21 gennaio 2013

I SINDACI DEL MATESE SI ASSOCIANO PER LA GESTIONE DEL SERVIZIO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI


Comunità Montana del Matese

Piedimonte Matese. Presso la Comunità Montana del Matese si è tenuta la Conferenza dei Sindaci della zona per la presentazione da parte dell’Ing. Angelo De Simone, del  progetto relativo ad una gestione associata tra i Comuni del Servizio di raccolta dei rifiuti.  Gestire tale servizio in maniera associata, comporta per i Comuni numerosi vantaggi, che si concretizzano in una più che sensibile riduzione dei costi di gestione, con un abbattimento degli stessi pari a circa il 30%, percentuale derivante principalmente dalla  condivisione dei costi di trasporto, degli ammortamenti, della gestione del personale, etc. Lo schema progettuale presentato punta al raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata pari circa al 70%, circostanza che concede ai Comuni di accedere alle relative premialità, con conseguente abbattimento anche dei costi di smaltimento. La realizzazione della forma di gestione associata, dimostra il grande senso di responsabilità dei Sindaci matesini che contribuisce in maniera decisiva al raggiungimento di risultati improntati alla massima efficienza ed economicità nel campo della raccolta dei rifiuti.  Alla conferenza erano presenti anche altri Sindaci dei Comuni limitrofi, esterni alla Comunità Montana, ma interessati al progetto da adottare a breve in altri Comuni dell'Alto Casertano.
Pietro Rossi

UN SUCCESSO L'INCONTRO SU FAUNA E FLORA NEL MATESE PROMOSSO DAL CAI A FONTEGRECA



FONTEGRECA. Il quarto appuntamento del ciclo di incontri a tema su “Risorse Ambientali e Sviluppo Sostenibile - Realtà ed ipotesi nel territorio Matesino”, promossi dalla commissione Tutela Ambiente Montano della sezione CAI di Piedimonte Matese e svoltosi a Fontegreca venerdì scorso presso la Casa del Parco, ha registrato una massiccia partecipazione di interessati. Tema dell’incontro la componente vivente, vegetale ed animale del territorio matesino, affinchè, attraverso un ampliamento delle conoscenze al riguardo, il rispetto e la tutela degli equilibri naturali siano sempre più tangibili. In questo cammino di conoscenza e riflessioni sulla natura che ci circonda, a relazionare sulla flora è stato il dr. For. Pio Cliberti, che ha illustrato i diversi tipi di vegetazione presenti nel nostro territorio, ed i fattori ambientali che ne influenzano la distribuzione, sottolineando la presenza del castagno e la predominanza del faggio, fino al rapporto tra ambiente forestale e fauna selvatica.  Sulla fauna ha invece relazionato il dr.Vet. Vincenzo D’Andrea, illustrando come al vertice della catena biologica locale dominino il lupo e l’aquila, predatori tipici del massiccio matesino: argomenti di dibattito sono stati le caratteristiche fisiche e comportamentali del lupo, la difficile convivenza di questo splendido cacciatore con l’ambiente antropico, la presenza massiccia del cinghiale, lo sviluppo della pastorizia, la necessità di tutelare la tradizione e contemporaneamente usufruire dei vantaggi della tecnologia.  La partecipazione del Sindaco di Fontegreca, Antonio Montoro e del Presidente del Parco del Matese Umberto De Nicola, hanno reso più ampio il dibattito, che, scaturito dalle trattazioni degli argomenti, si è reso particolarmente interessante ponendo le basi per un dialogo tra il singolo e le istituzioni al fine di una collaborazione attiva e reciproca, finalizzata ad una maggiore armonia tra l’uomo e la natura. Fondamentale il ruolo della sezione CAI di Piedimonte Matese, che, come sostenuto Francesca Ciotte, che ha moderato l’incontro, « promuovendo incontri di tal genere, crea lo spazio, non solo fisico, per favorire la comunicazione, dalla quale emerge la consapevolezza che le risorse e le potenzialità del nostro territorio sono ancora da scoprire e rivalutare. Rivivere l’esperienza della montagna in un contesto di approfondimento delle proprie conoscenze è un dono che arricchisce e gratifica».
Pietro Rossi

DELIBERAZIONI COMUNALI, DOPO IL TAR ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO DA' RAGIONE AL COMUNE DI CAIAZZO.

