Roma. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha disposto l’inserimento a pettine di 7000 supplenti nelle graduatorie provinciali e una condanna per il Ministero dell’Istruzione a 65mila euro per le spese. A nulla è valso l’emendamento immesso nel decreto legge sui precari, in risposta al primo commissariamento ricevuto il 9 ottobre scorso, per il quale agli insegnanti in conflitto sarebbero stati riservati soltanto i posti in coda. L’innesto dei candidati in base al punteggio ottenuto, eludendo così la predilezione per la zona di provenienza, come invece aveva previsto il dicastero originariamente, sarà affidato al commissario Luciano Cannerozzi, già dirigente generale della Funzione pubblica.“È avvilente assistere a quanta ignoranza, incompetenza, imperizia provenga dal ministro Gelmini”, commenta Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, che aggiunge: “Una totale mancanza di preparazione sfortunatamente sfuggita ai non addetti ai lavori, forse perché poco interessati al tema, che provoca forti ricadute negative sul diritto allo studio e sugli insegnanti. Sono totalmente solidale e felice per la sorte dei miei colleghi, ma rimescolare le carte in tavola significa far ripartire un processo di adattamento delle classi ad anno scolastico avviato. I responsabili - conclude la Martino - rimarranno ai loro posti, sulle loro poltrone istituzionali, e il danno ricadrà come sempre sui cittadini”.
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