Dott. Luigi Ferritto |
In Italia il cancro al polmone è la
prima causa di morte per tumore per gli uomini e la terza per le donne. In Campania
si calcolano 83 nuovi casi all’anno su 100.000 uomini e 21 su 100.0000 donne.
L’elevata mortalità è dovuta al fatto che la grande maggioranza delle neoplasie
viene diagnosticata in fase troppo avanzata. La chirurgia ottiene il 77% di sopravvivenza a 5 anni dopo la
resezione in stadio iniziale; la sopravvivenza decresce al 24% se la neoplasia
ha metastatizzato ai linfonodi regionali. Dunque individuare modalità di
diagnosi sempre più precoci e precise è la chiave di volta per salvare un
numero sempre maggiore di vite umane. Questo
è l’obiettivo dei medici e in particolar modo di Pneumologi, Oncologi,
Chirurghi toracici, Radiologi che hanno sviluppato tecniche diagnostiche molto
sofisticate ma hanno posto particolare attenzione, anche, ai delicati aspetti psicologici connessi con
l’attesa di una diagnosi che, fino a prova contraria, può essere nefasta. Lo ha
ben spiegato il Dott. Luigi Ferritto, pneumologo presso la Clinica Athena-Villa
dei Pini di Piedimonte Matese (CE): «Con le strumentazioni attualmente a
disposizione, anche presso le strutture sanitarie accreditate presenti sul nostro
territorio, è possibile identificare nel polmone noduli di dimensioni
millimetriche. Ciò permette di scoprire neoplasie latenti, con eccellente
possibilità di cura. Ma per arrivare alla diagnosi il paziente deve sottostare
a un iter anche relativamente lungo, che può mettere a dura prova il suo
equilibrio interiore. Di qui la necessità di porsi il problema di come
comunicare con questo tipo di paziente e supportarlo in questo delicato
frangente». Accertata la presenza di un nodulo polmonare, si può utilizzare la
TAC per calcolarne il volume e il tempo di accrescimento – parametri
fondamentali perché la massa neoplastica ha ritmi di sviluppo molto più elevati
di quelli delle formazioni benigne. Ma risultati ancora più affidabili si
ottengono con la TAC-PET, esame che in molti casi può dirimere fin da subito
ogni dubbio. Ed è allo studio la possibilità che questa avanzatissima
tecnologia venga utilizzata come esame d’elezione. Allo studio anche la
possibilità di attivare programmi di screening rivolti a fasce di persone a
rischio. «Si tratta di test che richiedono un notevole impegno economico e
organizzativo – puntualizza il Dott. Ferritto – ma necessari, una volta
comprovati i benefici in termini di prevenzione e cura». «Il nostro obiettivo - conclude il medico - è
quello di costruire percorsi diagnostico-terapeutici volti a garantire la
massima efficienza, con risposte rapide e totalmente affidabili, integrando le
professionalità e le tecnologie già presenti». Più che una dichiarazione di intenti, un vero
e proprio impegno, da onorare sfruttando al massimo la sinergia tra pubblico e
privato.