20 settembre 2017

CONVIVIALE ROTARY CLUB - CONVERSAZIONE SULLA PACE DI PADRE GENNARO (GUARDIANO DEL CONVENTO)

PIEDIMONTE MATESE  - La prima conviviale del neo Presidente  Venditti, (dopo la consegna della Campana , simbolo della guida della Presidenza, svoltasi nel mese  di giugno nei locali di Villa Turrita) , si terrà  venerdì 22 settembre nella bellissima location del Convento di S. Maria Occorrevole, più comunemente conosciuto come S. Pasquale. Luogo fascinoso,  che invita alla preghiera e alla meditazione ma che si infiamma, una volta all’anno, in occasione della Festa di S. Giovan Giuseppe della Croce a cui fanno da cornice orante i numerosi pellegrini dell’Isola Verde. Merito del nostro tesoriere ,Pasqualino Terracciano che da tempo parlava della conviviale a S. Pasquale e del nostro Presidente , Guglielmo Venditti, che ha supportato l’evento. Il nostro segretario Francesco Pace ha diramato il seguente avviso, avvertendo della conviviale: venerdì 22 settembre alle ore 18 e 45, nella suggestiva cornice del Convento Francescano di Santa Maria Occorrevole, verremo accolti da padre Gennaro (padre guardiano del convento) seguirà alle ore 20 la Conviviale nei locali del Convento . Dopo il saluto del presidente rivolto alle gentili signore, agli ospiti e tutti i soci del Club padre Gennaro svolgerà una relazione sul tema della Pace.  Nella mia memoria affiorano i ricordi mai sopiti delle serate passate in compagnia degli altri rotariani nei numerosi caminetti del nostro Rotary Club a discutere di programmi futuri. Rare volte vi abbiamo tenuta la conviviale nel lunghissimo, ampio corridoio che attraversa tutta la lunghezza del  Convento. I caminetti si svolgevano in una delle salette a pianoterra con vista sull’ampia vallata. Era bello, anche d’inverno, chiacchierare al calduccio del camino mentre si spandeva il profumo della cucina poco lontana. Non credo che le cose siano cambiate. Sicuramente ritroveremo il lungo corridoio, non più le salette occupate dai villeggianti, la stessa atmosfera di preghiera, il saluto gentile dei numerosi monaci. Sarà, per moltissimi di noi, una grande rimpatriata e un meraviglioso tuffo nel passato.  Mi piace riportare le le notizie sull'origine del santuario che è legata ad una tradizione popolare che vuole che, in un sabato di Quaresima del 1436, un pastore del luogo ritrovasse una sua pecorella smarrita inginocchiata davanti all'immagine della Vergine, dipinta su un muro.  La notizia si diffuse rapidamente per il paese e una folla di fedeli e curiosi salì sulle balze del M. Muto decidendo, di lì a poco, di erigere un tempio alla Vergine Maria. All'origine era solamente l'abside con l'affresco della Madonna a braccia aperte protetta dal Dio Pancreator. Durante il Rinascimento all'abside fu unita la chiesa attuale e durante il '600 vi si aggiunsero accorgimenti architettonici in stile barocco, che furono eliminati nei restauri del 1934 ritornando, così, allo stile originario. L'ingresso possiede un lineare portale in travertino, mentre all'interno si può notare un pregevole coro ligneo e nelle cappelle laterali i vari santi francescani: San Francesco, San Pasquale Baylon, San Giovan Giuseppe. E ancora lapidi funerarie di nobili locali tra le quali spicca quella della famiglia Sanseverino. Ma il vero centro di interesse rimane l'abside, dichiarata Monumento Nazionale nel 1926. il mistico S. Giovan Giuseppe della Croce, al secolo Carlo Gaetano Calosirto, nacque  ad Ischia il 15 agosto 1654; fin da piccolo apprezzò il gusto della meditazione. Novizio a Piedimonte, il 18 settembre 1677 fu ordinato sacerdote nella chiesa di S. Maria. Fu per anni il Maestro dei novizi. Durante la sua permanenza ed anche dopo la sua morte l'eremo bianco di San Pasquale fu un vero faro della spiritualità. Numerosi sono i prodigi fatti da S. Giovan Giuseppe della Croce che si tramandano nei secoli, tra i tanti ricordiamo: il ritrovamento del pane fuori la porta del convento in una notte d'inverno;  l'essersi tempestivamente allontanato, dietro invito di una misteriosa voce,  dal luogo dove cadde un grosso macigno; l'ingrossamento enorme di un piccolo pane crocesegnato donato ai frati per elemosina; un vino guasto dato in carità e trovato inaspettatamente dolce; i frati che trovano S. Giovan Giuseppe della Croce  sollevato da terra in estasi; la conversione, ad opera del santo, della N.D. Cecilia Acquaviva di Atri, duchessa di Laurenzana e signora di Piedimonte, che dopo una vita dissipata si trasformò in una umile serva dei religiosi e della povera gente. Dopo aver trascorso una vita nei salotti mondani dove era stata sempre servita, a sua volta servì scalza i frati e i muratori della Solitudine. Morì tra dolori atroci, fra le benedizioni del popolo.
Nicola Iannitti