04 marzo 2013

Concorso I Piatti tipici del Medio Volturno a Ruviano.



Ruviano. L’undicesimo appuntamento gastronomico della quarta edizione del Concorso I Piatti tipici del Medio Volturno, si è tenuto il 2 marzo presso l’agriturismo Le Coste di Ruviano. Ad accogliere i circa sessanta giurati c’erano, oltre ai proprietari, il presidente della Pro loco Raiano, nonché Presidente del Coordinamento delle Pro loco del Medio Volturno, Pasquale Di Meo, l’assessore all’agricoltura del comune di Ruviano, Mario Petrazzuoli e lo staff della Pro loco Caiazzo. Dopo i saluti di rito, Di Meo ha dato il benvenuto agli ospiti, e ha sottolineato l’impegno del Coordinamento, da lui guidato, per la buona riuscita del concorso, un progetto, giunto ormai alla sua quarta edizione. Un progetto che promuove il territorio attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni culinarie locali. L’assessore Petrazzuoli, ha portato i saluti del primo cittadino di Ruviano, Roberto Cusano, impossibilitato a partecipare alla cena per motivi di salute, e di tutta l’amministrazione comunale, e si è detto onorato di presenziare a una così bella iniziativa atta a far conoscere ed apprezzare i prodotti tipici locali e la cultura contadina. Ad illustrare la scheda e le modalità di votazione, ci ha pensato come di consueto Maria Grazia Fiore, vice presidente della Pro loco Caiazzo ed ideatrice del concorso, coadiuvata dalla volontaria del servizio civile Chiara Pepe. Prima di passare alla degustazione, il proprietario, Stefano Di Stasio, ha salutato e ringraziato i suoi ospiti per la loro presenza e ha spiegato che la cucina del suo agriturismo, si pone  anche l’obiettivo di valorizzare i prodotti del territorio attraverso una ricerca sulla storia, sui metodi e sugli ingredienti delle pietanze tipiche del nostro passato e della tradizione contadina; un’interpretazione, quindi, non solo di folklore gastronomico, ma anche di tipo culturale, ed espressione del miglior genius loci.  La cena, sul tema “Il grano della nonna”, ha previsto la presentazione di alcune pietanze classiche, come focacce e zuppe, preparate con ingredienti poveri e di facile reperibilità per i contadini di una volta.  Di seguito il menù dettagliato della cena:



Primo:            Zuppa di castagne e farro in crosta, Lasagne di farro con cicoria e noci.

 Secondo:       Fagottino di carne ai funghi.      

Contorno:      Patate al lauro.

Dessert:           Crespella dolce di grano arso, Torta all’arancia.



Alla serata, allietata dalla musica del maestro Donato Abbate, era presente la ditta  Burini,  prodotti per l’agricoltura, che porta avanti un discorso sui prodotti bio e vorrebbe attivare un mulino a pietra.

La prossima cena-degustazione si terrà il 15 marzo alle ore 20.00 presso il ristorante La Maison de campagne, ad Alvignano; ospite della serata olivicoltura Petrazzuoli di Ruviano. Per poter partecipare come giurati alla cena, bisogna prenotarsi  telefonicamente al numero 0823.862761, presso la segreteria della Pro Loco Caiazzo, oppure direttamente presso la struttura stessa.

