Nel testo si evidenzia l’alto numero di giornalisti uccisi in teatri di guerra: ben 125 negli ultimi due anni. Mentre nell’arco del 2009 le vittime sono 76, secondo una stima di “Reporters sans frontières”. Allarmante anche il numero di giornalisti imprigionati che, secondo la stessa fonte, è di 163 in tutto il mondo. L’interrogazione, infatti, chiama in causa la Commissione europea anche sull’opportunità di visionare e controllare che il rispetto della dignità della vita dei giornalisti e della libertà di informazione nelle aree di guerra sia effettivamente garantito. L’iniziativa è stata portata a conoscenza dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa. In allegato il testo dell’interrogazione scritta.
- Un rapporto dell'agenzia dell'UNESCO afferma che negli ultimi due anni nel mondo sono stati uccisi 125 giornalisti, la gran parte dei quali corrispondenti di guerra.
- Secondo Reporters sans frontières, i professionisti morti sul campo nel 2009 sono stati 76, ovvero il 26% in più rispetto all'anno precedente e attualmente sono 163 i giornalisti imprigionati nel mondo. In base ad un triste elenco pubblicato sul sito di Reporters sans frontières, Fabio Polenghi, il fotoreporter italiano rimasto ucciso nei recenti scontri di Bangkok, è il dodicesimo professionista dell'informazione morto sul campo in questi primi 5 mesi dl 2010.
- L'UNESCO ha cominciato ad occuparsi dell'uccisione dei giornalisti dal 1997 e ha chiesto ai governi di tutto il mondo di non concedere alcuna attenuante agli autori dei delitti commessi per impedire il diritto dei cittadini di essere informati; inoltre l'agenzia ha invitato le autorità competenti dei vari Paesi a prevenire tali delitti; peraltro l'UNESCO pubblica ogni 2 anni una lista dei giornalisti uccisi nel mondo, unita ad un rapporto sulle risposte ottenute dai singoli Paesi.
- Il 24 dicembre 2006 il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha adottato la risoluzione 1738, con lo scopo di proteggere i giornalisti che lavorano nelle zone di conflitto.
- Anche il Consiglio d'Europa ha da tempo posto l'accento sulle limitazioni della libertà di stampa nei paesi membri e, di recente, il commissario dei diritti umani Thomas Hammarberg ha annunciato nuove iniziative in tal senso.
Tenuto conto di quanto esposto:
- Non ritiene la Commissione necessario, data l'attualità della tematica e il coinvolgimento di molti professionisti europei, rendere noto un rapporto sulle condizioni dei giornalisti e dei reporter che operano nelle zone di guerra?
- Non ritiene la Commissione opportuno visionare e controllare che il rispetto della dignità della vita dei giornalisti e della libertà d'informazione nelle aree di guerra sia effettivamente garantito?
Fonte: Comunicato Ufficio stampa On. Aldo Patriciello