CastelVolturno - «La nostra
sfida contro le mafie su questo territorio comincia oggi dalla neo cooperativa
di Castel Volturno Le terre di Don Peppino Diana che da bene confiscato si é
convertito in un caseificio” così Gianpiero
Calzolari presidente Cooperare con Libera Terra - in occasione della 6° assemblea dell’associazione da lui
presieduta - racconta il nuovo percorso di legalità cominciato nel casertano. “Il modello economico che proponiamo è un modello
sostenibile che si contrappone a quello mafioso clientelare, la valorizzazione
di tradizioni e produzioni dei territori, responsabilità di ogni singolo
soggetto, indipendenza economica delle imprese e capacità di stare sul mercato
creando indotto e lavoro. Una sfida che i soci della cooperativa stanno affrontando
anche grazie al supporto imprenditoriale dell’intero sistema di Cooperare con
Libera Terra: da Granarolo al Gruppo
Unipo+l al sistema Coop e Legacoop Campania.
Imprese del Nord e del Sud unite per contrastare attivamente le mafie che
contaminano il nostro Paese. Oggi
l’insieme delle cooperative di Libera Terra conta 150 lavoratori, con un
fatturato di vendite complessivo che supera i 5 milioni di euro e contribuisce creare
un importante indotto direttamente sul territorio. Il patrimonio netto delle
cooperative supera i 2 milioni di euro. Sono quasi 1.500 gli ettari di terreno
restituiti alla legalità, 18 gli accordi di produzione con gli agricoltori
limitrofi e 160 ettari di terreno circa” . Alla tavola rotonda “Una rinascita
possibile” tenutasi questa mattina a Castel Volturno all’interno della
cooperativa “Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra” presieduta da Massimo
Rocco, hanno partecipato: Carmela
Pagano, Prefetto di Caserta, Massimo Rocco Presidente cooperativa Le
Terre di Don Peppino Diana, Mario Catalano Presidente Lega Coop, Tommaso De
Simone Presidente Camera di Commercio Caserta e Unioncamere, Nando Dalla Chiesa presidente
onorario Libera. Associazione, nomi e numeri e Carlo De Stefanoo Sottosegretario
Ministero degli Interni. Nando Dalla Chiesa, ha ricordato che "confiscare un bene
ad un mafioso significa fermare un progetto di vita, che punta ad unire il
benessere economico dell'azienda con quello della sua famiglia". "Il
mafioso - ha aggiunto Dalla Chiesa - è ossessionato dall'idea di accumulare
beni da lasciare alle generazioni successive. Confiscare, quindi, non è
semplicemente sottrarre qualcosa, ma interrompere il suo progetto". Secondo il
sottosegretario agli interni, Carlo De Stefano, è "incoraggiante
sapere che ci sono migliaia di giovani che aspirano ad entrare nelle
cooperative". "Questo significa - ha aggiunto - che i giovani
credono, hanno fiducia, sono desiderosi di libertà e del rispetto delle regole.
Occorre spostare il consenso dall'illegalità alla legalità. C'è un sostegno
normativo che ci consente di operare in questa direzione". La tavola rotonda è stata soprattutto l’occasione per diffondere e
raccontare gli aspetti essenziali e gli obiettivi futuri del Progetto Libera
Terra. Riscattare i territori oppressi dalle mafie partendo dai beni confiscati
e seguendo un sistema economico basato sulla legalità, sulla giustizia sociale
e sul mercato. Sostenere aziende trasparenti e autosufficienti in grado di dare
lavoro, creare indotto positivo e sostenere tipicità del territorio puntando al
miglior prodotto possibile per un’ eccellenza accessibile al consumatore. Il progetto Libera Terra è coordinato
dal Consorzio Libera Terra Mediterraneo e le cooperative di Libera Terra e supervisionati
da Cooperare con Libera Terra, l’agenzia
per lo sviluppo cooperativo e la legalità che supporta, con trasferimento di
competenze e know how, le cooperative
che gestiscono beni confiscati alle mafie e che si riconoscono in 'Libera.
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie'.. Al termine della Tavola Rotonda il Sottosegretario del Ministro
dell’Interno ha inaugurato la “Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità” nata all’interno del
caseificio e dedicata alla memoria di Vanda Spoto figura storica della
cooperazione campana e vicepresidente della Legacoop.
c.s.