PIEDIMONTE MATESE (di Giuliano Torlontano). Quando esercitare i propri diritti diventa un modo come un altro per essere offesi e soprattutto umiliati. E’ il caso di un ragazzo di Piedimonte Matese, chiamiamolo Fabrizio, che si reca presso una concessionaria per acquistare una piccola utilitaria, un’ auto di marca giapponese, pagandolo all’incirca 3.000 euro. Al ragazzo, contentissimo di guidare quella che per lui è una vera e propria fuoriserie, atteso che l’ha acquistata coi soldi dei primi tre mesi di stipendio, non par vera di guidare una vettura diversa dalla Fiat Punto del papà ma, bensì, guida la “sua” automobile, una Suzuki che gli sembra una cadillac e guai a chi gliela tocca! Il problema però è un altro, ed anzi è forse anche più che mai retorico, l’auto appena uscita dalla concessionaria che garantisce sull’usato sicuro, fonde il motore! Il giovane è in preda ad una vera e propria crisi di disperazione e fatti i debiti calcoli, il danno al motore equivale all’incirca alla spesa effettuata per l’acquisto della sua “prima vettura”. Ovviamente, senza batter ciglio, Fabrizio si presenta al concessionario, il quale a sua volta di voler riparare la vettura o, quantomeno, riprendersela indietro perché è stato esercitato un diritto di recesso entro due giorni dalla vendita, proprio non ne vuole sapere, gli risponde che piuttosto la vettura la porta alla demolizione. Fabrizio, tenacemente, non si rassegna ed anzi insieme al legale presenta un esposto ben dettagliato su come sono avvenuti i fatti. Lo stesso legale ha già preannunciato di voler investire la Guardia di Finanza di Piedimonte Matese sull’accaduto. Ma non è stato il solo caso ad essere oggetto di invocazione da parte della popolazione delle fiamme gialle. Infatti anche un’altra signora avrebbe lamentato di aver depositato presso una lavanderia di Piedimonte Matese un vestito costosissimo, utilizzato solo in occasione delle cerimonie e quindi lo doveva far ripulire al meglio per un’altra cerimonia che si svolge alla fine del mese. La circostanza incresciosa che ha scatenato nella stessa donna un sentimento di livore e di indignazione è dovuto al fatto che circa quattro mesi orsono la donna depositava il vestito, appunto in lavanderia, e a distanza di 120 giorni non lo rinvenivano più ne il titolare ne la proprietaria che lo aveva pagato 1.700 euro! Anche in questo caso una querela ben dettagliata è stata presentata per il danno ingente (ma pare anche per delle offese) ricevute dalla signora.
Fonte: caiazzorinasce
Fonte: caiazzorinasce