Amedo Insero
CAIAZZO - Ha impugnato la sentenza del Tar ma, anche in questo caso, l'appello è stato rigettato e ritenuto infondato. Dopo il tribunale amministrativo anche il Consiglio di Stato ha dato ragione al comune di Caiazzo, la corte ha respinto le ragioni del consigliere di opposizione Amedo Insero circa la richiesta di annullamento delle deliberazioni di consiglio comunale numeri 17, 18, 19, 20, 21 e 22, deliberazioni - secondo Insero - adottate in sua assenza nella seduta del 5 agosto 2011. Ricordiamo i tre i motivi di censura contestati da Insero dinanzi al tribunale amministrativo: "l'avviso di convocazione era stato sottoscritto dal presidente del consiglio in violazione dell'art. 35 del regolamento del consiglio (per il quale la convocazione è disposta dal sindaco), che l'avviso di convocazione non gli era mai stato comunicato precludendogli la partecipazione alla seduta e in subordine che essendo la seduta durata 15 minuti ciò avrebbe reso evidente che la votazione non era stata preceduta dalla preventiva illustrazione degli argomenti da parte dei relatori". Il Tar, con sentenza del 9 maggio del 2012 rigettò il ricorso assumendo che "la sottoscrizione dell'avviso di convocazione è stata legittimamente apposta dal presidente in osservanza del comma 2 dell'articolo 25, in base al quale "il Presidente convoca, previo visto del Sindaco, il Consiglio comunale". Per quanto riguarda la ritualità della convocazione, "è circostanza pacifica tra le parti che, stante l'assenza dal suo domicilio, essa non sarebbe stata consegnata nelle sue mani". Un articolato motivo che Insero ha impugnato al Consiglio di Stato laddove il Tar ha ritenuto "di non dover dare valore alle dichiarazioni versate dalle parti nonchè alle difese delle parti in quanto si riteneva esistente una presunzione di consegna dell'avviso alla madre del ricorrente presso l'abitazione del ricorrente". Ragioni che non hanno convinto i magistrati riuniti in camera di consiglio. Il ricorso dunque è stato respinto, una causa che sarebbe costata all'amministrazione comunale per la difesa circa 5mila euro, sarebbe perchè l'amministrazione non si è difesa e non ha dato mandato al legale.

ESPERTI A CONFRONTO A DRAGONI SULL’AGRICOLTURA COME CUORE E MOTORE DELL’ECONOMIA LOCALE.



DRAGONI. "La valorizzazione dell’agricoltura, cuore e motore economico del nostro territorio" è il titolo di un interessante convegno in programma per sabato 26 gennaio, con inizio alle ore 17,00 nella sala consiliare del Comune di Dragoni. Promossa ed organizzata dall'associazione Patto per l'Alto Casertano, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale, ed inserita nel ciclo di incontri Politica e Territorio a cura dell'omonimo Osservatorio Permanente del sodalizio, la tavola rotonda si pone l'obiettivo di riaccendere i riflettori degli addetti ai lavori e richiamare l'attenzione della politica, degli enti e delle autorità preposte su un settore che versa in grandissime difficoltà, attraversato da una crisi latente che dura ormai da troppi anni con conseguenze negative sia in termini occupazionali che produttivi a danno soprattutto dei piccoli agricoltori che popolano il territorio dell'alto casertano, rappresentandone la vera ricchezza sociale e culturale. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco e padrone di casa Silvio Lavornia e del Presidente dell'associazione Ppac Giovanni Mastroianni, e l'introduzione a cura del Consigliere comunale delegato all'Agricoltura Marco Negri, che è anche Responsabile Imprenditori Agricoli del Patto per l’Alto Casertano, il convegno vedrà gli interventi di Vittorio Napolano, Vice Presidente del Collegio dei Periti Agrari della Provincia di Caserta, Antonio Limone, commissario straordinario dell'Istituto Zooproflattico del Mezzogiorno Campania e Calabria, Mario Grasso, Direttore regionale Cia Campania, Raffaele Puoti, Presidente Confagricoltura Provincia di Caserta, Tommaso De Simone, Presidente della Camera di Commercio Caserta e della Coldiretti di Terra di Lavoro, Vincenzo Peretti, Professore associato di Medicina Veterinaria e Produzione Animale presso l'ateneo Federico II di Napoli, Stefano Giaquinto, Assessore provinciale all’Agricoltura, e Giovanni Lavornia, Direttore dell'Osservatorio permanente Politica e Territorio e vice-presidente di Ppac. A tirare le somme del dibattito, moderato dal giornalista Enzo Perretta, saranno la Consigliera regionale neo delegata all'Agricoltura Daniela Nugnes e l'Europarlamentare Aldo Patriciello. 
Pietro Rossi

