18 settembre 2019

Partita anche in provincia di Caserta la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sullo ius culturae.


VITULAZIO - Nei comuni di: Caserta, Santa Maria C.V., San Nicola la Strada, Vitulazio, Bellona, Camigliano, Pastorano, Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise, Alvignano, Alife, Piedimonte Matese, Teano, Caianello è partita la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sullo ius culturae. È possibile andare a firmare recandosi nei comuni durante gli orari di ufficio. L’iniziativa è promossa dal comitato civico “Ritorno al futuro”- società aperta di Vitulazio coordinato da Paolo Scialdone. Con la proposta di legge di iniziativa popolare sullo ius culturae, si intende rimettere all’attenzione del Parlamento la questione dei diritti dei minori nati e cresciuti in Italia ma che non sono riconosciuti come cittadini italiani perché figli di genitori stranieri. Secondo i dati ISTAT, la popolazione straniera in Italia è di oltre 5 milioni di persone, e per circa il 20 per cento è composta da minorenni. Stranieri che molto spesso sono nati nel nostro Paese e sono pienamente inseriti nei percorsi scolastici: parlano la nostra lingua, frequentano le stesse scuole dei bambini e delle bambine cittadini italiani, con loro giocano e condividono passioni e percorsi formativi e educativi. Possono dirsi davvero stranieri nel Paese dove vivono? È utile per l’Italia farli sentire stranieri? Produce più sicurezza o più integrazione? Secondo il Comitato Ritorno al futuro la società è cambiata e a regolare il fondamentale diritto alla «cittadinanza» non possono essere le medesime leggi di un tempo, ma norme nuove adeguate alle attuali esigenze del Paese. Norme che riconoscano la cittadinanza italiana a quelle bambine e a quei bambini definiti “stranieri” che invece fanno pienamente parte delle nostre comunità, sia per le relazioni che vivono, sia per i percorsi di educazione e formazione alla cittadinanza che seguono e per i percorsi scolastici che frequentano. Il progetto di legge che viene proposto è identico a quello già approvato nella XVII legislatura dalla Camera dei Deputati e mai votato dal Senato della Repubblica.
Pietro Rossi