26 marzo 2009

L'ARPAC: ''IL FONDO DISCARICA E' COLLASSATO''. CAMPI INVASI DAL PERCOLATO.LA MAGISTRATURA INDAGA.



Santa Maria La Fossa (di Antonio Gaudiano) – E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dai tecnici dell’ARPAC con la relazione seguita a due sopralluoghi effettuati presso la discarica di Parco Saurino in date 4 e 19 febbraio scorso. Quello che vi si legge è a dir poco allucinante. “Nel primo sopralluogo – si legge nella relazione – sono state esaminate le aree interne dell’impianto rilevando ruscellamenti di percolato lungo le scarpate della discarica con formazioni di ristagni sulla viabilità perimetrale. Nel sopralluogo successivo è stata monitorata l’area esterna a nord della discarica, in tale ambito si è rilevata un’ampia area agricola, di circa 1000 mq, costituita da campi coltivati a cereali, invasa da percolato affiorante in superficie ; la stessa vegetazione si presenta a macchia di leopardo quale indicatore delle alterazioni delle caratteristiche chimico fisiche del terreno dovute al percolato.” Ma non è tutto. Nella relazione stilata dai tecnici dell’ARPAC circa la situazione disastrosa in cui si trova la discarica di Parco Saurino, rispetto alla quale la magistratura ha avviato un’indagine specifica, si legge ancora “Il percolato invade in abbondanza i canali di guardia delle acque meteoriche ai lati della strada di accesso alla suddetta area. La presenza del percolato nel campo agricolo, distante oltre 100 m dal più vicino vertice della discarica, può essere indicatore dello stato di collasso della struttura impermeabilizzante del fondo discarica, ciò anche in considerazione del fatto che non si sono osservati fenomeni di ruscellamento del percolato con formazione di un percorso dello stesso che abbia interessato la parte superficiale del terreno; l’impressione al riguardo – concludono i tecnici dell’ARPAC – è che il percolato abbia raggiunto l’area de quo attraverso infiltrazione sottosuperficiale del terreno.” Tra il campo coltivato a grano e il recinto della discarica oltre ad un muretto in cemento, si trova una strada interpoderale e, non essendovi tra il ‘laghetto’ di percolato ed il campo dei ruscellamenti superficiali, la conseguenza logica è che il percolato si sia infiltrato nel terreno, così come chiaramente dichiarano i tecnici dell’ARPAC. “Lo Stato dei luoghi denota – ribadiscono i tecnici incaricati del sopralluogo – una carenza degli interventi di sistemazione finale della discarica con particolare riguardo alla capacità di allontanamento delle acque meteoriche e relativa riduzione della produzione di percolato”. E, pertanto, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, prescrive all’ente gestore della discarica di incrementare il prelievo di percolato… e procedere ad interventi di sistemazione finale della discarica”. A seguito di questa allarmante relazione l’assessore all’ambiente del comune Franco Cepparulo ha prontamente chiesto al sottosegretario del consiglio dei ministri, all’assessore all’ambiente della provincia di Caserta, all’ARPAC, all’ASL CE/2 al Consorzio Unico per la Gestione dei Rifiuti la convocazione di un “tavolo tecnico” dove poter affrontare l’emergenza di queste ore e procedere ad una immediata messa in sicurezza della discarica. “Purtroppo - ha dichiarato Cepparulo – a tutt’oggi ha risposto al nostro invito la sola ASL CE/2. Per il resto tutto tace”.

Fonte: http://www.primapaginaitaliana.it/

IN VIA DI ULTIMAZIONE I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DELL'AREA DELLA FIERA SETTIMANALE.


Santa Maria La Fossa (di Angela Perillo) – Sono giunti ormai a buon punto i lavori per la realizzazione dell’area mercato. Il sito della fiera settimanale sorge lungo la Via Vignale a ridosso del parco giochi, inaugurato due anni orsono. Tutta l’area fu a suo tempo confiscata alla criminalità organizzata e concessa al comune che vi sta realizzando strutture di interesse pubblico. L’area che ospiterà il mercato settimanale (che tradizionalmente si svolge il venerdì) si estende complessivamente per circa 3.000 mt quadrati. Alla zona precipuamente destinata ad ospitare i banchi per la vendita, si aggiungerà una zona dove sorgeranno i locali per gli alimenti deperibili. Previsti anche gli uffici dell’annona. Il costo dell’opera che dovrà completarsi entro 120 giorni dalla firma del contratto è di 157.536,83 euro, finanziati con la legge 51/1978, con mutuo assistito della Cassa depositi e prestiti. Con il completamento dell’opera si potrà liberare le Vie Manzoni e San Vincenzo, destinate il venerdì ad ospitare il mercato.


Fonte:www.primapaginaitaliana.it

LA CGIL INDICE UN REFERENDUM TRA I LAVORATORI DELL’OSPEDALE DI PIEDIMONTE MATESE PER UN GIUDIZIO SULL’ACCORDO FIRMATO CON IL GOVERNO IL 22 GENNAIO.


Piedimonte Matese. Il 22 gennaio è stato firmato un Accordo separato che modifica le regole in base alle quali sottoscrivere i rinnovi contrattuali. La CGIL proponeva altre priorità, che ora persegue con la propria iniziativa: individuare norme urgenti e stanziare risorse per tutelare i lavoratori, i pensionati, i precari e i cittadini dalla pesante crisi che attraversa il paese a cominciare dalla riduzione delle tasse, dall’aumento delle retribuzioni, dall’aumento delle pensioni generalizzando la quattordicesima mensilità ed incrementando il fondo per la non autosufficienza, dall’estensione degli ammortizzatori, dalla stabilizzazione dei precari, dallo sviluppo dei servizi pubblici di qualità e dello stato sociale, dal sostegno all’istruzione e alla ricerca. La CGIL funzione pubblica ha chiesto di promuovere un Referendum unitariamente, a cui è stato risposto di no. La reazione della base non si è fatta attendere nella giornata di ieri presso l’Ospedale Civile di Piedimonte Matese (nella foto) una delegazione sindacale del settore sanità, formata dai rappresentanti di Distretto Sanitario e Presidio Ospedaliero, Rino Manzelli, Alessandro Zulla, Mario Leone e Pietro Sasso hanno raccolto firme per il Referendum sull’accordo sindacale firmato lo scorso gennaio.
“Noi riteniamo fondamentale, hanno spiegato i rappresentanti sindacali, chiedere un pronunciamento che ci impegniamo a rispettare. Dalla lettura dell’Accordo risulta che il Contratto Nazionale non avrà mai la possibilità di recuperare il potere di acquisto del salario reale, il II° livello di contrattazione è più rigido e non viene esteso; aumenta la possibilità di derogare in peggio dal contratto nazionale; si cancellano regole universali e, quindi, le differenze tra lavoratori pubblici e privati aumenteranno. Inoltre, vengono indicate le scelte per misurare la rappresentatività dei sindacati senza che sia esplicitamente assunto il criterio di voto per le RSU. Questo prefigurerebbe un sindacato che considera solo gli iscritti e riduce gli spazi di democrazia dati dal voto. A ciò si aggiunge un pesante intervento sul diritto di sciopero che non rispetta il dettato costituzionale e limita libertà costituzionalmente garantite”.

I punti critici dell’accordo firmato da CISL, UIL e Confindustria con il Governo, contestati dalla CGIL in quanto riduggono il salario del lavoratore sono l’abolizione del meccanismo dell’inflazione programmata e del recupero del potere d’acquisto, l’introduzione di un “indice previsionale” al netto dei costi energetici (a questo punto a totale carico dei lavoratori) “nel rispetto e nei limiti della programmazione di bilancio” per cui saranno le decisioni governative a stabilire se e di quanto possono aumentare le retribuzioni dei Lavoratori Pubblici. Ma non basta: L’eventuale incremento derivante dall’indice sarebbe calcolato non sull’intero ammontare delle retribuzioni come avviene oggi, ma solo sulle “voci stipendiali”, con esclusione di qualsiasi altra voce che fa parte del trattamento economico. Oggi le “voci stipendiali” equivalgono nel settore pubblico mediamente al 70% delle retribuzioni complessive: ad esempio il 3,2% di incremento indicato nei contratti – non firmati dalla CGIL - dei dipendenti ministeriali per il biennio 2008/2009, pari oggi ad un aumento di 70 Euro, con il nuovo meccanismo di calcolo passerebbe a 49 Euro, con una riduzione netta per il solo 2009 di 273 Euro. E ancora non basta. L’eventuale calcolo del possibile scostamento tra il valore dell’indice revisionale e quello dell’indice effettivo, verificatane la significatività, avverrebbe solo a fine triennio, ma la corresponsione avverrebbe per i pubblici dipendenti solo “nell’ambito del triennio successivo” cioè per i contratti del prossimo triennio la previsione avverrebbe nel 2009; la verifica dello scostamento il 31.12.2012; la corresponsione probabilmente entro il 2015 se le compatibilità di bilancio lo permetteranno e se i Ministri competenti lo delibereranno.

