Piedimonte Matese. Che la vecchia Ferrovia Alifana era in crisi da tempo, questo già lo si sapeva, ma che la situazione ultimamente era diventata talmente critica da determinare la probabile chiusura del tratto che collega Piedimonte Matese a S.Maria C.Vetere, è stato veramente un duro colpo per gli operatori e le popolazioni dell’alto casertano. La tratta Piedimonte Matese – S.Maria C. Vetere, è di vitale importanza per l’alto casertano, con un tracciato di circa 42 Km, serve 10 comuni: Piedimonte Matese, Alife, Dragoni, Alvignano, Caiazzo, Piana di Monte Verna, Pontelatone, Bellona, S.Angelo in Formis-Capua e S.Maria C.V. con una popolazione interessata di circa 100.000 abitanti. Nel luglio 2009 l’Alifana finiva nel mirino della Corte dei Conti con la relazione concernente lo "Stato di attuazione della Ferrovia Alifana". L’indagine riguardò la verifica circa lo stato di attuazione della Ferrovia Alifana, linea ferroviaria extraurbana a nord di Napoli che attraversa un’area estesa e si innesta nell’area metropolitana del capoluogo campano. La Corte dei Conti rilevò che il mancato rispetto di cronoprogrammi, malgrado i principi scolpiti nella legislazione vigente, aveva determinato uno stato di incertezza anche nella gestione successiva alla Legge-Obiettivo. D’altro canto la complessa vicenda si articola nell’arco di oltre venti anni e, attualmente, non può dirsi conclusa. Da mesi la direzione della Metro Campania NordEst, titolare della tratta Piedimonte Matese- S.Maria C.Vetere, in accordo con l’assessore ai Trasporti della Regione Campania Ing. Vetrella e, i sindacati confederali, discutono di un piano di tagli da effettuare presso i tronchi di Benevento Appia e Piedimonte Matese, (corse treni per Napoli, chiusure di alcune stazioni, riduzione dell’orario di lavoro del personale, riduzione dell’occupazione etc. etc. etc.). L’assessore regionale ai trasporti, Sergio VETRELLA, in una dichiarazione resa lo scorso anno all’Ansa ribadiva: “Allo stato attuale abbiamo tre partecipate diverse, nelle quali siamo presenti al 100 per cento, con tre consigli di amministrazione e tutte per il trasporto su ferro. Occorre fare in modo che possano crescere più che offrano ai cittadini servizi a costi più bassi con una migliore qualità nei trasporti”. Attese che sono state ribattute dalla Segreteria Regionale Fast-Autoferrotranvieri che ha dichiarato: Noi diciamo basta all’assessore Vetrella con questa storia dei tagli inesistenti, visto che con l’accordo del 16/12/2010 Stato-Regioni il governo ha previsto la copertura finanziaria fino a tutto il 2012. Se poi la scelta della Regione Campania è stata quella di destinare i soldi del T.P.L. ad altri comparti (vedi sanità) non può pretendere senza motivo che si tagli il servizio pubblico penalizzando un’ intera provincia (Benevento) e non solo, ricordando che dal 1 aprile 2011 c’è stato l’ennesimo aumento dei biglietti di Unico Campania. Noi diciamo basta ai vertici aziendali che con le loro scelte fallimentari, hanno contribuito a far sì che questa azienda, da virtuosa fino a qualche anno fa, diventasse la cenerentola regionale. Il sindacato di categoria ha inoltre ricordato la precedente gestione dell’ex amministratore unico che con le sue idee di grande management, ha fatto sì che si ereditasse una situazione disastrosa nel panorama trasporti regionali e, pensando solo esclusivamente al tronco metropolitano di (Aversa-Napoli) della stessa Metrocampania nord est. Come le decine e decine di incarichi esterni che (non servivano) ma semplicemente accontentando gli amici degli amici di turno che sono costate per le casse aziendali centinaia di migliaia di euro l’anno. Senza parlare poi dell’attrezzaggio dei sistemi di sicurezza (SCMT) sul materiale rotabile vecchio e obsoleto di oltre 50 anni, costati milioni di euro quasi quanto il costo di nuovi treni, tenendoci però i treni vecchi senza aria condizionata, sedili scomodi, bagni fatiscenti...ottima scelta dei nostri dirigenti!!! Considerando poi che tre composizioni (treni) corrono un serio pericolo di essere fermati dall’agenzia per la sicurezza (A.N.S.F.) entro il 30 giugno 2011 in quanto non attrezzati in tempo, ciò significherebbe rimanere con pochi treni, con il rischio di non garantire il servizio quotidiano per Napoli.
Pietro Rossi