PIEDIMONTE MATESE. Continua a in oltranza la lotta dei lavoratori dell’ex Consorzio Rifiuti CE/1 in agitazione da alcuni giorni per rivendicare le loro spettanze. I lavoratori denunciano la disastrosa situazione del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta e la totale incertezza per il loro futuro, oltre che la mancata retribuzione delle spettanze salariali. Tale situazione, hanno ribadito i lavoratori, ci costringe in questi giorni a non assolvere al nostro dovere e a non effettuare i servizi di igiene urbana nei comuni serviti, uniti nella protesta ai colleghi delle altre disciolte articolazioni della provincia di Caserta. Il bacino dell'ex Consorzio CE/1, l'Alto Casertano, e la zona del Matese in particolare, si sono sempre distinti per le alte percentuali di raccolta differenziata raggiunte e per l'efficienza nei servizi. Se questo è stato possibile, puntualizzano gli operatori, è stato grazie a noi, ai nostri sacrifici, all'amore per il nostro territorio, al fatto che abbiamo lavorato per la nostra azienda come se lavorassimo per la nostra famiglia. Negli ultimi due anni il Governo ci ha prima sciolti, poi trasformati in Articolazione, commissariati, uniti agli altri consorzi della provincia di Caserta . In questo susseguirsi di eventi abbiamo perduto la nostra identità e pian piano i servizi sono andati a peggiorare e, con loro le percentuali di raccolta differenziata raggiunte dai comuni. Il tutto a danno dei cittadini, che non hanno in alcun modo colpa in questa vicenda. E tutto questo succedeva davanti agli occhi delle autorità del nostro territorio che hanno permesso che ciò accadesse, non muovendo un dito o spendendo una parola per la nostra causa. Addirittura affidando oggi il servizio alle ditte private pur di non avere il sacchetto dell'immondizia davanti casa in questo periodo pre-elettorale e quindi non perdere consensi. Il mancato interesse, continuano i manifestanti, verso la nostra situazione passata, presente e futura da parte delle autorità politiche locali e la disperazione nella quale oggi si trovano gli oltre cento dipendenti dell'ex Consorzio CE/1, spingono noi e le nostre famiglie verso la tentazione di non partecipare al voto del 27 e 28 marzo 2010, come segno di protesta, se la nostra situazione non si sarà in qualche modo risolta. Non ci sentiamo tutelati, riteniamo che il nostro lavoro non venga in alcun modo salvaguardato da nessun rappresentante politico e ci sentiamo abbandonati dai nostri rappresentanti locali, che invece dovrebbero essere la nostra voce.
Pietro Rossi