PIEDIMONTE MATESE - “Riaccendiamo la Speranza” è il titolo e il
messaggio della Marcia della Pace, guidata dal nostro Vescovo Mons. Giacomo
Cirulli, che si terrà il prossimo 6 gennaio a Piedimonte Matese.
L'evento, curato dal Servizio per la Pastorale giovanile delle Diocesi di
Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca,
vuole accendere l'attenzione e far convergere la preghiera sulle numerose
situazioni di morte e distruzione generate dalle guerre che si combattono nel
Mondo in questo momento, ma in modo particolare sul conflitto tra Russia e
Ucraina e tra Israele e Hamas.
Il raduno dei partecipanti è previsto alle ore
17.00 nel cortile interno dell'Episcopio in Via A.S. Coppola per snodarsi lungo
le strade cittadine per terminare in Piazza Roma. Solo promuovendo la partecipazione di
tutte e tutti si può realizzare un percorso unitario e globale che renda
possibile la pace. Uscire dalle proprie
case, trovarsi fianco a fianco in questo cammino è il primo passo per costruire
un processo di cambiamento culturale, sociale, economico. Società pacificate,
dove ciascuna e ciascuno è protagonista nella costruzione di ponti e non di
muri. E’ necessario rimettere al centro la
pratica dell’incontro nella promozione della pace. È una grande opportunità per
essere affianco e camminare assieme a tante persone, parlando e
discutendo. Durante questa marcia si
incontreranno le diverse comunità diocesane guidate da Mons. Giacomo Cirulli,
simbolicamente riunite per affermare in modo forte che solo l’incontro può
essere la base per costruire rapporti di pace. La pace non è un qualcosa che
compare improvvisamente nella storia dei popoli, delle nazioni, delle comunità
e delle persone. Sviluppare e promuovere una cultura di pace impone un lavoro
puntuale sui tanti, diversi e complessi fenomeni in atto. Non c’è pace senza
giustizia sociale e ambientale, senza una accoglienza giusta basata sulla
dignità della persona e sulla promozione dei diritti umani. Senza una via
decisa verso il disarmo e contro ogni forma di violenza. Svuotare gli arsenali
per riempire i granai.
Pietro
Rossi