L’Ufficio Protocollo si è trasformato nel cuore propulsivo del Comune.

Francesco Nazzaro

MONDRAGONE. “La documentazione non si trova”, “Le carte non sono ancora arrivate”: sono queste alcune delle frasi che più spesso il cittadino si sente ripetere nei pubblici uffici, quando chiede semplicemente di conoscere l’esito di una istanza presentata. Nel Comune di Mondragone, grazie ad una silenziosa ma definitiva rivoluzione digitale, questo pericolo sarà scongiurato per sempre.

L’Ufficio Protocollo si è trasformato nel cuore propulsivo dell’intero Ente, dove il documento cartaceo non solo viene scannerizzato ma assegnato agli uffici in via elettronica, con possibilità di rintracciarlo e di verificare la presa in carico in tempo reale. Per le documentazioni più voluminose e complesse come le pratiche di edilizia privata è in fase avanzata un progetto di acquisizione di tutta la documentazione esclusivamente in via elettronica. A questo si deve aggiungere che ogni ufficio è stato abilitato ad acquisire il protocollo in uscita,  semplificando alcuni fasi di vecchia burocrazia, che consumavano giorni inutili.

“Si tratta di una rivoluzione digitale che aumenterà in modo visibile la produttività dell’Ente” commenta l’Assessore Francesco Nazzaro “Non si tratta solo di utilizzare un software diverso, si tratta di cambiare nel profondo una cultura di lavoro, azzerando i tempi morti ed aumentando l’efficienza. I nuovi software consentono – oggi – agli uffici di lavorare meglio e più velocemente. A breve, lo stesso sistema software, consentirà agli utenti di avere cognizione dello stato della propria pratica”.
Da sempre si era abituati ad avere l’idea di un Ufficio Protocollo, come di un ufficio caotico, pieno di carte. Oggi, con la spinta per la de materializzazione, non solo si procede più v velocemente, ma soprattutto si ha il controllo completo sulla trasmissione di un fascicolo o di una istanza. A questo si aggiunga  una ulteriore piccola rivoluzione, ovvero la ricezione via email dei fax, in modo tale  da risparmiare su carta e toner, ma soprattutto di consentire di ricevere fax in modo continuo, senza pericolo di perdere alcuna comunicazione.
“Non si tratta solo di una rivoluzione digitale” commenta il Sindaco Giovanni Schiappa “ma di una vera e propria rivoluzione culturale. Il Comune di Mondragone sta recuperando molto velocemente un grave ritardo tecnologico, ma nel contempo sta beneficiando di tutte le più avanzate soluzioni in materia di gestione documentale. Anche le determine e le delibere saranno redatte in via telematica, in modo tale da risparmiare carta e tempi morti dovuti alla burocrazia interna. Si tratta di una rivoluzione silenziosa i cui effetti benefici saranno visibili nel lavoro di tutti i giorni”.

