La cultura di un cibo sano e sostenibile,
rilancio dei consumi interni, legame con il territorio e la flessibilità come
chiave dell’export - Ne parleranno a Cibus dall’11 al 14 maggio i protagonisti
dell’industria e della distribuzione dandosi appuntamento il 4 maggio 2021. Cibus, grazie a Federalimentare ed
ICE/ITA, intraprende un percorso virtuoso che lo porterà ad essere sempre più
la piattaforma permanente del Food Authentic Italian. Si parte in maggio con
un’edizione che si preannuncia storica anche in termini del flusso dei
visitatori. Tenendo conto dei provvedimenti presi da alcuni eventi fieristici
che hanno deciso di posticipare o annullare alcuni appuntamenti in programma
come forma di prevenzione per il Coronavirus, Cibus 2020 è destinato ad essere
l’evento chiave per il food Made in Italy sul panorama internazionale. Sarà
inaugurato lunedì 11 maggio con un evento chiave dedicato al confronto tra
industria alimentare e distribuzione per elaborare, attraverso uno studio di
settore condiviso, una strategia di rilancio dei consumi alimentari interni,
fondamentali per consolidare gli straordinari progressi quali-quantitativi
della filiera agroalimentare. Considerando le dinamiche che impattano i mercati
internazionali, rendendoli volatili, il rilancio dei consumi interni e la
ricerca di nuove geografie per l’export risultano azioni decisive per la salute
del settore. In quest’ottica la strategia di Cibus è quella di assumere sempre
più un ruolo di booster del made in Italy alimentare, sia promuovendo nuove
iniziative volte al consolidamento del settore del fuori casa italiano (come il
nuovo evento Flavor, a Firenze dal 4 al 6 ottobre) sia annualizzando Cibus per
favorire le scelte assortimentali dei buyers nazionali e internazionali. Fiere
di Parma crede fermamente nel progetto di annualizzazione per cui ha approntato
un budget biennale di oltre 5 milioni di euro per il programma di incoming dei
buyer in collaborazione con ITA/ICE e con la Regione Emilia-Romagna. Sulla base
del successo riscontrato dal programma di Factory and Terroir Tour sul
territorio della Food Valley emiliana, Cibus ha creato un nuovo centro di
competenza, il “Destination Management”, per poterlo replicare su tutto il
territorio nazionale, offrendo ai top buyer, sia italiani che esteri,
un’esperienza completa di Food Authentic Italian. Cibus annualizzato risponde
anche ad una necessità espressa dai top buyer di cui riportiamo di seguito
qualche testimonianza. “Apprendo con piacere che Cibus si terrà ogni
anno – ha dichiarato Tom Berger, buyer di Guido'S Fresh Marketplace,
USA – E’ una fiera importante che mi consente di incontrare miei
fornitori e vecchi e nuovi partner per forti sinergie di business”. “Sono
contento che abbiate deciso di organizzare anche nel 2021 – ha detto Usman
Kallukothiyil della Five Group Trading Company, Qatar – una fiera che è
interamente dedicata ai prodotti alimentari italiani. Ci sarò”. “Trovo
assai interessante che Cibus 2021 – ha riferito Michael Del Mastro, di
Del Mastro, Danimarca – avrà le stesse caratteristiche di Cibus 2018 e
Cibus 2020, un appuntamento che non ho mai mancato”.Fiere di Parma crede
fermamente nel progetto di annualizzazione per cui ha approntato un budget di
oltre 5 milioni di euro per il programma di incoming dei buyer inoltre sulla
base del successo riscontrato dal programma di Factory Tour sul territorio
della Food Valley emiliana. E per sviluppare questa iniziativa, Cibus ha creato
una nuova figura aziendale, il “Destination Manager” per poterlo replicare su
tutto il territorio nazionale, offrendo ai top buyer, sia italiani che esteri,
un’esperienza completa di Food Authentic Italian. “Cibus è già l’unica
grande fiera internazionale che espone solo i prodotti alimentari italiani e la
sua mission è anche quella di fungere da volano per far crescere il consumo
interno – ha dichiarato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – Continuiamo
a guardare ai mercati esteri, ed anzi abbiamo potenziato budget e contenuti per
l’incoming dei buyer esteri, ma le gravi problematiche che affliggono il
