Tomba Salvatore Giuliano |
Nell’attentato con cui, il 19 agosto
del 1949, il bandito Giuliano e la sua famigerata banda uccisero sette
carabinieri, perirono anche due militari campani, Ilario Russo, di Caserta, e
Pasquale Antonio Marcone, di Napoli. Il sessantaduesimo anniversario di quella
che viene comunemente indicata con la dicitura di strage di Passo di Rigano è
stata commemorata con una molto toccante e sentita cerimonia dell’arma, in via
Ruggeri, a Palermo. Con Marcone e Eusso, trovarono la morte anche Giovan Battista Alore di Cosenza, Armando
Loddo di Reggio Calabria, Sergio Mancini di Roma, Gabriele Palandrai di Ascoli
Piceno, e Carlo Antonio Pabusa di Cagliari. Una strage pianificata con
meticolosa cura, per creare quel clima di terrore e smarrimento generale dietro
il quale, forti di una sicumera che si addice solo ai vigliacchi, si barricano
miserrimi individui, gente che non sa che esprimersi con cieca violenza ed ostentata
inimicizia avverso la società civile e contro quanti lottano per costruire un
futuro decoro per la comunità tutta. Dieci altri commilitoni dei Carabinieri
deceduti per via della sorpresa dinamitarda ordita dagli uomini al comando di
Salvatore Giuliano(la strage stessa fu provocata dallo scoppio di una mina
anticarro, piazzata sul tragitto che avrebbe percorso il camion che, zeppo di
uomini in divisa, rientrava in Caserma, di ritorno da una missione di
pattugliamento sulle alture di Bellocampo)rimasero seriamente feriti. Alcuni di
loro subirono gravi mutilazioni. Si comprenderà solo in secondo tempo, purtroppo,
che l’aggressione perpretata dalle schiere di Giuliano contro una Caserma dei
Carabinieri della zona di Bellocampo era stata solo una sorta di specchietto
per allodole. Infatti, era solamente un diversivo per attirare sul posto altri
militari e, quindi, farli saltare con l’esplosivo. Quella che colpì il mezzo su
cui si trovavano Marcone e Russo fu accompagnata da una seconda deflagrazione.
Un ordigno, infatti, fu fatto scoppiare anche al passaggio di un’automobile su
cui, diretti sul luogo dell’eccidio, viaggiavano i vertici dell’Arma e della
Polizia di stanza in Sicilia. Questo secondo attentato, però, fallì e,
fortunatamente, tutti gli uomini che occupavano la vettura ne uscirono illesi.
Daniele Palazzo