Alife
– La maggioranza consiliare di Alife, guidata dal Sindaco Giuseppe Avecone, ha provveduto ad approvare, nella seduta di Consiglio
comunale convocata in sessione ordinaria, il Bilancio consuntivo dell’esercizio
2012. Lo stesso documento ha chiuso con un risultato positivo di gestione di
competenza di € 336.214,25; con un risultato positivo di gestione dei residui
di € 29.318,30; con un risultato di amministrazione esercizio precedente
negativo di € 691.027,78 e con un disavanzo di amministrazione totale pari ad €
330.854,74. Rispetto al precedente esercizio il disavanzo è diminuito di €
360.173,04. L’approvazione del rendiconto 2012, licenziato con i voti della
sola maggioranza (l’opposizione consiliare era assente), è stata preceduta
dalle dichiarazioni del Sindaco: “Il Sindaco e l’intero gruppo di maggioranza, premesso che la relazione
illustrativa di cui al comma 6 dell’art.152 del TUEL, unitamente allo schema di
rendiconto dell’esercizio 2012, è stata approvata in data 30 aprile 2013 dalla
Giunta comunale ed in pari data la documentazione è stata depositata
all'ufficio segreteria, dandone avviso ai consiglieri comunali ed al revisore
dei conti; che tale slittamento da parte della Giunta e degli uffici è stata
dovuta al fatto che la chiusura del rendiconto necessitava dei dati definitivi
del gettito dell'Imu 2012, infatti, dopo l'accertamento convenzionale (stime
dell'Economia del 15 ottobre) e quindi del Fondo sperimentale di riequilibrio,
ora fondo di solidarietà, nonostante la norma preveda che «a seguito della
verifica del gettito dell'imposta municipale propria dell'anno 2012, da
effettuare entro il mese di febbraio 2013, si provvede all'eventuale
conseguente regolazione dei rapporti finanziari tra lo Stato e i Comuni,
nell'ambito delle dotazioni del fondo sperimentale di riequilibrio e dei trasferimenti
erariali» (articolo 9, comma 6 bis del d.l. 174/2012) gli stessi sono stati
comunicati con ritardo; che tale criticità è stata evidenziata anche dall’ANCI
che ha richiesto, considerato l’approssimarsi della scadenza prevista per
l’approvazione del rendiconto, ai ministeri dell'Economia e dell'Interno il
differimento dei termini per l’approvazione del rendiconto 2012; che
l'incertezza dei dati Imu 2012 ha reso difficile anche la certificazione dei
risultati finali del Patto per il 2012, che deve essere sottoscritta dal
rappresentante legale, dal responsabile del servizio finanziario e dall'organo
di revisione, e spedita al ministero dell'Economia entro il termine perentorio
del 31 marzo; che per le operazioni del rendiconto 2012 è stato introdotto l'obbligo
della verifica dei debiti e i crediti delle società verso gli enti
controllanti, che dovranno trovare corrispondenza nei residui attivi e passivi
risultanti dal bilancio del Comune o della Provincia alla stessa data.
Adempimento reso molto complesso dalla notoria ed annosa condizione di
difficoltà economico - finanziaria in cui versano i consorzi pubblici della
Provincia di Caserta; che dal rendiconto 2012 trovano applicazione i nuovi
parametri per l'individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari,
aggiornati con decreto del ministero dell'Interno del 22 febbraio scorso; che
la necessaria verifica dei residui attivi e passivi degli anni precedenti ha
assunto i caratteri dell’eccezionalità ove si consideri che questa nuova
Amministrazione, insediatasi nel maggio 2011, è stata chiamata ad approvare in
soli due anni, i rendiconti relativi agli esercizi 2009, 2010 e 2011, atti non
approvati dalle precedenti amministrazione durante gli esercizi di competenza;
che il revisore, che per legge (art.239, comma 1, lettera d) TUEL) ha 20 giorni
di tempo per depositare la propria relazione, ha depositato la stessa il giorno
13 maggio; che il Consiglio di Stato con parere 01960/2012 del 23/04/2012,
chiamato a pronunciarsi sul Ricorso straordinario al Presidente della
Repubblica proposto dall’Avv. G. P. per l’annullamento della deliberazione del
consiglio comunale di xxxx n. 14 del 15 luglio 2009 avente ad oggetto
“approvazione rendiconto di gestione esercizio finanziario 2008”, ha ritenuto
meritevole di accoglimento il ricorso straordinario proposto da un Consigliere
comunale contro la delibera consiliare di approvazione del rendiconto di
gestione dell’esercizio finanziario, sotto il profilo della violazione degli
artt. 227 e 239, D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, sub specie carenza della
disponibilità della relazione del revisore almeno 20 giorni prima della seduta
di approvazione del bilancio; che anche il
Ministero, nella propria relazione al Consiglio di Stato, ha ritenuto il
ricorso fondato per il mancato rispetto dei termini di deposito dello schema di
rendiconto; che alla luce di quanto sin qui esposto emerge che per poter
correttamente deliberare in merito all’approvazione del predetto rendiconto la
prima data utile, per rendere disponibile nei venti giorni precedenti la
relazione del revisore, risulta essere quella odierna del 4 giugno; che l'art.