Pietro Rossi

FERRANTE INTERROGA IL SINDACO SULLA VICENDA DEL PIANO TRIENNALE DEL FABBISOGNO DI PERSONALE.


Piedimonte Matese. L’Amministrazione di Piedimonte Matese con delibera di Giunta n. 101 del 09/03/2009 ha provveduto ad approvare la programmazione triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2009/2011. Tale provvedimento è stato fortemente criticato dalla minoranza consiliare guidata dal capogruppo del PDL Giovanni Ferrante (nella foto)il quale ha dichiarato in merito: “ Considerato che l'art. 1, comma 557 della Legge 296/2006 (Legge Finanziaria per il 2007), per gli enti sottoposti al patto di stabilità interno, prevede l’obbligo di assicurare la riduzione delle spese di personale, garantendo il contenimento della dinamica retributiva e occupazionale, anche attraverso la razionalizzazione delle strutture burocratico - amministrative, con ciò riconoscendo la piena autonomia di tali enti nella scelta delle strategie di perseguimento del rispetto del contenimento della spesa di personale; dalla Finanziaria 2007, pertanto, per gli enti soggetti al Patto e quindi per quelli con più di 5000 abitanti, l’unico vincolo specifico previsto per poter procedere ad assumere a tempo indeterminato è quello disposto dal comma 561, ovvero il rispetto delle regole del Patto di stabilità interno: solo gli Enti che abbiano violato il Patto si vedranno pertanto irrogato il divieto di effettuare assunzioni; resta comunque il generico richiamo di cui al comma 557 all’obbligo di garantire il contenimento della dinamica retributiva e occupazionale, anche attraverso la razionalizzazione delle strutture burocratico - amministrative, che, pur costituendo una norma propositiva sprovvista di soglie minime di risparmi da conseguire e/o di sanzioni per il mancato raggiungimento, deve essere letta in combinato disposto con l’art. 1 comma 93 della Legge 311/2004 relativo al ridimensionamento delle dotazioni organiche, tuttora vigente anche per tali enti in mancanza di un’esplicita disapplicazione. Pertanto, secondo questa disposizione della Legge Finanziaria per il 2007, gli Enti sottoposti alle regole del patto di stabilità interno devono assicurare la riduzione delle spese di personale e garantire il contenimento della dinamica retributiva e occupazionale, adottando le necessarie misure nell’ambito della propria autonomia. La Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia, con deliberazione n. 24/2007, ha rilevato che, ai sensi del comma 557 dell’articolo unico della Legge 296/2006, gli Enti sottoposti alle regole del patto di stabilità interno devono disciplinare le spese di personale insieme a tutti gli altri oneri che concorrono alla determinazione del saldo”.
A tale scopo il capogruppo del PDL in Consiglio Comunale Giovanni Ferrante, ha inoltrato, in merito alla vicenda del Piano Triennale di programmazione del Personale, al Sindaco di Piedimonte Matese Avv. Vincenzo Cappello una Interrogazione con risposta orale per conoscere i motivi per i quali l’Amministrazione non ha ritenuto opportuno e necessario utilizzare, preventivamente, lo strumento della concertazione con le organizzazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori dell'Ente considerato, peraltro, la recente condanna per condotta antisindacale emessa nei confronti dell’Amministrazione di Piedimonte Matese,oltre alla richiesta di annullamento dell'atto deliberativo che risulterebbe già pervenuta dalle organizzazioni sindacali stesse. L’interrogazione presentata da Ferrante intende conoscere i motivi per i quali l’Amministrazione non ha provveduto a sottoporre preventivamente questo atto deliberativo al controllo e all'accertamento da parte dell'organo di revisione contabile cosi come previsto dall'art. 19, comma 8, della Legge 28/12/2001 n. 448. Ed infine se con questa programmazione triennale del fabbisogno del personale sia stata garantita la copertura della quota obbligatoria del proprio organico con personale appartenente alle categorie protette.

Pietro Rossi

ARRIVANI A PIEDIMONTE I PRIMI REPERTI STORICI DEPOSITATI PRESSO MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI.


