PIEDIMONTE MATESE – A Piedimonte Matese presso l’auditorium comunale di piazza D’Agnese di
Piedimonte Matese, si è tenuto il convegno sul tema ‘La sanità nell’Alto
Matese: le nuove opportunità con il Dca numero 18/2015. Istituzione di unità di
cure primarie’. Ha partecipato ai lavori, organizzati dalla Comunità Montana
zona del Matese, anche il consigliere regionale Luigi Bosco, il quale ha
affermato: «L’assistenza primaria rappresenta il punto di partenza dei processi
assistenziali e per tale ragione è necessario intraprendere un processo di potenziamento e
riorganizzazione delle cure primarie. Per affrontare in maniera sostenibile i
bisogni e le aspettative dei cittadini, occorre organizzare servizi
territoriali profondamente rinnovati, che devono superare l’attuale modalità di
lavoro prevalentemente individuale dei vari operatori, e transitare ad un
modello di lavoro in team. Pensare – continua il vicepresidente della
commissione Attività produttive, Commercio, Industria e Turismo - di contenere
la spesa sanitaria attraverso risparmi-riduzioni degli sprechi, mantenendo lo
stesso modello di organizzazione sanitaria risulta del tutto inefficace.
L’unica risposta appropriata è il potenziamento delle cure primarie erogate
attraverso i servizi territoriali, in grado non solo di allentare
un’impropria e costosa pressione su Pronto soccorso ed ospedali, ma diventare
il punto di riferimento per l’immediato bisogno di assistenza sanitaria della
popolazione. La soluzione sarà la riorganizzazione delle cure primarie
attraverso forme organizzative mono-professionali, denominate Aggregazioni
funzionali territoriali (Aft), nonché forme organizzative multi-professionali,
denominate Unità Complesse di Cure Primarie (Uccp) come previsto dal Dca numero
18/2015. I medici di base saranno i veri protagonisti dello sviluppo di queste
nuove unità operative; attorno alle Aft, che essi stessi costituiranno, si
potranno in seguito organizzare le Uccp; potranno far riferimento non solo alle
risorse messe a disposizione del distretto (infermieri, specialisti ambulatoriali,
operatori socio assistenziali), ma anche dai Comuni, creando così una reale
risposta integrata dei bisogni socio-sanitari della popolazione. Le unità
operative, aperte 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, saranno una risposta
concreta per fare buona sanità. Garantiranno ai cittadini una valida
alternativa quando non è necessario il ricovero in ospedale. Il Dca numero
18/2015 ha previsto tre tipologie di Uccp: a sede unica (modello
metropolitano), con una popolazione non superiore a 30mila abitanti e almeno 20
medici di Medicina Generale; in rete (modello rurale e montano a bassa
densità abitativa), con almeno 5mila assistiti e 10 medici; sistema hub
and spoke (modello sub urbano), con un numero di 15mila assistiti e 15 medici.
Tuttavia, per andare incontro alle esigenze dei diversi territori, è
giusto ipotizzare anche altri modelli intermedi, essendo utile una certa
elasticità soprattutto per quelle aree poco abitate. Nonostante gli evidenti
vantaggi sociali ed economici – conclude il consigliere Bosco - queste nuove
forme organizzative faticano a decollare, per questo è di fondamentale
importanza la loro promozione ed il loro sostegno».
Pietro Rossi