ll dello Statuto prevede che il Consiglio deve essere convocato "in sessione ordinaria quando all'ordine del
giorno vi è l'approvazione del rendiconto di gestione, con avvisi da notificare
almeno 5 giorni interi prima del giorno stabilito per l'adunanza. Dal computo
dei giorni sono esclusi i festivi e quelli di chiusura degli uffici"; che
tale termine è ribadito dal regolamento sul consiglio comunale, il quale all'art.27,
comma 3, precisa che i cinque giorni devono essere liberi; che in data 6 maggio
è pervenuta la diffida del Prefetto, notificata ai consiglieri in data 8
maggio, che concedeva il termine di 20 giorni per l'adozione della delibera
consiliare, termine coincidente con la
data del 28 maggio; che la predetta diffida, fa salve le diverse previsioni
statutarie del comune ed ovviamente le vigenti norme di legge; che il termine
per l'approvazione fissato dal Prefetto, dunque non si sarebbe potuto in ogni caso
rispettare, stando ai dettami della legge, dello statuto e del regolamento
comunale che disciplina il funzionamento del consiglio; che al solo fine di
ottemperare alla diffida prefettizia, rispettando dunque il termine del 28
maggio (termine di scadenza della diffida), gli uffici hanno predisposto gli
atti di convocazione del consiglio comunale per il giorno 27 maggio in sessione
straordinaria, per la quale lo statuto ed il regolamento prevedono soltanto tre
giorni di preavviso ai consiglieri comunali, consapevoli della diversa
statuizione delle norme statutarie e regolamentari inerenti la convocazione del
consiglio e della previsione dell'art.227 del Tuel 267/2000 inerente i tempi
del deposito della relazione del revisore; che si confidava nel senso di
responsabilità e di leale collaborazione dei consiglieri di opposizione,
auspicando il prevalere di una democrazia sostanziale piuttosto che formale
nella gestione di un momento fondamentale nell’amministrazione della
collettività alifana; che tale aspettativa è stata, tuttavia, mal riposta in
quanto nel giorno stesso di convocazione del consiglio, 27 maggio, i
consiglieri della minoranza facevano pervenire in Comune una nota con cui
richiedevano il rinvio del Consiglio a causa di una irregolare convocazione
(cioè: sessione straordinaria in luogo della ordinaria, e mancato rispetto del
termine prescritto dall'art,227 per la messa a disposizione della relazione del
revisore), facendo trapelare l'eventuale impugnativa della deliberazione
adottata nonostante il vizio di convocazione; che alla luce dell’autorevole
giurisprudenza sopra richiamata e di altre pronunce di merito, sul rispetto dei
termini statutari e regolamentari di convocazione, valutati i rilievi dei
consiglieri di minoranza e ritenuto concreto il rischio della impugnativa della
deliberazione eventualmente adottata, con conseguente eventuale suo
annullamento, nonché preso atto che nella diffida prefettizia si facevano
comunque salve diverse previsione statutarie, anche nel rispetto della minoranza,
per consentire ad essa la più ampia partecipazione all'approvazione di un atto
fondamentale dell'ente, il Consiglio comunale all'unanimità ha deciso, con la
deliberazione n.l0 del 27 maggio 2013, di rinviare ad altra data la seduta per
l'approvazione del rendiconto; che il convincimento della correttezza
dell’operato dell’amministrazione è stato avvalorato da numerosi confronti
telefonici con autorevoli esponenti del foro amministrativo napoletano e con
funzionari della Prefettura di Caserta; che il giorno successivo, 28 maggio, si
è provveduto a disporre la nuova convocazione del consiglio comunale per il
giorno 4 giugno 2013, nel rispetto di tutte le norme sopra richiamate, ed a
darne comunicazione al Prefetto con nota prot. 5700; che con successiva nota Prot.
