Luigi Ferritto |
Piedimonte
Matese, Neppure il tempo di assaporare i primi giorni
di primavera che la rinite allergica ha già fatto la sua comparsa, talvolta
associata ad altri disturbi della stessa natura come l'asma bronchiale. Gli
ultimi dati italiani riportano che circa un italiano su sei soffre di questa
infiammazione della mucosa nasale, mentre nella popolazione mondiale la
prevalenza è stimata tra il 15 ed il 25 per cento. L'identikit del soggetto che
ne soffre è una giovane donna (lieve prevalenza rispetto agli uomini) con
un'età compresa tra i 15 ed i 30 anni e fattori ereditari allergici nel 20
percento dei casi. Secondo gli esperti, inoltre, c'è la tendenza a non
considerare la rinite allergica come una patologia vera e propria: nella
maggior parte dei casi il paziente fa autodiagnosi e gestisce il disturbo in
autonomia, mentre un paziente su tre si presenta dal medico solo quando i
sintomi sono giudicati intollerabili. «Arrivare
alla corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile - dichiara Luigi Ferritto, pneumologo alla Clinica Athena-Villa dei Pini di
Piedimonte Matese - Il medico di
medicina generale, l'allergologo, lo pneumologo e l'otorinolaringoiatra sono le
figure professionali di riferimento. La visita può porre anche un sospetto di
otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome
rinobronchiale». La rinite allergica rappresenta poi un'importante spia di
allarme per l'asma, dato che dietro una rinite si nasconde spesso una forma di
asma ignorata. «Diagnosticare e curare correttamente la rinite allergica -
spiega Ferritto - significa tenere sotto controllo una patologia ancora più
impattante e costosa come l'asma. Le nuove linee guida in corso di definizione
confermano e sottolineano la validità del trattamento della rinite allergica
per via topica intra-nasale». I disturbi agli occhi e al naso che accompagnano
la rinite peggiorano in modo sostanziale la qualità di vita, compromettendo la
capacità di studiare, lavorare e fare sport. Senza contare l'assenteismo
lavorativo: gli ultimi dati fanno registrare una calo di produttività che va
dall'1 al 4% per assenza sul posto di lavoro, mentre un ulteriore calo che va
da circa l'11% fino al 40% si ha con il cosiddetto 'presenteismo' lavorativo, ovvero quando il soggetto, pur presente
al lavoro o a scuola, non riesce ad essere produttivo come dovrebbe per via
della rinite allergica. Gli individui che ne soffrono, geneticamente
predisposti, producono particolari anticorpi che innescano una reazione
immunitaria quando vengono a contatto con le proteine rilasciate dai pollini.
Ma non tutti i soggetti con rinite producono anticorpi contro gli stessi
pollini. Per questo è importante effettuare un'indagine che caratterizzi ogni singolo
paziente e possa condurre a una cura personalizzata.
Pietro
Rossi