22 luglio 2024

I VICEPRESIDENTI DIOCESANI DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA IN VISITA ALL’ISTITUTO SERAFICO DI ASSISI.

ASSISI - Bellissima ed emozionante giornata, presso l’Istituto Serafico per Sordomuti e Ciechi di Assisi, quella trascorsa dai partecipanti al Campo Nazionale dei Vicepresidenti diocesani Settore Adulti dell’Azione Cattolica Italiana che si è svolto proprio ad Assisi

dal 18 al 21 Luglio 2024, guidati dal Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano. Il Serafico è un Ente Ecclesiastico senza scopo di lucro che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Ci prendiamo cura della

persona nella sua totalità, ha spiegato agli astanti la Dott.ssa Francesca Di Maolo Direttrice dell’Istituto Serafico, coniugando principi etici, evidenze scientifiche ed esperienza clinica. La vita prima di tutto. Un’attenzione particolare che abbiamo nel rispettare il

valore e la dignità della vita. Crediamo, ha concluso la Direttrice del Serafico, che i limiti e le fragilità siano una risorsa per tutta la comunità e fondamentali nello sviluppo di una società più giusta e più umana. I partecipanti al Campo Nazionale dell’Azione Cattolica hanno visitato l’Istituto è constatato come grazie al personale altamente qualificato, è offerto ai ragazzi disabili un programma educativo-riabilitativo personalizzato, nel quale si uniscono cuore e dedizione a terapie qualificate e innovative. Hanno compreso come la loro vita quotidiana è simile a quella vissuta in una qualunque famiglia, seppure nelle condizioni di bisogno

assistenziale continuativo. Le giornate sono scandite dalla frequenza alle attività terapeutiche di riabilitazione, ai laboratori occupazionali, al proseguimento del progetto scolastico per i ragazzi in età evolutiva. L’incontro è stato animato anche da alcune operatrici dell’Istituto Serafico che svolgono un ruolo cruciale nella cura e

nell'assistenza dei pazienti le quali hanno portato le loro testimonianze. A fine visita, bendando i partecipanti hanno dimostrato come sia difficile per i non vedenti orientarsi e camminare al buio affidandosi solo ad una persona che li guida. La visita all'Istituto Serafico di Assisi ha offerto ai rappresentanti dell’Azione Cattolica, provenienti da 

tutte le diocesi d’Italia, un'esperienza profonda e toccante, che lascia un segno duraturo, promuovendo una maggiore empatia e un desiderio di contribuire positivamente alla società. Nonostante le difficoltà, l'Istituto Serafico di Assisi rappresenta senza dubbio un luogo di speranza, dove le persone con disabilità ricevono assistenza di alta qualità e attenzione amorevole, migliorando le loro prospettive di vita.

Pietro Rossi


09 luglio 2024

L’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA A BRACCIA APERTE PER COSTRUIRE ALLEANZE.

PIEDIMONTE MATESE – A braccia aperte....per costruire alleanze” è stato il tema dell’appuntamento annuale con la Scuola Associativa estiva dell’Azione Cattolica Diocesana di Alife-Caiazzo, tenutasi domenica scorsa presso il Santuario di Santa Maria Occorrevole, a cui hanno preso parte anche il Delegato Regionale Gianfranco Aprea e il Delegato nazionale del settore giovani Marco Pio D’Elia. Quella di quest’anno è stata una Scuola Associativa particolare,

ha ribadito la Presidente Diocesana Cinzia Brandi, con una idea ed un valore aggiunto in più...il coinvolgimento delle associazioni e movimenti diocesani, proprio perché siamo convinti che nel nostro stile associativo un elemento caratterizzante è proprio costruire ponti, tessere Alleanze. L’Abbraccio era il tema della giornata e, il delegato Regionale 

Gianfranco Aprea ha aperto il suo intervento con un’accurata lettura di una poesia di Pablo Neruda proprio sull’abbraccio. L’abbraccio è qualcosa di importante che ci avvicina all’altro, che ci rende più umani e ci ha fatto soffrire il tempo di pandemia quando questo gesto non poteva essere fatto.  Bella e importante è stata la data dello scorso 25 aprile quando l’intera Associazione si è recata a Roma per un incontro con Papa