Di seguito riportiamo la dichiarazione del proprietario de Le Coste, Stefano Di Stasio, fatta durante la cena-degustazione: “Il tema della serata all’agriturismo Le Coste che si inserisce nella rassegna dei Piatti tipici del Medio Volturno ha per titolo “il grano della nonna” e vuole richiamare sia un ingrediente forse tra i più nobili ed antichi dell’intera alimentazione umana, il grano, sia un contesto temporale quello della nonna o meglio dei nostri avi nel quale tra i cereali che venivano coltivati su questi territori vi erano sì quelli oggi più comuni  quali il frumento, il mais, l’orzo e l’avena, ma diversi altri ancora sono caduti in disuso. Tra questi come “grano della nonna”  questa sera abbiamo scelto il farro,  che verrà proposto nelle sue diverse lavorazioni: dal chicco intero, alla semola, alla farina alla polenta. Inoltre presenteremo qualche tipo particolare di grano come il grano arso che è ben noto nelle zone della Puglia e dell’alta Irpinia. La nostra piccola azienda agrituristica non produce grano o cereali, bensì vino Aglianico e olio extravergine, che potrete trovare sui vostri  tavoli. Per procurarci i prodotti base della nostra serata, ci siamo avvalsi allora  della collaborazione dei  nostri amici Elena Burini e marito che a poche centinaia di metri da noi commercializzano tutti i tipi di cereali ed altri prodotti agricoli. Anche loro sono animati dalla stessa curiosità e passione nostra per prodotti biologici e naturali  e a breve avranno nel centro di Ruviano un proprio molino in pietra. Stasera l’utilizzo del farro verrà declinato in varie modalità: il chicco intero, la semola, la farina, la polenta.  Illustriamo qualche aspetto del fatto meno noto. E’ un cereale della famiglia delle graminacee al pari del frumento che è il più noto ed il più diffuso. Il farro è in realtà un antenato del frumento, essendo stato il primo tipo di frumento coltivato dall’uomo: tracce di farro risalgono a 8.000-7000 anni prima di Cristo.  Fu utilizzato e conosciuto dagli Etruschi prima ancora dei Romani, i quali ne fecero il cibo principale dei legionari, sotto forma di puls ovvero di grano spezzato, che gli stessi portavano in ciascuna bisaccia per essere poi cotto in forma di polenta negli accampamenti. Perfino nella costituzione repubblicana del V sec a.c. i romani prevedevano che ai prigionieri ed agli schiavi toccassero una libbra di farro.  Il farro era anche  nell’antica Roma come “grano vestito”  per la presenza della cuticola di rivestimento del chicco, che è molto aderente ad esso.  A differenza del frumento ha un rendimento di coltivazione molto più basso e questo unitamente agli alti costi (10 volte quello del frumento) per la separazione della cuticola che riveste i semi ha determinato il suo progressivo abbandono.  Il farro esiste in tre tipologie: il monococcum  il dicoccum  e lo spelta. Il primo ed il terzo sono molto simili al grano tenero, il secondo tipo è simile al grano duro. Oggi in Italia è ancora molto diffuso in Garfagnana (il dicoccum ), dove la tradizione del suo utilizzo è ancora molto forte. In Europa è coltivato anche in Francia ed in Germania. E’ molto ricco di vitamine A, E, C e gruppo B nonché di Sali minerali quali magnesio, zinco  ferro e calcio. La sua abbondanza in magnesio ne fanno un prodotto molto adatto agli sportivi per compensare gli stress muscolari. Nella prima portata, il farro è stato utilizzato sia come farina di grano tenero che come semola per realizzare le focacce al rosmarino e le frittelle.   La seconda portata è stata un tortino di polenta di farro, il già ricordato Puls, nella più classica versione con formaggio. A seguire la zuppa di castagne e farro integrale in chicchi, servita in un cestino di pane ai cereali, per essere in linea con il tema serata. Infine la pietanza che noi presentiamo al concorso dei piatti tipici la lasagna di farro con cicoria e noci. Come secondo  lasceremo il farro  per utilizzare una moderna pasta sfoglia come fagottino per dei bocconcini di carne di maiale con funghi , che sarà accompagnato da patate al forno aromatizzate al lauro. Infine anche  nel dolce abbiamo pensato di presentare accanto ad una classica torta all’arancia  un prodotto particolare ottenuto dai cereali : il grano arso. Lo abbiamo utilizzato per delle crespelle farcita con crema chantilly al limoncello. Il grano arso è il grano che i coloni ed i braccianti agricoli raccoglievano nei campi tra le stoppie bruciate per migliorare il proprio magro compenso dopo che era avvenuta la mietitura per conto dei padroni. Oggi viene ottenuto dalla tostatura del grano raccolto normalmente. Queste proposte utilizzano prevalentemente come si è visto prodotti antichi e molto diffusi fino ad un secolo fa,  ma oggi poco presenti nelle coltivazioni tipiche del territorio del Medio Volturno. L’intepretazione che Le Coste ha voluto dare al concetto di tipicità è quindi non tanto riferita ad un folklore gastronomico attuale a volte anche poco differenziabile da altri contesti geografici, bensì ad una ricerca di ingredienti, metodi e pietanze appartenenti alla storia dei nostri avi e al loro “genus loci” nell’auspicio che tali occasioni consentano anche una riscoperta di tipicità perdute.”


Agroalimentare campano: grandi opportunità nel mercato irlandese.



