Adelaide Tronco |
CASERTA. La vicenda del bambino
conteso di Padova trascinato da scuola in nome di una sentenza del Tribunale
dei Minori merita una riflessione su come la nostra società tratta i propri
bambini. Possibile che non si comprenda che le giovani vite devono essere messe
al centro di qualunque scelta degli adulti? È fondamentale ricordare che anche
quando non si è più una coppia coniugale si continua ad essere una coppia
genitoriale. Come ammonisce il vescovo di Padova i genitori, invece, si
lasciano spesso trascinare dalla rabbia e dal rancore trascurando le necessità
dei figli ed ignorando il loro dolore interiore. Purtroppo
nel caso di Padova, come in tantissimi casi analoghi, far intervenire la legge
che con la freddezza della carta bollata fa rispettare regole e sentenze, è
controproducente per la buona risoluzione delle questioni familiari. Posto che
le sentenze vanno rispettate anche quando non piacciono, il Tribunale dei
Minori ha deliberato, anche se non abbiamo gli elementi per capirne le
motivazioni, a favore del padre (non dimentichiamo, però, che la madre ha perso
la patria potestà per motivi che non ci sono noti). Ricordiamo, inoltre, che la
polizia, chiamata a far rispettare la sentenza del Tribunale, aveva già tentato
più volte di incontrare il bambino, rinunciando di fronte alle sue resistenze.
Poste queste premesse si comprende che l'unica strada praticabile, se si ha a
cuore il benessere interiore dei bambini, è la collaborazione intelligente,
matura e responsabile dei genitori, i soli che avrebbero potuto risolvere in
modo meno traumatico questa vicenda. Certo, la polizia avrebbe dovuto evitare
di sconvolgere il bambino trascinandolo a forza come un delinquente, ma la
madre, che sapeva della visita dei poliziotti, invece di farsi accompagnare dai
parenti muniti di telecamera (per usare il filmino come arma mediatica contro
il marito), avrebbe potuto chiedere l'aiuto di esperti per preparare il figlio
ad una decisione che sapeva essere inevitabile, rassicurarlo sul fatto che
avrebbe continuato a vederlo ed eventualmente protestare (lontano dal
ragazzino!) se non le fossero stati garantiti i diritti di madre. Ma nell'era
dei media, dove l'egoismo prevale quasi sempre, si è scelta la strada della
gogna pubblica, di commuovere le masse a spese di un bambino, strumento
inconsapevole di un'assurda e drammatica “Guerra dei Roses”.
Adelaide Tronco
Presidente provinciale
ENDAS