GRAZZANISE (Raffaele Raimondo)
– L’efficace incontro analitico e propositivo del 27 maggio scorso è rimasto finora
senza seguito. Opportune le segnalazioni che fecero gli esponenti di
associazioni e partiti attivi nella realtà locale; utili i ragguagli e i
preannunci che fornì la triade commissariale Migliorelli-Quaranta-Auricchio. Si
pensò, allora, ad un “aggiornamento” a cadenza mensile e nulla esclude che ciò
avvenga nel breve periodo; al momento però non si hanno cenni di convocazione
in cantiere. Eppure numerosi argomenti incalzanti sono balzati nel frattempo
alla complessiva attenzione di autorità e cittadini. E, del resto, non sono pochi
in paese ad essere convinti che un dialogo costruttivo fra istituzioni e
comunità non può essere sporadico: la sinergia, infatti, si nutre della
proteinica “continuità”, col contorno di due verdure chiamate “fattibilità” e
“verifica”. Vedremo se nei prossimi giorni, o comunque prima dell’esodo
d’agosto, si riapriranno i varchi, anche nella prospettiva di immaginare in
quali termini avverrà a Grazzanise la
ripresa settembrina, soprattutto su alcuni fronti di vasto interesse collettivo
(strutture e servizi scolastici in riapertura, effettive condizioni delle casse
comunali e dunque accertamenti ed atti finanziari di primo livello, gestione
del ciclo integrato dei rifiuti, novità relative alla pianta organica
comunale…). In parallelo con tali non peregrine esigenze di palese profilo
democratico, viaggiano svariati “conti aperti” in seno alle forze politiche del
territorio o nella mente di coloro che aspirano a chiedere il consenso popolare
alle elezioni comunali che, prima o poi, giungeranno. Il dinamico “rapporto
politica-amministrazione”, a dire il vero, sta facendo registrare negli ultimi
anni dei buoni sussulti rispetto ai periodi precedenti in cui quanti, dopo una
tornata elettorale, finivano all’opposizione si rassegnavano presto ad attestare
il loro contributo, nel civico consesso, soltanto ad un livello di poco
superiore al ruolo delle semplici comparse. Tanto - si diceva – perché, alla
fin fine, “contano solo i numeri”. Ma ancora molta strada è da percorrere su
questo nevralgico “rapporto” affinché, indipendentemente dal posto che si
occupa o non si occupa in consiglio comunale, maturi il tempo di un impegno
davvero stabile, forte e funzionale alla complessità dei problemi “storici” o
sopravvenuti nel desolante contesto grazzanisano . E, tuttavia, a puntare i
riflettori sullo scenario visibile nel pieno di quest’estate 2013, emerge
chiaramente una situazione caratterizzata da frammentarietà e attendismo.
Insomma, l’esatto contrario di ciò che urge per pianificare o almeno “sognare”
una nuova stagione della vita politica ed amministrativa d’un Comune che fu
“capitale” geografica e di fatto del Basso Volturno. In effetti, sembra che i
due accennati fattori caratterizzanti attraversino tutto il microscacchiere
locale, riflettendo in sostanza, ma anche aggravando, dinamiche simili e
tremendamente attuali in ambiti molto più ampi. C’era, un tempo, a Grazzanise,
La Destra di Storace e un giovanile drappello di finiani. Quale attività stiano
compiendo adesso non ci è dato sapere. L’Udc sfoderava addirittura tre tronconi
che ora appaiono sfrangiati o assopiti. Pare altresì che i deleniani Campi
Stellati, solitamente più arditi quantomeno sul versante dei pubblici comizi,
preferiscano in questa fase far decantare le situazioni. Il Pdl, fin dalla sua
nascita, ha sempre avuto due-tre anime e non una guida unica riconosciuta da
tutti i berlusconiani grazzanisani. Il Psi, per oltre un trentennio più pronto
a tener sotto controllo il Pci-Pds-Ds-Pd che a sviluppare una sua iniziativa
programmatico-elettorale, continuerebbe a lavorare nel fiume carsico. Il
partito di Epifani, a sua volta, starebbe vivendo una stagione a “gamba rotta”,
nel senso della vistosa assenza della minoranza nel circolo “N.Jotti”, il solo
ad avere un nome in aggiunta alla sigla partitica. Insomma, v’è un quadro
confuso, incerto, forse volutamente in cammino su rotaie a scartamento ridotto.
Ed è evidente che se non si sciolgono - a destra, al centro e a sinistra - tali
nodi o contraddizioni interne, non si apre un efficace spazio per avviare un
confronto politico su tre inevitabili ed augurabili piste: la progettualità
(adeguata a fronteggiare la disastrosa situazione in cui La Svolta ha lasciato
l’Ente nel 2012), le leadership (affidabili sul versante personale e della
consolidata militanza), le possibili “coalizioni di area” (da sempre
“cenerentole” a Grazzanise e, tuttavia, quelle che potrebbero una buona volta
rafforzare il “peso del paese fuori paese”). Le “uova di leaders” che starebbe
covando la classe politica in vista degli appuntamenti che verranno? Non
sarebbero in coerenza col filo concettuale della ricognizione qui appena
sommariamente tratteggiata. Ma ne riparleremo. Presto.