La conciliazione nel licenziamento per motivi economici, indicazioni del Ministero del lavoro

Elsa Fornero
Il Ministero del lavoro ha fornito indicazioni sulla procedura conciliativa legata ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo prevista dall’art. 7 della Legge n. 604/1966, riformulato dalla Legge n. 92/2012 (c.d. riforma Fornero). La recente disposizione affida alla commissione provinciale di conciliazione istituita ex art. 410 c.p.c., il compito di espletare il tentativo di conciliazione che deve precedere il recesso. La procedura pone un intervallo temporale tra il momento in cui il datore di lavoro manifesta la propria volontà di cessare il rapporto, comunicata al lavoratore interessato e quello nel quale il licenziamento esplica i propri effetti. Sono tenuti al rispetto della norma tutti i datori di lavoro che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo occupino alle proprie dipendenze più di 15 unità (più di 5 se imprenditori agricoli), i datori che nello stesso ambito comunale occupino più di 15 lavoratori, pur se ciascuna unità produttiva non raggiunga tali limiti (per l’imprenditore agricolo dimensionato oltre le 5 unità vale lo stesso principio) e, in ogni caso, a chi occupa più di 60 dipendenti. La motivazione del licenziamento per cui occorre attivare la procedura deve essere riferibile ad un giustificato motivo oggettivo, secondo quanto prevede l’art. 3, seconda parte, della L. n. 604/1966, ovvero a ragioni inerenti l’attività produttiva è una scelta riservata all’imprenditore. Il Ministero del Lavoro non ritiene invece ricompreso nell’ambito dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo il licenziamento avvenuto per superamento del periodo di comporto. Il datore di lavoro rientrante nel campo di applicazione della norma che intende procedere ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo è obbligato ad inviare una comunicazione scritta alla Direzione del lavoro e trasmetterla per conoscenza al diretto interessato. Il nuovo art. 7 della L. n. 604/1966  individua attraverso il solo luogo di svolgimento dell’attività del dipendente  l’organo ministeriale competente per territorio. La comunicazione datoriale va effettuata per iscritto ed indicare la motivazione del recesso e la descrizione delle misure eventuali di assistenza alla ricollocazione. La Direzione territoriale del lavoro che ha ricevuto la comunicazione datoriale deve convocare le parti avanti alla commissione provinciale di conciliazione entro il termine perentorio di 7 giorni dalla ricezione dell’istanza. In caso di legittimo e documentato impedimento del lavoratore a presenziare all’incontro procedura può essere sospesa per un massimo di quindici giorni. La procedura di conciliazione si deve concludere entro 20 giorni dal momento in cui la Direzione territoriale del lavoro ha trasmesso la convocazione per l’incontro. In presenza di un legittimo e documentato impedimento del lavoratore a presenziare alla riunione fissata per il tentativo di conciliazione, per un periodo massimo di 15 giorni. In caso di fallimento del tentativo di conciliazione, il datore di lavoro può procedere al licenziamento del lavoratore individuato. In alternativa, se per una qualsiasi ragione non è stata effettuata la convocazione per il tentativo di conciliazione richiesto, il datore può procedere con proprio atto di recesso unilaterale, trascorsi i 7 giorni dalla ricezione della propria richiesta di incontro da parte della Direzione territoriale del lavoro. Il licenziamento adottato al termine della procedura conciliativa ha effetto “dal giorno della comunicazione con cui il procedimento è stato avviato”, ossia dal giorno di ricezione, da parte dell’Ufficio, della comunicazione datoriale relativa al “preavviso di licenziamento”, salvo l’eventuale  diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennità sostitutiva. Ferma restando la nullità del licenziamento intervenuto in costanza di maternità/paternità, gli effetti del licenziamento rimangono sospesi in caso di impedimento derivante da infortunio occorso sul lavoro. Il periodo di eventuale lavoro svolto in costanza della procedura si considera come “preavviso lavorato”, con corrispondente riduzione della relativa indennità in ragione della retribuzione corrisposta nello stesso periodo. La risoluzione consensuale del rapporto al termine della procedura obbligatoria di conciliazione consentirebbe comunque al lavoratore il diritto al “godimento” dell’Assicurazione Sociale per l’Impiego. La risoluzione consensuale del rapporto sottoscritta avanti alla commissione provinciale di conciliazione sarebbe, infine, anche esaustiva rispetto alla procedura formale prevista per garantire la genuinità delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali.