CASERTA. Le recenti e stupefacenti esternazioni del Ministro Brunetta (nella foto) non meriterebbero, come sempre, alcun commento se non fossero singolarmente utili a comprendere quale perversa logica sostenga la tenace strategia di macelleria sociale e di smantellamento di ogni forma di “ welfare” che il Governo sta portando avanti. L’obiettivo, supportato da mass media compiacenti, è quello di convincere le vittime che, se il loro destino è amaro la colpa in fondo è loro, o del territorio nel quale vivono o di storiche responsabilità che vengono dal passato.L’ineffabile (e incredibile) esponente del Governo suscita la nostra indignazione non per le sciocchezze che dice (forse non ci crede nemmeno!) ma perché piovono sul Mezzogiorno che sta attraversando la più drammatica crisi sociale del dopoguerra. Il nostro territorio, stretto tra una disoccupazione crescente, un precariato insopportabile e una criminalità organizzata soffocante, non ha oggi, a differenza del passato, un Governo presente, forze politiche e sociali pienamente attive sul territorio, e quindi senza avere speranze e prospettive.La “goccia” delle parole di Brunetta, come le gelide considerazioni della Gelmini sulle sofferenze dei precari della cultura, colpisce come una mazzata in particolare questa Provincia. Colpisce soprattutto chi oggi come il Sindaco di Cesa De Angelis sul fronte della legalità, i precari della scuola che stanno subendo la più grande espulsione di massa dal mondo del lavoro, perché non si vuole offrire ai nostri giovani un prodotto scolastico di qualità ma fare cassa sui più deboli. Offende i tanti operai che assistono impotenti a Caserta e provincia alla perdita del lavoro senza alcuna mediazione e tutela travolti da logiche speculative, le tante intelligenze dell’Università spente da tagli che uccidono la ricerca e, quindi, il nostro futuro. Mentre così, si colpiscono le forze sane, i lavoratori, il mondo dell’impegno e della cultura si alimenta il vero cancro, quello delle grandi commesse di stato, del malgoverno, delle incapacità di produrre sviluppo e occupazione, o almeno di indicare un Ministro dello sviluppo economico, perché troppo presi da affari giudiziari o beghe di potere che ricordano più le fiction televisive che la dialettica politica. E’ per questo che il razzismo demenziale del Ministro o le dichiarazioni di operetta di Bossi non devono distrarci da una riflessione più generale e approfondita. In realtà, le precarie della scuola di Via Ceccano stanno difendendo con grande dignità non più quello scampolo di lavoro che veniva loro annualmente elargito, ma la stessa scuola pubblica, le maestranze che in tutta la provincia sono a rischio lottano ancor prima che per il loro futuro per la dignità del mondo del lavoro, i giovani ricercatori che si mobilitano per il futuro di noi tutti.
E allora, con un governo incapace se non addirittura ostile che chi lotta dovrebbe poter contare almeno sul concreto impegno delle istituzioni delle forze politiche e sindacali locali capaci - come pure in passato accadeva - di mobilitarsi, di là dalle appartenenze, in difesa del territorio e della nostra gente. Questa volontà e capacità non si sono finora viste e chi oggi è in difficoltà, sta pagando in solitudine per tutti. Non possiamo per questo arrenderci al pensiero unico di chi vuole convincerci, da mille televisioni o tramite tanti “economisti/opinionisti” a libro paga, dell’ineluttabilità di questo processo che in realtà, come tutti i processi economici e sociali, anche quello che sta travolgendo le nostre vite è governato da precisi interessi e altrettanto precise scelte. Occorre che ogni altro pur importante tema ceda oggi il passo all’urgenza di una mobilitazione di concreta solidarietà ai lavoratori in lotta. L’impegno di tutti costituisce anzitutto la difesa di quella Costituzione che vede nel lavoro il principio fondante e l’elemento unificante di quella che, almeno fino a ora è stata la nostra democrazia. Ecco perché Carta’48, per il comune senso del dovere e l’orgoglio di appartenere a una comunità che, sin dalla denominazione s’ispira ai valori del lavoro, invita le Istituzioni, le forze politiche e sindacali a intervenire concretamente e tutti i Cittadini a testimoniare la propria solidarietà a chi oggi combatte una battaglia per il futuro di tutti.
E allora, con un governo incapace se non addirittura ostile che chi lotta dovrebbe poter contare almeno sul concreto impegno delle istituzioni delle forze politiche e sindacali locali capaci - come pure in passato accadeva - di mobilitarsi, di là dalle appartenenze, in difesa del territorio e della nostra gente. Questa volontà e capacità non si sono finora viste e chi oggi è in difficoltà, sta pagando in solitudine per tutti. Non possiamo per questo arrenderci al pensiero unico di chi vuole convincerci, da mille televisioni o tramite tanti “economisti/opinionisti” a libro paga, dell’ineluttabilità di questo processo che in realtà, come tutti i processi economici e sociali, anche quello che sta travolgendo le nostre vite è governato da precisi interessi e altrettanto precise scelte. Occorre che ogni altro pur importante tema ceda oggi il passo all’urgenza di una mobilitazione di concreta solidarietà ai lavoratori in lotta. L’impegno di tutti costituisce anzitutto la difesa di quella Costituzione che vede nel lavoro il principio fondante e l’elemento unificante di quella che, almeno fino a ora è stata la nostra democrazia. Ecco perché Carta’48, per il comune senso del dovere e l’orgoglio di appartenere a una comunità che, sin dalla denominazione s’ispira ai valori del lavoro, invita le Istituzioni, le forze politiche e sindacali a intervenire concretamente e tutti i Cittadini a testimoniare la propria solidarietà a chi oggi combatte una battaglia per il futuro di tutti.
ASSOCIAZIONE CARTA ‘48