Le tavole irlandesi parlano sempre più italiano. L'interesse è stato dimostrato lo scorso 28 febbraio dagli operatori  irlandesi presenti agi incontri  BtoB (business to business) con le aziende agroalimentari italiane organizzati dalla FIBI -Federation of Italian Business in Ireland - realtà operante per favorire la promozione  del Made in Italy in Irlanda. Molti gli imprenditori italiani presenti agli incontri diretti svoltisi a Dublino presso l'Italian School of Cooking e molte le autenticità agroalimentari. I prodotti campani maggiormente apprezzati dagli irlandesi sono stati, oltre a quelli più conosciuti come olio, vino e pasta, sono stati i salumi (salumi di suino nero casertano), i formaggi (mozzarella di bufala campana, freschi e stagionati di bufala, provolone) le conserve, i legumi (fagioli, ceci, farro e cicerchia del Sannio), i dolci della tradizione sannita (torrone di Benevento e crema di nocciole) e i distillati (grappa di fiano, greco, aglianico e falanghina). Per quanto riguarda i vini riconfermato, infatti, il successo di aglianico e falanghina oltre a new entry quali coda di volpe e spumante di falanghina, mentre sta prendendo sempre più piede l'uso della pasta trafilata di Gragnano. Particolare attenzione verso l'agroalimentare italiano è stata dimostrata anche dal settore della ristorazione irlandese, presente all'iniziativa, infatti,  la RAI - Associazione dei Ristoranti di Irlanda- tramite il suo  Presidente, Adrian Cummins.  La RAI, che associa circa 1000 ristoranti esistenti in Irlanda e svolge un importante ruolo di rappresentanza e tutela del settore della ristorazione nei tavoli istituzionali e governativi, ha confermato che i prodotti italiani sono sempre più richiesti dai clienti irlandesi e di conseguenza dai ristoratori stessi. In Irlanda, infatti, il food &wine Made in Italy è già molto apprezzato, sia perché vi è una folta comunità di italiani residenti nell'isola alla ricerca dei sapori della propria terra, sia perché gli irlandesi sono sempre più vicini ai principi nutritivi salutistici e allo stile alimentare mediterraneo. Queste le aziende campane partecipanti agli incontri:  la Samnium Flavors (società che commercializza all'estero prodotti tipici campani) e una delegazione di aziende aderenti alla CIA (Confederazione Italiana agricoltori ) di Benevento: Il Poggio Vini, Terre D'Aglianico Vini, Olio Samnium, Agriturismo Collina di Roseto, Legumi La Rufesa, Frantoio La Capolana, Distilleria Carpenito, Caseificio Emme5, Frantoio D'Onofrio Annunziata, Azienda Agricola Genito Sonia. Oltre ai ristoratori, i buyer presenti all'iniziativa sono stati distributori, importatori specializzati di vino e alcolici, ristoratori, titolari di negozi off-licence, head chef, titolari di take away, catene di supermercati.


Francesca Camerlengo
Communication & Media Manager
Federation of Italian Business in Ireland Ltd.
 

A GIANFICO E MONGILLO IL PRIMO RALLY RONDE DEL MATESE.









PIEDIMONTE MATESE. La città di Piedimonte Matese ha vissuto una intensa giornata di sport con il primo Rally Ronde del Matese che ha animato il fine settimana dell’alto casertano. La gara ha visto vincitore  l’equipaggio formato da  Fabio Gianfico e Liberato Mongillo cha si sono aggiudicati il primo posto, a 19 secondi la coppia formata da Enrico Girardi e Gianluca Esposito, mentre al terzo posto si sono classificati  Giuseppe Tripolino e Fabrizio Cannuscio. La manifestazione motoristica  Rally Ronde del Parco, qualificata come Rally Ronde, sotto il marchio di ACI-CSAI  è stata organizzata dalla  Motorsport 2C Eventi A.S.D.  di Caserta in collaborazioni con i comuni del comprensorio.  Come hanno commentato i sindaci del territorio la manifestazione è stata un grande  attrattore turistico che ha portato tante persone  in posti incantevoli del Parco Regionale del Matese. Una organizzazione perfetta che ha visto come motore propulsore una cabina di regia che ha saputo gestire le prove sportive della gara, i servizi di supporto, l’assistenza, il soccorso e la sicurezza del percorso di gara a cui hanno collaborato le forze dell’ordine, i radioamatori e la Protezione Civile. Un plauso da parte dell’organizzazione è andato ai comuni di Piedimonte Matese che ha ospitato la Direzione Gara e la cabina di regia, Gioia Sannitica e San Potito Sannitico che hanno ospitato la prova speciale, con un tratto cronometrato di circa 13 chilometri ripartiti in quattro volte, mentre il comune di Alife ha ospitato il Parco assistenza.
Pietro Rossi