Francesco, data bella perché giorno della Liberazione e, quindi giorno speciale per sottolineare il tema dell’Abbraccio. Il Papa ha fatto riferimento all’abbraccio che manca e a quello che manca che porta a situazioni difficili quali la guerra, ha fatto riferimento all’abbraccio che troviamo spesso nella Scrittura (basti ricordare l’abbraccio del Padre Misericordioso) che è quello che arriva 

direttamente dal profondo del cuore in quanto siamo tutti figli di Dio e non dobbiamo mai rifiutare il Suo abbraccio. C’è poi l’abbraccio che cambia la vita che porta ad una vita di Santità. L’ Azione Cattolica deve tener sempre conto di queste braccia aperte ed essere sempre inclusiva, deve accogliere tutti perché la Chiesa accoglie tutti senza se e senza ma. 

Anche nelle realtà più piccole dove la mentalità è più chiusa l’AC deve rafforzare la sua apertura. Bisogna costruire ponti e mai muri nei confronti di chi la società scarta e fare reti con le altre associazioni ecclesiali. L’Azione Cattolica prende nota del Sinodo e del camminare insieme per costruire alleanze per il bene comune. Il Papa 

afferma che l’AC è una grande palestra di Sinodalità e bisogna stare accanto ai Vescovi. L’Azione Cattolica, ha concluso Gianfranco Aprea, è a braccia aperte se spera e non dispera, la nostra speranza è Cristo speranza che non delude mai. Bisogna fare un serio percorso spirituale e avere un carisma sempre di gioia e mai di frustrazione. Dobbiamo essere

promotori della cultura perché come dice il Papa quella dell’abbraccio è la via dell’amore. Il Delegato Nazionale Marco Pio D’Elia, ha sottolineato che bisogna avere una forte capacità di dialogo per poter accettare i pensieri di tutti. Il tema della Speranza in un ascolto che sa riconoscerla. Siamo troppo abituati a vedere e a sottolineare ciò che non va bene ma, dobbiamo concentrarci su ciò 

che è il Mistero Pasquale e quindi su tutto ciò che di bello e positivo può esserci. La partecipazione è una caratteristica che va assolutamente riscoperta e la vita associativa può e deve darne la possibilità. Molto interessante è stata la sessione pomeridiana dove i partecipanti alla Scuola Associativa e i rappresentanti delle associazioni e movimenti hanno lavorato in tre Laboratori “Cura della Parrocchia”, “Formazione educatori” e “Sinodalità e Spriritualità” interrogandosi su come si può lavorare per essere costruttori di alleanze. Queste le strategie e i comportamenti chiave emersi per essere costruttori di alleanze:

Comunicazione efficace: la comunicazione è fondamentale per stabilire e mantenere relazioni di alleanza. Bisogna essere chiari, trasparenti e aperti nel dialogo con gli alleati.

Costruire fiducia: la fiducia è fondamentale in qualsiasi alleanza. [C1] Bisogna dimostrare affidabilità, rispetto e coerenza nelle azioni per guadagnare la fiducia dei propri alleati.

Collaborazione: lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni è essenziale per una vera alleanza. Bisogna essere disposti a mettere da parte gli interessi personali e a lavorare in equipe per ottenere risultati positivi per entrambe le parti.

Rispettare le differenze: ogni alleato ha le proprie caratteristiche, opinioni e prospettive. È importante rispettare e valorizzare le differenze per creare una collaborazione equilibrata e rispettosa.

Mantenere un impegno costante: le alleanze richiedono un impegno continuo

nel tempo. Bisogna essere disposti a investire tempo e risorse per mantenere e rafforzare la partnership con i propri alleati.

Risolvere i conflitti in modo costruttivo: i conflitti possono emergere in qualsiasi alleanza, ma è importante affrontarli in modo costruttivo e cercare soluzioni che siano vantaggiose per entrambe le parti.

Lavorando su questi aspetti, è possibile essere costruttori di alleanze efficaci e durature. Tante le proposte avanzate tra cui:

La creazione di un “Coordinamento delle Associazioni e Movimenti” ecclesiali e laicali presenti in Diocesi;

La progettazione un “Cammino Comune” specialmente nei momenti più forti in preparazione dell’Anno Giubilare;

L’elaborazione di un “Patto di collaborazione” su 5/6 punti da cui far scaturire proposte e progetti comuni;

Pietro Rossi