Un nuovo romanzo si sprigiona dalla penna di Maria Pia Selvaggio (nella foto). E si presenta controverso, diverso, particolare sia per stile che per contenuto. ‘Ai templari... il settimo libro’, già il titolo desta curiosità: solo il settimo libro in ordine numerico, così come sembra sia, o il Sette, come risaputo nella numerologia, è un numero di “perfezione templare?” E di cose da rivelare nel romanzo, in uscita alla fine del mese di giugno, ve ne sono eccome. Definito, nella prefazione del Presidente del Centro Studi Parlamentare Internazionale, Santo Mario Lolicato, romanzo e saggio storico, il libro rivela ancora una volta le indiscusse capacità letterarie della Selvaggio, ma soprattutto la sensibilità e il coraggio narrativo, che al di là della sua umiltà rivela una consapevolezza di analisi unica nell’approcciare, entrare e raccontare un mondo complesso come quello della profonda spiritualità racchiusa in un antico e glorioso Ordine che ancora oggi è presente in tutto il mondo. Pagine attraverso le quali si sprigionano tracce di storia e spiritualità, un percorso fatto ‘da dentro’ che non mancherà di emozionare e già meraviglia per ciò che andrà a rivelare. Per la prima volta infatti, i vertici dell’Ordine, nella persona di Sua Eccellenza il Gran Maestro Michel Van der Stock, congiuntamente alle Loro Eccellenze dell’Alto Magistero, hanno affidato e deciso di rendere pubblico, con il romanzo della Selvaggio, l’elenco ufficiale di tutti i Gran Maestri, dall’origine ad oggi, elenco mai diffuso e tenuto segreto per tanti anni, dai vertici che si sono succeduti.
Nel romanzo si parla anche della Casa delle Nobildame, solo sfiorata, ma è lì che l'autrice ritornerà in un prosieguo di narrazione e in un romanzo successivo, pur tracciandone già da ora la spiritualità che le contraddistingue.
Gli episodi che si snodano sono a tratti realistici e a tratti fantastici; un impeto stilistico che non trova freni, come sempre ma, questa volta, liberato e fatto esplodere in una spiritualità che sfiora lo struggimento.
I protagonisti e i co-protagonisti vengono analizzati nelle sfaccettature più intime e tormentate... non una lettura facile, come da prevedersi, ma una immersione nel bene e poi nel male, e poi ancora nel bene. Sfuggente e rapida, la scrittrice, afferma di aver voluto entrare e analizzare, divenendo difatti amica dell'Ordine dei Templari, il vero e sacro messaggio spirituale ed in seguito umano, dal primo Gran Maestro del Tempio fino all'attuale.
Il Sannio, terra amata dalla scrittrice, viene ancora una volta riproposta come sede di misteri e poliedricità, e fulcro di accoglienza per ogni cultura. Faicchio e il suo castello, sede di innumerevoli incontri templari, è più volte citato nel romanzo e con esso la storia e la leggenda che lo rappresenta. Le approvazioni ad usare nomi, stemmi, ed elenchi reali, sono scaturite da una lunga meditazione e dalla consapevolezza, da parte dell'Ordine dei Templari, che Maria Pia Selvaggio, con la sua particolare dote di scrittrice, una dote non comune racchiusa in uno stile indistinguibile, sapesse raccontare, meglio di chiunque altro, le sfaccettature della complessa spiritualità templare.Le Nobildame del Tempio hanno messo a disposizione della scrittrice il materiale custodito da secoli. Il libro sarà edito dalla casa editrice Si, gruppo editoriale (Mondadori) che fa capo a Giuseppe Angelica, già direttore del Radiocorriere Tv e poi di riviste e settimanali, e ad Alessandro Cecchi Paone. ‘Ai Templari … il settimo libro’ … Una svolta spirituale, o la stanchezza per essere stata etichettata dai ‘benpensanti’come scrittrice ‘troppo realistica?’Un sorriso suggella una risposta. A dicembre un altro romanzo... parlerà del ‘komos’ moderno e dei ‘benpensanti’ nascosti dall'ipocrisia quotidiana.
L’AUTORE
Maria Pia Selvaggio nasce a Telese Terme, paese Sannita in provincia di Benevento. Docente e giornalista freelance, pubblica la sua prima raccolta di racconti nel 2006 ‘Il sapore del silenzio’, attualmente in ristampa, che segna l’avvio verso una letteratura che dà voce alle ipocrisie e ai moralismi inutili. Nel 2007 ben due lavori ‘Borgofarsa’ e la partecipazione con un racconto lungo ‘Larissa’, in una raccolta di tredici autrici nazionali ed internazionali, dal titolo ‘Pensieri di Donna’. Nel 2008 l’uscita del romanzo ‘L’Arcistrea’, dedicato a Bellezza Orsini, janara realmente esistita e condannata al rogo nel 1500. ‘Lei si chiama Anna’, il suo quinto romanzo, riporta a galla la tragica storia del Marchese Casati Stampa di Soncino e di Anna Fallarino, consumatasi negli anni settanta, in un’atmosfera blasfema e sensuale, corrotta di edonismo ed estetismo. L’autrice ha partecipato al Galassia Gutenberg, alla fiera del libro di Torino. Targa d’autore per il romanzo ‘Lei si chiama Anna’ al premio ‘Olmo’ per la Letteratura e premiata al concorso ‘Made in Italy’, sezione Letteratura. Finalista al premio ‘Feudo di Maida’.
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Maria Grazia Porceddu