ALIFE - Dalla "Panchina della Pace e
della Nonviolenza" dedicata contro tutti i femminicidi ( e alla memoria
della giovane mamma Stefania Formicola) e contro le violenze di genere,
collocata accanto all' Albero della Pace dei 100 anni della grande guerra,
anche quest'anno in occasione della "Giornata internazionale per
l'eliminazione della violenza contro le donne" una delegazione dei docenti
della scuola primaria di Via Volturno dell' Istituto Comprensivo di Alife, tra
cui: Rosanna Cunti, Angelina Meola, Maria Pia Biondi, Marianna Marabese, con le
docenti dell'infanzia della frazione di San Michele - Forma, Lucia Lombari ed
Elisa Gambella, e la collaboratrice scolastica sign.ra Sistina Coluni, insieme
alla Sindaca Maria Luisa Di Tommaso, al Presidente del Circolo della terza età
di Alife Francesco Montalbano, alla signora Concetta De Vizio, all'infermiera
Letizia Bianchi di Piedimonte Matese, alla Presidente e vice Presidente del
Movimento per la Pace, Agnese Ginocchio e Gino Ponsillo, è stato lanciato un
messaggio di Pace contro tutte le violenze e contro i femminicidi che purtroppo
non hanno risparmiato neanche le terre del Matese. "Occorre la cultura di
sensibilizzazione per un fenomeno che nonostante si sta cercando di arginare,
purtroppo diventa sempre più crescente. Stando ai dati statistici una donna
ogni 15 minuti diviene vittima di violenze e ogni 72 ore viene uccisa, 3
femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un
partner o ex partner. "La violenza - sostengono da 'Non una di Meno' - non
ha passaporto né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa e si ripete nei
tribunali e nelle istituzioni". Un fatto alquanto allarmante,
"un'emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del
fenomeno deve continuare a crescere". Ha giustamente evidenziato il
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La violenza spesso si
consuma all'interno delle mura domestiche proprio ad opera di chi dovrebbe
invece proteggerci, rispettarci e volerci bene. Ecco come prevenire
comportamenti potenzialmente a rischio e capire quali sono i segnali da non
sottovalutare affinché la situazione non precipiti irrimediabilmente. La
violenza può essere un'azione in grado di provocare danni e sofferenza, tanto
fisica quanto psicologica. Un atto di violenza contro le donne, infatti, può
avvenire ovunque: dentro casa, sul posto di lavoro, per strada; spesso sono i
partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi, come dimostrano i
dati che indicano come nel 63% circa dei casi siano proprio loro i responsabili
degli stupri. Per prevenire comportamenti pericolosi ed evitare situazioni a
rischio, riportiamo di seguito un decalogo del "NO" da tenere in
considerazione:
1 - Un "no"
secco: fermezza, prima di tutto. Saper dire “no” spesso non è facile, ma è
necessario. Dire "no" in modo chiaro e inequivocabile serve a creare
confini sani e privi di zone d'ombra. Essere troppo accondiscendenti può
indurre il partner a monopolizzarci e farci sentire in dovere di chiedere
autorizzazioni e permessi.
2 - No alla gelosia:
tra essere innamorati ed essere possessivi c'è una bella differenza. Se un po'
di gelosia non guasta, quando diventa insana e tormentosa allora è patologica.
Se il nostro lui diventa geloso anche delle amiche, allora l'attenzione deve
diventare massima. 3 - No al controllo: un conto è essere a conoscenza degli
spostamenti e delle attività dell'altro, ma quando il controllo delle
telefonate, dei nostri percorsi e delle amicizie diventa eccessivo, si tratta
di tutt'altro. Mai rinunciare alla propria autonomia e libertà.
4 - No all'isolamento:
spesso il partner pericoloso cerca di isolarci forzatamente da famiglia e
amici, mettendoli in cattiva luce e cercando di sradicarci dalle nostre
consuetudini e allontanarci dagli affetti. Mai perdere i riferimenti, sono la
nostra ancora di salvezza. 5 - No all'eccessivo risparmio: saper gestire
l'economia domestica è importante, ma il controllo ossessivo delle spese
diventa un pericolo. Attenzione infatti a non far diventare l'attenzione ai conti
una forma di controllo della persona, perché in questo caso si tratta di
oppressione economica e ha come risultato quello di renderci dipendenti in
tutto e per tutto dal nostro lui e dal suo portafoglio. Da qui a non avere più
nemmeno il controllo del cellulare per chiedere aiuto il passo è breve.