N. 5833 del 30/05/2013 si evidenziavano al Prefetto di Caserta i fatti sin qui
esposti al fine di dare piena contezza delle ragioni tecniche che avevano
indotto alla non approvazione già in data 27 maggio del rendiconto 2012; che
nonostante le predette note ed i colloqui intercorsi con S.E. il Prefetto di
Caserta, lo stesso con decreto Prot. N. 22075-1 Area II (EE. LL.) del
31/05/2013 nominava il commissario ad acta per l’approvazione del rendiconto
2012; considerato che a giudizio del sottoscritto e degli uffici, dalla data di
deposito della relazione del revisore e degli atti del consuntivo, sia
stato dato ai consiglieri comunali un
ampio e sicuramente sufficiente tempo per visionare gli atti e la documentazione
relativa al rendiconto, senza ledere le loro prerogative; che l’affidamento
sullo spirito di leale collaborazione con i consiglieri di minoranza è stato
assolutamente mal riposto, avendo gli stessi strumentalizzato aspetti
procedurali per avviare una campagna diffamatoria nei confronti del sottoscritto
e dell’intero gruppo di maggioranza; che l’astio politico ha prevalso
sull’interesse della collettività alifana e sulla volontà democraticamente
manifestata dalla stessa nelle urne, preferendo una dialettica di tipo
formalistico ad una di tipo sostanziale, non apprezzando, pertanto, l’apertura
di credito fatta a questa minoranza dal sottoscritto e dal gruppo di
maggioranza; che sulla stampa è stato sbandierato in modo diffamatorio e
meschino che il differimento del termine di approvazione del rendiconto 2012 è
stato generato dalla “mancanza dei numeri
per approvarlo” da parte di questa maggioranza, tacendo sulla condotta vile
che da un lato reclamava più tempo per l’esame della documentazione contabile e
dall’altro intimava al Prefetto lo scioglimento per mancato rispetto dei
termini; che l’unica proposta formulata dalla minoranza per risolvere i
problemi della collettività alifana è il ricorso al dissesto, che da estrema
ratio viene proposto come panacea di tutti i mali nascondendo le ricadute soprattutto
in termini di aumento della pressione fiscale che dallo stesso scaturirebbe in
capo agli alifani; ritenuto doveroso per il sottoscritto dimostrare alla
collettività alifana ed alle autorità competenti che l’unica ragione per il
differimento della adunanza consiliare è stata quella di voler affermare, così
come in altre circostanze, il rispetto della legalità e dei termini previsti
dallo Statuto e dai regolamenti dell’ente;
rilevato inoltre che l’approvazione del conto consuntivo del
2012 che questo consesso stasera potrebbe deliberare, date le attuali
circostanze, assume un valore che travalica il mero adempimento
economico-finanziario rappresentando in realtà, l’argomento in cui si esprime e
si consolida questa maggioranza, a dimostrazione che il democratico governo del
comune non deve essere interrotto e mortificato da un incidente procedurale. E’
peraltro ormai nota a tutti la circostanza che gli uffici avevano depositato
gli atti sul consuntivo entro tempi palesemente utili ai consiglieri, malgrado
una convocazione del Consiglio emanata in linea straordinaria invece che
ordinaria, al solo fine di rispettare i termini della diffida prefettizia.
Inoltre, nel pieno rispetto dell’azione politica della minoranza che faceva
pervenire con nota Prot. N. 5643 del 27/05/2013 una richiesta di rinvio del
Consiglio per il mancato rispetto dei termini previsti dal regolamento e
statuto comunale, oltre che del mancato rispetto dei termini del deposito della
relazione del revisore dei conti (art. 227 tuel), il gruppo di maggioranza,
udito anche collegialmente il parere del funzionario prefettizio preposto ai
rapporti con gli Enti locali, apriva la seduta di consiglio comunale del 27/05
votando all’unanimità il rinvio del consiglio comunale. Subitaneamente (nella fattispecie
il giorno dopo) si emanava nuova convocazione (ordinaria) del consiglio alla
seduta odierna. Queste sono le motivazioni per cui il
consiglio non ha proceduto a celebrare la seduta programmata per l’approvazione
del consuntivo, dovendosi quindi escludere sia un’inerzia dell’Ente, sia una
volontà contraria all’approvazione, sia una mancanza di coesione della
maggioranza consiliare.
Non è dunque lecito che oggi, giocandosi
sul filo del rasoio di un termine che si assume non rispettato in regime di ore,
si crei il presupposto per la sanzione più grave che può colpire
un’amministrazione comunale, e cioè lo scioglimento del proprio consiglio. Ritengo mio fondamentale dovere dimostrare
invece che esistono i presupposti amministrativi e politici per chiudere il
procedimento legato all’approvazione del consuntivo e andare avanti con gli
organi ordinari dell’ente. Diversamente la sconfitta conseguente a un
ingiusto e antigiuridico scioglimento, di cui non esistono i sostanziali
presupposti che l’ordinamento esige, sarebbe tanto più grave e pungente da non
consentirmi di camminare a testa alta tra i miei concittadini. Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, nell’appellarsi
alla comprensione dei motivi di legittimità formale che hanno indotto lo
scrivente a prorogare la data di convocazione del consiglio, chiede di porre in
votazione la proposta di procedere all’esame e all’approvazione del Rendiconto
della gestione dell’esercizio finanziario anno 2012. All’esito di tale
votazione, si chiede altresì di votare in ordine all’opposizione alla nomina
del commissario ad acta effettuata dal Prefetto, demandando al Sindaco ed alla
giunta comunale per gli adempimenti conseguenti”.