per l’umanità”.
Durante
la celebrazione, il Vescovo ha consegnato a tutti i sacerdoti (simbolicamente a
tutte le comunità parrocchiali) la preghiera del Credo come segno di impegno a
crescere nella fede, da adesso, con uno spirito più maturo, più fortemente
consapevole e libero. In questo Anno speciale, ha ribadito Mons. Di Cerbo, vorrei
vedere le nostre chiese, non soltanto come ambienti dove ci si incontra e si
organizzano celebrazioni speciali, ma luoghi pieni di fascino in cui tante persone
da sole, in qualsiasi ora del giorno, passano per incontrare il Signore
presente nella Eucaristia. Vorrei, altresì, che il pensiero di Dio e del suo
amore per noi, pervadesse e fecondasse le nostre giornate.
Pietro
Rossi