Prof. Marco Fusco |
FONTEGRECA. I “Fanghi da depuratori” continuano a
scendere a valle, nella Cipresseta di Fontegreca, tra l’indifferenza di chi
dovrebbe intervenire senza esitazioni, l’appello è stato lanciato dal Prof. Marco Fusco ex Presidente del Consiglio
Generale della Comunità Montana del Matese. La Campania, purtroppo, di questi
esempi di “scempi ambientali” ne offre in quantità industriale. A Fontegreca
qualche tempo fa giunsero le telecamere di “Linea Verde” e le autorità
territoriali tutte ad occupare la scena facendo passare l’idea di un sistema di
protezione a tutto campo, a salvaguardia del “Bosco degli Zappini”. Ricordate
le mie perplessità, ribatte il Prof. Fusco,
su quanto si affermò in quell’occasione circa il rispetto del sito di
inestimabile valore naturalistico da parte di chi, sul territorio, dovrebbe
declinare le regole basilari per governare un sistema di controlli che dovrebbero
essere in cima ai pensieri dei vertici di Comune, Comunità Montana, Parco
Regionale del Matese? Nulla di tutto questo e oggi la Cipresseta di Fontegreca finisce
su un programma satirico per evidenti carenze di chi dovrebbe far rispettare la
legge in questo martoriato alto casertano, abbandonato da tutti. La schiuma
bianca è la logica conseguenza di tutto ciò. La schiuma bianca la conseguenza
logica di questa emergenza. Gli effetti catastrofici dei depuratori senza
manutenzione, senza controlli oserei aggiungere. Del resto queste cose in
Campania non meravigliano più di tanto, atteso la cronaca giornaliera di
fenomeni legati all’inquinamento delle acque oltre che dell’aria e dei terreni. Nella nostra regione- fa male
constatarlo- non c’è solo l’emergenza della terra dei fuochi: oggi potremmo
parlare di un’altra grave emergenza: il Matese terra dei fanghi non depurati! Mi chiedo, continua Marco Fusco, ma l’Arpa Campania oltre ad analizzare i campioni prelevati a Fontegreca e
comunicare alle autorità preposte, l’esito della campionatura, ha provveduto a
convocare una sorta di tavolo tecnico per arrivare ad arginare questo fenomeno
della schiuma bianca? Ma è mai possibile che non si riescono a colpire i
responsabili di questo scempio che si consuma sotto gli occhi di tutti senza
soluzione di continuità? Eppure si conoscono nomi e cognomi dei responsabili.
In Campania dovrebbero scattare le manette per chi non va mai a controllare se
i depuratori funzionano oppure no. Di cosa vogliamo parlare! La Regione
Campania, rimarca il Prof. Fusco, in
materia ambientale non ha mai brillato, pessimo il governo Caldoro soprattutto
nelle scelte operate per le aree interne a cominciare dallo smantellamento del
servizio dei braccianti idraulico-forestali per i quali ci eravamo battuti in
passato per il loro stato giuridico. Oggi non c’è più chi governa il territorio
sotto il profilo forestale oltre che idrogeologico. Si è preferito tenere in
piedi enti inutili! A spese dei lavoratori, quelli che negli anni hanno
raggiunto alti livelli di professionalità in questa delicata mansione di
salvaguardia del territorio. Andare a Fontegreca, conclude Marco Fusco, a vedere lo spettacolo della schiuma bianca è
veramente raccapricciante per chi come me negli anni si è battuto prima di
tutto per sanare clamorose sviste anche in materia di imboschimento e poi per
valorizzare e lanciare in un circuito internazionale il Bosco degli Zappini. I
risultati di questo intenso lavoro di ricerca, sono sotto gli occhi di tutti.
Pensate: a Fontegreca è stato costituito il primo arboreto clonale da seme
d’Europa, a coronamento di una attività iniziata nel lontano 1999 e che ha
avuto concreta attuazione cinque anni or sono dall’assessorato regionale
all’agricoltura con il primo progetto per l’individuazione e la selezione dei
Materiali di base ai sensi della Direttiva 1999/105/CE e del D.Lvo 386/2003,
cioè attuazione della direttiva relativa alla commercializzazione dei materiali
forestali di moltiplicazione. Ora tutto questo rischia di essere cancellato con
un colpo di…schiuma! E arriverà la televisione ancora una volta a denunciare
una storia clamorosa di illegalità! Con buona pace di chi dovrebbe preoccuparsi
di rilanciare il nostro amato Matese, colpito a morte da una politica
inconcludente, scellerata e poco rispettosa della natura e delle sue leggi.
Pietro
Rossi