Piedimonte Matese. Il primo nucleo delle collezioni dell’ex Museo Alifano (ammontante a più di cento reperti),depositate da circa trentasei anni nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha lasciato il capoluogo di regione per essere consegnato alla Soprintendenza Archeologica di Caserta e Benevento, che le aveva ufficialmente richieste dietro le pressanti sollecitazioni dell’Amministrazione della Città di Piedimonte Matese. Qualche mese or sono, infatti, il Sindaco, Vincenzo Cappello, accompagnato dall’Assessore delegato, Attilio Costarella (nella foto), e dalla Raffaella Martino (nelle vesti di consulente scientifico della stessa Amministrazione), si sono recati in missione dal Soprintendente per i Beni Archeologici della Soprintendenza Speciale di Caserta e Benevento, presso il Palazzo Reale di Caserta, Dott. Mario Pagano (con il quale nei mesi passati avevano già avuto un fitto scambio epistolare), per sollecitare il “ritorno a casa” di una parte consistente delle collezioni museali, le più prestigiose, inerenti gli avanzi d’antichità del Monte Cila, allo scopo di allestire una mostra documentaria nel complesso monumentale dell’ex Convento di San Domenico. Stanno, infatti, per concludersi i lavori del Progetto Integrato Territoriale che ha interessato l’ex Convento di San Domenico, storica sede di quelle collezioni che narrano la storia viva della Città di Piedimonte Matese e della media valle del Volturno, dalle lontanissime epoche geologiche in cui il Matese di oggi giaceva sotto il Mediterraneo, alla remota preistoria d’Italia, a Roma, al Medioevo, fino al Risorgimento e ai giorni nostri; una scuola in cui i fossili, oggetti d’arte e di religione, scritture, monete, utensili, hanno rappresentato e potranno continuare a rappresentare gli indicatori muti ma eloquenti di tutta una evoluzione, di tutto un progresso. Il ritorno del materiale archeologico di proprietà comunale ed il prestito di quello di proprietà statale si inquadra a pieno titolo negli sforzi che l’Amministrazione Comunale sta compiendo al fine di ricostituire, quanto più possibile, l’integrità delle prestigiose collezioni dell’ex Museo Alifano, raro esempio della storia della musealizzazione nel Mezzogiorno d’Italia. Esso è anche coerente con l’articolo 102, comma 5, del D. Lgs 22 Gennaio 2004 N. 42, “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, laddove recita che “Il Ministero può trasferire alle Regioni e agli altri Enti pubblici territoriali, in base ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, la disponibilità di istituti e luoghi della cultura, al fine di assicurare un’adeguata fruizione e valorizzazione dei beni ivi presenti”. Tanto più perchè le prescrizioni relative alla sicurezza dei locali espositivi, dettate dall’allora Soprintendente Prof. Stefano De Caro, sono state ottemperate e il Consiglio Comunale ha recentemente approvato il Regolamento del Museo Civico, laddove l’Esecutivo ne ha designato il Direttore. Sarà ora il Comune a finanziare le operazioni di restauro delle collezioni archeologiche, anche di quelle depositate nel box N. 16 dei magazzini del Museo Archeologico di Napoli, allo scopo di tutelarle, almeno fino a quando, si spera al più presto, esse lasceranno definitivamente Napoli per trovare degna sistemazione nel rinnovato complesso monumentale di San Domenico della Città di Piedimonte Matese.

Pietro Rossi

IL SINDACO CAPPELLO DIFENDE L’ATTO DI PROGRAMMAZIONE DELLA PIANTA ORGANICA DEL COMUNE.


