Dott. Michele Picciano |
Campobasso. In qualità di
Presidente del Consiglio regionale del Molise, Michele Picciano si associa, a
nome suo personale e dell’intero consesso molisano, alle celebrazioni per la 61a Giornata nazionale delle vittime del
lavoro. Istituzionalizzata con Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri nel 1998, la seconda domenica di ottobre è una delle date simbolo
della lotta agli infortuni mortali sul lavoro: “L’occasione – interviene il
Presidente Picciano – per sensibilizzare alla cultura della sicurezza in ambito
lavorativo e, parallelamente, per onorare la memoria di chi è deceduto facendo
il proprio mestiere. Morire lavorando è inaccettabile
– continua – anche perché troppo spesso situazioni di palese spregio per le
regole vengono sopportate, se non incentivate dai più, erroneamente persuasi
che i pochi benefici economici possano valere il rischio di un ambiente di
lavoro carente sotto il profilo della sicurezza”.È quanto accaduto a Barletta, ad esempio, dove il crollo di
una palazzina ha provocato la morte di quattro operaie, lavoratrici irregolari
in un maglificio. “Una tragedia nella quale i vizi del Meridione si
moltiplicano – argomenta Picciano – toccando il culmine nella disperazione di
una superstite, avvilita perché nuovamente disoccupata. Senza diritti,
purtroppo, non si hanno prospettive, e la vita stessa diventa accessoria,
qualcosa di scarificabile sull’altare di un lavoro pericoloso e mal retribuito”. Commentando i dati Inail del primo semestre 2011 che esplicano
una riduzione degli incidenti sul lavoro, definita incoraggiante dallo stesso
Ente, il Presidente del Consiglio regionale del Molise registra “con cauto
ottimismo i molti infortuni in meno rispetto allo stesso periodo del 2010.
Restano però stabili gli incidenti mortali – continua – e non può rallegrare la
contrazione record, con la quale si è scesi per la prima volta dal dopoguerra
sotto la soglia dei 1000 decessi”. Secondo Michele Picciano “è fondamentale innalzare ancora
il numero dei controlli e, parallelamente, implementare le azioni di sensibilizzazione
e prevenzione. L’obiettivo zero vittime sul lavoro non è una chimera, ma passa
anche e soprattutto attraverso la coscienza dei propri diritti e l’affermazione
di rapporti lavorativi solidi e sani, in primis sul
piano umano”.