CAPUA (Raffaele Raimondo) – “Volontari del 2° blocco 2011, voi siete i naturali eredi del generale Valfrè di Bonzo Leopoldo e di quanti come lui hanno combattuto nel nome dell’Italia; rappresentate le giovani leve e le speranze di questa nostra amata Patria. Noi tutti confidiamo in voi e siamo certi che non ci deluderete…Buona fortuna! A me ora spetta l’altissimo privilegio di accogliere con fierezza la vostra solenne promessa…Vi invito, pertanto, a prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana”: questo il monito, pronunciato dal comandante di Reggimento, col. Sergio Antonelli, che ha preceduto la rituale formula, ascoltata la quale oltre 1.400 giovani hanno fatto subito esplodere dal cuore un solo e forte grido -“Lo giuro!- seguito repentinamente da due parole - “Acqui!”…“Ferrara!” - ugualmente levatesi a piena voce verso il cielo azzurro di luglio ed assai care perché corrispondenti ai nomi dei due Reggimenti di appartenenza. E’ stato il momento clou di una toccante cerimonia cui hanno assistito, nella rovente mattinata di venerdì 8 luglio - presso la Caserma “O.Salomone”, sede centrale del Raggruppamento unità addestrative (Rua) dell’Esercito italiano -, tante autorità civili, militari e religiose e circa 5.000 familiari ed amici dei volontari giunti a Capua, per la festosa occasione, anche dai più lontani lembi della Penisola. I giurandi avevano appena ascoltato, attentissimi, l’allocuzione del comandante del Rua, generale di Brigata Attilio Claudio Borreca, che, illustrando il senso profondo di quello che ha definito “il più autentico credo di tutti i militari di ogni ordine e grado”, ha detto fra l’altro: “Su questo giorno speciale aleggiano purtroppo una tristezza infinita ed un vuoto incolmabile lasciato dal nostro soldato, il caporal maggiore capo Gaetano Tuccillo, caduto in Afghanistan pochi giorni fa. Sicuro di interpretare i sentimenti di tutti voi qui presenti, rivolgo a tutti i caduti, di ogni tempo e luogo, il mio riverente commosso pensiero”. Dolore misto alla gioia dell’evento, dunque; giusto orgoglio e ferma consapevolezza dei doveri e dei rischi. Il tutto illuminato dalla ricorrente lezione della Storia di cui è stata ricordata una pagina che esalta gli “altissimi meriti” di un “artigliere di grande valore”: il generale Valfrè di Bonzo, eroe del Risorgimento distintosi durante la seconda campagna d’indipendenza. E quel sigillo si è impresso come un significativo modello di riferimento che i giovani volontari hanno sensibilmente mostrato di saper interiorizzare, all’alba radiosa della loro carriera militare. Nella splendida cornice della manifestazione spiccavano, intanto, proprio nel benefico solco di una memoria sempre da ritrovare e da onorare, i vessilli delle Associazioni combattentistiche e d’Arma ed i gonfaloni dei Comuni decorati. E gli uomini che fieramente li portavano in alto, nei vari momenti in cui la banda musicale della Brigata Pinerolo eseguiva l’Inno nazionale, sembravano, coi loro incancellabili ricordi e coi volti segnati dalle rughe, i primi ammirevoli testimoni delle comunità militari e civili che all’Italia hanno dato tanto e che conservano intatto ed animano ancora, malgrado i contradditori tempi in cui viviamo, il culto della Patria, pur nel rispetto dell’identità di tutte le altre nazioni con le quali da decenni il nostro Paese attivamente coopera per la difesa della giustizia e della pace.