Piedimonte Matese. Con riferimento ad alcuni articoli recentemente apparsi sulla stampa locale, l’Amministrazione Comunale di Piedimonte Matese ha ritenuto doveroso procedere a delle puntualizzazioni, anche per sgomberare definitivamente il campo dalle voci di incomprensioni rincorsesi nei giorni scorsi tra i dipendenti comunali. Sentito in merito il Sindaco Vincenzo Cappello (nella foto)ha dichiarato: “Va, innanzitutto, evidenziato che ad oltre 28 anni dalle ultime assunzioni consentite dalla ex legge 285/77 per l’impiego giovanile, si è avviato l’iter procedimentale per il reclutamento di personale di varie categorie presso l’Ente locale pedemontano anche con lo scopo di riconoscere le professionalità che pure sono presenti nell’organigramma comunale dando loro la possibilità di accedere alle progressioni verticali. La macchina amministrativa ha, in effetti, risentito della notevole carenza di organico nonostante l’impegno profuso dai dipendenti, che quotidianamente e spesso con spirito di abnegazione assicurano una molteplicità di mansioni e funzioni, anche al di là delle specifiche competenze, al fine di garantire la regolarità nell’erogazione dei servizi all’utenza. Questa carenza di personale, dovuta alla mancata adozione nel passato di atti connessi alla rideterminazione dell’organico, non è trascurabile. L’accusa mossa dalla minoranza circa l’adozione di ‘un atto di così rilevante importanza senza il preventivo esame della Delegazione Trattante’ è priva di qualsivoglia fondamento in considerazione delle molteplici riunioni che negli ultimi quattro mesi hanno interessato l’organo titolare della contrattazione in materia di personale e dei risultati ad oggi raggiunti. Tra l’altro, l’evidenziata e non trascurabile carenza di personale, è in gran parte dovuta alla mancata adozione nel passato di atti connessi alla rideterminazione dell’organico. Ben farebbe, ha continuato Cappello, l’opposizione ad astenersi da ogni futile commento.”
Nell’ultima concertazione l’Amministrazione ha invitato i rappresentanti sindacali provinciali UIL CISL e CGIL a comprendere lo spirito con il quale si è proceduto all’adozione dell’atto di programmazione triennale del fabbisogno di personale, quale mero atto propedeutico al Bilancio preventivo. Nel contempo l’Amministrazione ha assicurato ampia disponibilità a regolarizzare la procedura ai fini della concertazione, anche apportando eventuali variazioni da concordarsi con la parte sindacale. “Non si comprendono, perciò,conclude Cappello,gli attacchi mossi da più parti ad una operazione attesa da decenni. Le difformità lamentate dai sindacati si riferiscono, invero, a posizioni che, sebbene non riportate nella bozza della nuova dotazione organica, sono state comunque verbalmente anticipate in sede di Delegazione Trattante nella sua ultima riunione. Lo strumento, così come licenziato con deliberazione giuntale n.79/2009 e squisitamente in linea con il programma elettorale di questa Amministrazione, risponde a criteri di funzionalità, di valorizzazione e di ottimizzazione del rendimento e dei singoli dipendenti e della dotazione organica nel suo complesso in nome di una maggiore efficienza degli uffici e dei servizi.
Non è, quindi, giustificabile un atteggiamento di totale chiusura come quello assunto da alcuni rappresentanti sindacali aziendali e superficialmente suffragato dai consiglieri d’opposizione, perché poi, in fin dei conti, siffatti atteggiamenti denotano sempre un fondo di insicurezza e di incertezza sul proprio operato…”

Pietro Rossi

Concessa la cassa integrazione in deroga ai 700 operai della Ixfin di Marcianise.


Piedimonte Matese. Concessa la cassa integrazione in deroga ai 700 operai della Ixfin di Marcianise. La firma del provvedimento è arrivata nel pomeriggio di oggi, presso il Ministero del Welfare, ad opera del Sottosegretario di Stato con delega al Lavoro Pasquale Viespoli che ha concesso la mobilità anche per l’inero anno 2009 ai dipendenti dello stabilimento marcianisano, la cui società era già stata dichiarata fallita con ben due procedure giudiziarie. La notizia del riconoscimento degli ammortizzatori sociali in favore dei 700 operai e delle relative famiglie è stata accolta con soddisfazione dal Senatore della Repubblica Carlo Sarro (nella foto) che ha seguito passo dopo passo la procedura che ha portato alla concessione della cassa integrazione in deroga. “L’adozione del provvedimento a vantaggio dei 700 operai della Ixfin di Marcianise-dichiara il senatore Sarro-testimonia ancora una vola la grande attenzione riservata dal Governo Berlusconi e dalla maggioranza parlamentare di centrodestra che lo sostiene verso le problematiche che attanagliano la Provincia di Caserta, in primis il grave dramma occupazionale che investe centinaia di famiglie e che ora, grazie al provvedimento del Ministero del Welfare, godranno di un sussidio sociale che garantirà loro di guadare al futuro con maggiore fiducia”. A tal proposito, il senatore Sarro preannuncia che “già a partire dalle prossime settimane, il Sottosegretario Viespoli predisporrà tutti gli atti amministrativi necessari all’avvio dell’iter che permetterà, nell’ambito di un apposto accordo di programma, il reinserimento dei lavoratori Ixfin nel tessuto occupazionale al fine di garantire loro il diritto al lavoro”. Infine, Sarro dà atto “alle organizzazioni sindacali per il grande senso di responsabilità e l’atteggiamento estremamente costruttivo assunto in questa occasione che ha visto politica e sindacato camminare di pari passo nell’interesse esclusivo degli operai”.


Pietro Rossi