6 - No alle accuse
continue: quando qualunque cosa si faccia non va bene, se il partner ha da dire
per tutto e su tutto e ci incolpa di qualsiasi cosa, perfino se perde la
squadra del cuore, ci sta usando violenza perché scarica il suo stress e le sue
frustrazioni su di noi per farcela pagare. Il senso del dovere ha un limite,
sempre.
7 - No alla derisione senza
motivo: quando diventiamo uno zimbello da prendere in giro ferocemente con gli
amici e con gli estranei e il denigrare quello che facciamo è ossessivo e
continuo, che si tratti del nostro aspetto, di come ci vestiamo o trucchiamo,
siamo vicine alla violenza. Se poi oltre alla derisione si accompagnano cambi
di umore anche minacciosi e frequenti, il campanello d'allarme deve suonare
senza tregua. 8 - No alle provocazioni: mai cedere al gioco, non diamo al
nostro partner il modo di appigliarsi a qualsiasi pretesto per fare esplodere
un litigio. Le provocazioni sono assolutamente strumentali e servono solo a scatenare
la violenza entro le mura domestiche. Se poi la miccia per accendere la lite
sono i figli, l'attenzione deve essere ancora maggiore: il partner violento sa
bene che la prole è quanto di più caro abbiamo e vorrà colpirci proprio lì dove
fa più male.
9 - No allo stalking:
i comportamenti persecutori, come le telefonate anonime, i messaggini a ogni
ora del giorno e della notte, le infinite e-mail che intasano la casella di
posta, i danni alle cose, la sorveglianza ossessiva sono configurati come stalking,
ovvero un reato perseguibile per legge. Denunciare sempre e senza indugio è
fondamentale: a volte non è servito, ma spesso è stato invece risolutivo e ha
restituito nuova vita e nuova dignità a molte di noi.
10 - No alle minacce:
le intimidazioni verbali, che si tratti di insulti o minacce vere e proprie,
così come comportamenti violenti, ad esempio scagliare per casa oggetti di ogni
tipo, sono sempre un segnale inequivocabile che non può essere frainteso. Se
poi il partner arriva a mettere le mani addosso, dandoci spinte e strattoni, il
passo verso schiaffi, pugni e calci è brevissimo. Chiedere aiuto subito è la
miglior difesa che possiamo mettere in atto, perché la situazione non
migliorerà: prima ne saremo consapevoli, maggiore sarà la possibilità di
scampare alla violenza.
"La cultura della
Nonviolenza infine, è l'unica alternativa possibile ad ogni forma di violenza
che genera mostri. La Nonviolenza è la strada maestra che porta a riconciliarsi
e a costruire Pace, ovvero il valore supremo della storia che purtroppo manca
alla nostra società e di cui non possiamo farne a meno , ma che occorre
necessariamente ed urgentemente affermare nei nostri stili di vita, se vogliamo
che femminicidi e violenze di ogni tipo, che mettono in pericolo l'equilibrio ed
il futuro dell'umanità, vengano definitivamente debellati". Essere
"Costruttori di Pace" è l'unica alternativa alla deriva totale.
male.
9 - No allo stalking:
i comportamenti persecutori, come le telefonate anonime, i messaggini a ogni
ora del giorno e della notte, le infinite e-mail che intasano la casella di
posta, i danni alle cose, la sorveglianza ossessiva sono configurati come stalking,
ovvero un reato perseguibile per legge. Denunciare sempre e senza indugio è
fondamentale: a volte non è servito, ma spesso è stato invece risolutivo e ha
restituito nuova vita e nuova dignità a molte di noi.
10 - No alle minacce:
le intimidazioni verbali, che si tratti di insulti o minacce vere e proprie,
così come comportamenti violenti, ad esempio scagliare per casa oggetti di ogni
tipo, sono sempre un segnale inequivocabile che non può essere frainteso. Se
poi il partner arriva a mettere le mani addosso, dandoci spinte e strattoni, il
passo verso schiaffi, pugni e calci è brevissimo. Chiedere aiuto subito è la
miglior difesa che possiamo mettere in atto, perché la situazione non
migliorerà: prima ne saremo consapevoli, maggiore sarà la possibilità di
scampare alla violenza.
"La cultura della
Nonviolenza infine, è l'unica alternativa possibile ad ogni forma di violenza
che genera mostri. La Nonviolenza è la strada maestra che porta a riconciliarsi
e a costruire Pace, ovvero il valore supremo della storia che purtroppo manca
alla nostra società e di cui non possiamo farne a meno , ma che occorre
necessariamente ed urgentemente affermare nei nostri stili di vita, se vogliamo
che femminicidi e violenze di ogni tipo, che mettono in pericolo l'equilibrio ed
il futuro dell'umanità, vengano definitivamente debellati". Essere
"Costruttori di Pace" è l'unica alternativa alla deriva totale.