Piedimonte Matese.Tra l’amarezza della gente e il silenzio dei politici, i sacerdoti lasceranno la Casa Salesiana. Da Roma intanto scende in campo il Generale Roberto Speciale (nella foto). Ritorna con forza il problema Salesiani a Piedimonte Matese (nella foto). L’attenzione della gente da giorni è tesa a cogliere gli esiti di una notizia che, da ipotesi paventata qualche mese or sono, rischia di avere imminente e triste riscontro nella realtà. E’ quasi certo, infatti, che a breve, per ordine del Rettore di Napoli Farina, i tre sacerdoti dall’Istituto Salesiano di Piedimonte, vale a dire don Carmine Del Vecchio, don Antonio Basile e don Gaetano Broccoli, dovranno abbandonare la struttura per mancanza di vocazioni sacerdotali. Tale fatto sta destando diffuso scalpore e amarezza. E, nel frattempo, la locale amministrazione comunale sembra seguitare nel suo far orecchie da mercanti nonostante le varie promesse lanciate dagli scranni dell’aula municipale. Impegno del quale, ormai, non è dato individuare alcun segno tangibile. E nessun segnale, in vero, è dato cogliere a qualsiasi livello politico campano. Tutto si sta consumando nel silenzio di amministratori locali e parlamentari qui eletti. Tuttavia, una nota lieta c’è e sembra provenire da Roma. L’Onorevole Roberto Speciale, da sempre attento osservatore dei problemi della Campania, si starebbe assai prodigando affinchè la comunità di Piedimonte non perda i suoi Salesiani. Il Generale, che nella sua recente, prima visita in città ha riscosso il grande ed entusiastico affetto della gente del matesino (in tanti sono accorsi a salutarlo e ad ascoltare il suo discorso in municipio lo scorso 21 giugno), ha preso realmente a cuore il destino della locale opera di Don Bosco, ove, allorchè recatosi in visita lontano dal clamore della folla, raccolse l’accorata richiesta di aiuto di prelati e cooperatori salesiani. Sicchè, da ex allievo salesiano e amico di questa terra, non ha tardato a scendere in campo. Nell’attesa di raccogliere elementi sul suo intervento al riguardo, volgiamo intanto un doveroso sguardo alla storia della Casa Salesiana di Piedimonte. Nel 1946, per interessamento dell’On. Giovanni Caso e con l’approvazione del Vescovo Luigi Noviello, fu aperta una filiale in Piedimonte dell’Opera Piccoli Apostoli, presieduta dallo stesso Caso. Aveva sette reparti di lavoro ed era frequentata da giovani fino a 18 anni. Ebbe, come sede provvisoria, i locali di S. Domenico (Piedimonte). Fu frequentata da molti ragazzi, fino ad un massimo di 100 interni e 150 esterni. Nel 1952 l’Opera Piccoli Apostoli cambiò il nome in Opera Sociale Ragazzi di Don Bosco. Tuttavia la scuola fu soppressa dalla Santa Sede, per divergenze politiche con Don Zeno, ma l’istituzione non andò perduta perché, nel 1954, fu affidata ai Salesiani. Nel 1954, dunque, ancora per vivo interessamento del senatore Giovanni Caso, vennero i Salesiani a Piedimonte, anche per gestire la disciolta Opera Piccoli Apostoli (mutata, come dicevo, nell’Opera Sociale Ragazzi di Don Bosco). Fu formata una sola istituzione chiamata Istituto Salesiano, con sede nella Casa salesiana di Piedimonte. Suo primo Direttore fu don Vito Camarda. L’Istituto Salesiano aveva per scopo la gestione di una scuola professionale con specializzazione. Esso era frequentato da circa 100 alunni della Scuola media e 160 del Centro professionale. Gli studenti potevano conseguire la specializzazione in meccanica polivalente, macchine utensili e attrezzi. La scuola era dotata di officine, sale per conferenze e proiezioni. Spesso vi si allestivano mostre didattiche professionali. Lo Stato interveniva pagando una retta a favore degli alunni, mentre l’E.N.A.O.L.I. offriva delle sovvenzioni. Dopo l’apertura dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, con sede nella vicina città di Alife, la scuola dovette chiudere.
Gianmarco Della Paolera
Gianmarco Della Paolera