Come
preannunciato, ieri 18 marzo 2013, il Comitato NO TURBOGAS, sorto nell’area del
Basso Casertano per scongiurare la costruzione dell’ennesimo mostro ecologico
nel comune di Presenzano, ha tenuto una conferenza stampa-sit in ai piedi del
palazzo della prefettura nella città di Caserta. Ai giornalisti presenti gli
attivisti hanno spiegato le ragioni della protesta ed il motivo dello
spostamento delle iniziative che li ha visti portarsi sotto il palazzo del
governo. Presenti come sempre gli “irriducibili” ragazzi animatori del
Comitato, gli studenti di Venafro, le mamme per la salute di Venafro, la
scrivente O.S. ed anche attivisti ambientalisti dalla città di Cassino. E così,
mentre il fronte degli aderenti la lotta si allarga, nuovi ed inquietanti
scenari di lugubri presenze si affacciano all’orizzonte. Infatti, non si fa in
tempo a contrastare un ecomostro, quello della turbogas appunto, che si
profila, sempre sul territorio di Presenzano, una nuova “malattia ecologica”
dal nome biecamente fuorviante di centrale biomasse. Fuorviante perché di bio
non ha assolutamente nulla visto che, ad autorizzazioni acquisite, dentro
questi polmoni di acciaio si brucia praticamente di tutto! Ma visto che a
Presenzano già hanno quell’altro bell’esempio di “paladino ecologico” della
centrale termoelettrica, possiamo dire che il tris è servito e che le
popolazioni che insistono su quei territori nulla hanno più da attendersi dal
futuro, che certamente non sarà mai più costituito di terra fertile vocata
all’agricoltura, di terra dalle forti connotazioni ambientali e paesaggistiche
e nemmeno terra intrisa di storia patria. I frutteti, il fiume Volturno e
l’Unità d’Italia subiranno i più grossi affronti che la storia tutta potesse
riservare! E allora, visto che gli uomini di questi luoghi, e non solo, non ci
stanno e non vogliono assistere inermi al loro “assassinio” in nome degli
affari sporchi e loschi, continuano imperterriti nelle loro iniziative di lotta
coinvolgendo in questa tornata il prefetto competente per territorio. Si è
certi che chi finora ha agito a favore delle autorizzazioni, non ha coinvolto i
cittadini, i comuni circostanti, le province limitrofe e le regioni confinanti,
si è certi che l’iter perseguito sia “macchiato” di irregolarità, di banalità,
di illiceità, si è convinti che l’apparato affarista non ha tenuto in considerazione la centralità della salute
pubblica, del patrimonio ambientale e paesaggistico pubblico e della storia,
più che pubblica (qualche volta si dubita anche di questo), certamente di
tutti. Forti di queste convinzioni, una delegazione dei manifestanti ha chiesto
ed ottenuto di essere ricevuti dal vice questore al fine di illustrare lo stato
dei fatti e, contestualmente, consegnare
nelle sue mani una richiesta da inoltrare al prefetto in persona. Nell’incontro
della durata di quindici minuti circa, gli attivisti hanno avuto modo di
esternare tutta la loro preoccupazione per quanto sta accadendo nel comune di
Presenzano, dei pericoli derivanti dalle paventate costruzioni di nuove
centrali e di come i cittadini montano sempre più con la loro rabbia per non
essere ne ascoltati ne, tantomeno, tenuti nella debita considerazione. La
richiesta forte rivolta al prefetto, in estrema sintesi, è stata quella di far
si che il rappresentante governativo si faccia parte attiva per l’indizione di
un incontro tra le parti in questione ed in particolare i comuni dell’alto
casertano, una rappresentanza del comitato, la soprintendenza per i beni
culturali e paesaggistici e l’Autorità di Bacino competenti per territorio al
fine di riaprire un confronto mai conosciuto finora su queste tematiche. Al
viceprefetto è stata anche preannunciata la prossima iniziativa di
mobilitazione che, nel mese di aprile, vedrà coinvolte le cittadinanze dell’area
direttamente nel comune di Presenzano e sui luoghi oggetto delle devastazioni,
nonché l’invio di un corposo dossier alla procura della repubblica presso il
tribunale di Cassino, nel quale saranno indicate tutte le “stranezze” accertate
dagli ambientalisti sull’iter adottato per giungere alla selvaggia
autorizzazione della centrale turbogas. Ai giovani attivisti Mirco, Andrea,
Alessia, Francesco, Samantha, Pierluigi, Elsa, tanto per citarne alcuni, nessuno
dovrà dire un domani di essere rimasti inermi difronte allo scempio dei loro
territori, a loro e ai loro compagni di viaggio speriamo che si aggiunga nuova
linfa che possa alimentare una speranza, la speranza di vedere una terra
rigogliosa domani come ieri, protetta e vivibile per tutti. Anche per quelli
che la stanno distruggendo. Anche per quelli che non stanno facendo nulla. Alla
prossima lotta civile!
Il
Segretario Regionale UILBAC Molise
Emilio Izzo