commercio internazionale devono orientarci ad un recupero di quote nel mercato
nazionale. Una strategia che andremo a sviluppare con la Distribuzione e i gli
operatori del Fuori Casa”. La quota di export del settore agroalimentare
rimane comunque un motore di traino per l’industria agroalimentare. Infatti,
nel 2019 l’export è cresciuto del 6.6% rispetto all’anno precedente. "Essere
il secondo comparto produttivo del Paese con numeri che sono in controtendenza
con il resto dell’industria italiana è un grande merito dei nostri prodotti e
del nostro know how, ma è al tempo stesso una grande responsabilità –
ha spiegato Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare - Non
possiamo permetterci passi falsi e dobbiamo tentare il tutto per tutto per
difendere le nostre eccellenze dai rischi che incombono sul settore del food
& beverage. “I dazi e la Brexit sono senza dubbio una minaccia
perché possono giocare un ruolo fondamentale nella nostra unica fonte di
crescita, l'export, a cui è ancorata la produzione alimentare – ha
detto ancora Vacondio - ma è mia convinzione che i
consumatori stranieri comprino il cibo italiano perché è buono, unico ed
inimitabile e nonostante il prezzo. La vera minaccia, invece, ha a che fare con
la salute di tutti e si chiama Nutriscore. Con i suoi principi semplicistici,
discriminatori e penalizzanti, peraltro senza alcun fondamento scientifico,
cerca di minare i pilastri della dieta mediterranea, spaventando al tempo
stesso il consumatore che, se è disposto a spendere di più per comprare
prodotti buoni, potrebbe non essere disposto a spendere un centesimo per cibi
che vengono bollati da questo sistema di etichettatura come ‘non salutari’”.
“È soprattutto in nome di questa battaglia – ha sottolineato Vacondio - che
mettere in mostra i nostri prodotti e il know how di chi li crea diventa
fondamentale. Al di là delle incognite internazionali, infatti, l’unico punto
fermo resta il valore di ciò che produciamo, la sua straordinaria eccellenza.
Ed è questa eccellenza che esponiamo a Cibus, la più grande fiera del food
authentic italian, con l’obiettivo di dare un segnale forte: il nostro
food&beverage è una ricchezza tutta italiana, ma al servizio del mondo".
Cibus rimarca la sua attenzione a supportare l’espansione sui mercati
internazionali, attraverso il lancio di un nuovo progetto: M*EATING Italy a
Expo di Dubai 2020 (aprile – ottobre). Si tratta di uno spazio ristorazione
innovativo nel quale sarà possibile non solo apprezzare il meglio della cucina
italiana e delle eccellenze del Made In Italy ma che rappresenterà un
palcoscenico privilegiato per promuovere i campioni della creatività italiana. Il
complesso agroalimentare ha saputo rispondere positivamente alla richiesta dei
consumatori di prodotti sempre più sostenibili, sicuri, nutrienti e salubri. E
Cibus 2020, che si terrà a Parma dall’11 al 14 maggio, promette di presentare
uno spiccato profilo green, www.cibus.it. Nel Cibus Innovation Corner verranno
esposti i prodotti selezionati da un pool di esperti per capacità innovativa
nella valorizzazione del territorio, ma anche della sostenibilità della filiera
produttiva. E non mancheranno i percorsi tra i corridoi della fiera che
guideranno i visitatori verso i prodotti Bio, Free From e Vegani. Oltre 3.000
espositori presenteranno i nuovi prodotti a più di 80 mila operatori
commerciali, tra i quali circa 3mila top buyer esteri. Tra i tanti convegni,
spicca quello promosso dalla Fondazione Barilla in collaborazione con Cibus:
“La transizione verso sistemi alimentari più sostenibili: analisi e
prospettive”. Verranno presentate le principali sfide che i sistemi
agroalimentari mondiali devono affrontare, con un approfondimento del caso
italiano, per accelerare i progressi verso l'attuazione degli Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile e per individuare percorsi di sostenibilità efficaci verso
la realizzazione dell'Agenda 2030. L’approccio strategico alla sostenibilità e
all’innovazione sarà messo in risalto da case history di aziende italiane.
Pietro Rossi
Pietro Rossi